エピソード

  • EP.9 RON ARAD Designer e Artista Innovatore
    2025/07/18

    Benvenuti a questo episodio speciale, dove esploriamo la carriera rivoluzionaria di Ron Arad. Nato a Tel Aviv nel 1951, Arad ha intrapreso un percorso formativo tra la Jerusalem Academy of Art e la celebre Architectural Association di Londra, dove ha studiato sotto la guida di Peter Cook.

    Nel 1981, insieme a Caroline Thorman, ha fondato One Off London, uno spazio che fungeva da studio, laboratorio e sala espositiva, mettendo in mostra i suoi design e quelli di altri visionari britannici d'avanguardia. Le sue prime creazioni erano veri e propri "ready-made", che sfidavano le convenzioni combinando materiali inaspettati come pali da impalcatura, objets trouvés e componenti high-tech. Pensate al suo iconico Concrete Stereo del 1984, un pezzo che rompeva volutamente con l'idea di precisione standardizzata e il concetto accettato di "buon design".

    La fine degli anni '80 lo ha visto concentrarsi su design in edizione limitata, mobili in acciaio dolce e luci, che, sebbene costosi da produrre, gli hanno rapidamente conferito fama e attenzione da parte dei maggiori fabbricanti. Questo successo lo ha naturalmente portato, negli anni '90, a dedicarsi alla produzione industriale, dove ha firmato oggetti di enorme successo commerciale. Tra questi, spiccano gli iconici scaffali Book Worm del 1997, di cui Kartell ha prodotto ben 1000 km. Altre sue innovazioni includono la sedia Tom Vac del 1998, inizialmente in alluminio formato sottovuoto e poi prodotta in plastica da Vitra, e la sedia Fantastic Plastic Elastic, anch'essa del 1998, realizzata da Kartell.

    La sua influenza si estende anche all'ambito accademico: nel 1997 è stato nominato Professore di Design di Mobili e due anni dopo Professore di Industrial Design al Royal College of Art di Londra. Oggi, per realizzare i suoi distintivi mobili scultorei, Ron Arad si avvale di sistemi di progettazione assistita da computer (CAD), che trasformano i suoi schizzi iniziali in modelli tridimensionali, rendendo il processo di traduzione dall'idea al prodotto finito considerevolmente più fluido ed efficiente. Un vero pioniere che continua a ridefinire i confini tra arte e design.

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    7 分
  • EP.8 APRILIA Innovazione e Stile nel Motociclismo
    2025/07/14

    Ciao! Ti diamo il benvenuto in un nuovo episodio che ci porta nel cuore dell'innovazione e dello stile motociclistico italiano! Oggi esploreremo la storia affascinante di Aprilia, un nome che risuona con passione e prestazioni.

    Fondata in un'azienda familiare intorno al 1950 a Noale, Venezia, in Italia, Aprilia iniziò la sua avventura producendo biciclette a motore. La svolta decisiva arrivò nel 1968, quando Ivano Beggio entrò nell'azienda. Dalla fine degli anni '70, l'azienda si dedicò con impegno al design e all'innovazione tecnologica. Aprilia non è solo un produttore, ma un vero e proprio ecosistema, operando con un sistema di produzione a rete che coinvolge aziende più piccole per la realizzazione dei componenti, che vengono poi assemblati nella fabbrica principale di Scorzé, vicino alla sede di Noale.

    La visione di Beggio, profondamente radicata nella sua passione per le corse, trasformò i circuiti in un terreno di collaudo fondamentale per le innovazioni destinate ai modelli stradali standard. Questa filosofia ha portato a successi straordinari:

    • Nel 1991, Aprilia fu il primo produttore italiano a lanciare sul mercato uno scooter con carrozzeria in plastica e sistema di raffreddamento a liquido, l'Amico 50.
    • Appena un anno dopo, nel 1992, l'azienda conquistò il suo primo Campionato Mondiale e produsse 55.000 motociclette e scooter.
    • Nei sei anni successivi, la produzione raggiunse l'impressionante cifra di 300.000 unità, consolidando Aprilia come il secondo produttore europeo con cinque fabbriche in Italia.

    Ma Aprilia non è solo tecnologia e prestazioni; è anche sinonimo di stile inconfondibile. L'azienda ha sempre mantenuto il passo con le ultime tendenze, commissionando lavori a designer del calibro di Philippe Starck. Il centro design di Noale coltiva stretti rapporti con istituzioni prestigiose come l'Istituto di Arti Applicate e Design di Torino e la Facoltà d'Ingegneria dell'Università di Padova, presso la quale ha contribuito a istituire un corso post-laurea sulla tecnologia motociclistica. Dal 1997, la collaborazione con l'Art Center College of Design di Pasadena, in California, uno dei più importanti centri di ricerca di styling e design in America, ha ulteriormente rafforzato la capacità di Aprilia di forgiare uno stile originale e distintivo. Questo stile, pur mirando a "creare emozioni", non dimentica mai i valori fondamentali di funzione e durata.

    Oggi, con una linea di prodotti ad alte prestazioni e uno stile insuperabile, Aprilia detiene una posizione invidiabile nel mercato europeo del motociclo. A testimonianza del suo prestigio, nel 1999 la maestosa 1000 cc RSV Mille fu votata "Motocicletta dell'Anno" dalla rivista tedesca Motorrad.

    Unisciti a noi per scoprire come Aprilia continua a definire il futuro del motociclismo, unendo innovazione, stile e un'eredità di successo!

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    6 分
  • EP.7 APPLE COMPUTER INC.
    2025/07/11

    Benvenuti al nostro podcast sulla storia di una delle aziende più iconiche del mondo tecnologico! Oggi vi portiamo nel cuore della Silicon Valley per scoprire l'affascinante percorso di un'impresa nata dalla visione di due amici e outsider.

    Tutto ha inizio nel 1976, quando gli amici di scuola Steven Wozniak, la mente creativa, e Steven Jobs, il genio degli affari, fondano la Apple Computers a Palo Alto. La loro ambizione? Rivoluzionare il mondo dei computer, proprio come la Ford Model T aveva fatto con l'automobile.

    Il successo non arriva subito, ma l'anno dopo, nel 1977, il lancio dell'Apple 2 segna una svolta. È il primo personal computer commerciale della storia, innovativo con il suo rivestimento in plastica e la capacità di elaborare grafica a colori. Segue l'Apple Disk 2 nel 1978, che rende il computer più economico e facile da usare, completo di lettore di floppy disk. Le vendite esplodono, portando a una crescita rapidissima: nel 1980, anno del lancio dell'Apple 3, l'azienda conta già migliaia di dipendenti.

    Gli anni '80 portano nuove sfide. Nel 1981, con l'ingresso di IBM nel mercato dei PC e la saturazione del settore, le vendite rallentano. Wozniak si allontana per un incidente. Ma Jobs non si arrende e spinge per lo sviluppo dell'Apple Macintosh. Lanciato nel 1984, è una vera pietra miliare: con il suo carattere user-friendly, lo schermo ad alta definizione e il mouse, annuncia il vero avvento del computer domestico. Il Mac, piccolo e color panna, è anche rivoluzionario nel design, con linee morbide e fluide, lontano dagli standard squadrati dei concorrenti. Nonostante un buon inizio, però, problemi di RAM e connettività frustrano gli utenti.

    Le tensioni crescono, portando all'allontanamento di Jobs nel 1985. Altra dura prova è l'arrivo di Windows 1.0 di Bill Gates, che, pur con un accordo iniziale, porta Apple a perdere i diritti di esclusiva sulla sua innovativa interfaccia grafica basata su icone. Nonostante un periodo di prosperità alla fine degli anni '80, l'inizio dei '90 vede il mercato inondato da PC economici con Windows 3.0, erodendo la quota di Apple. Tuttavia, l'azienda si afferma come computer d'elezione per l'industria del design, grazie ai suoi programmi grafici e editoriali superiori.

    Il 1991 vede il lancio del Powerbook, e nel 1994 del PowerMac. Ma a metà degli anni '90, Apple è di nuovo sull'orlo del collasso, con un miliardo di dollari di ordini non evasi per mancanza di componenti.

    Il ritorno di Steve Jobs nel 1996 segna un'incredibile rinascita. Vengono implementate vendite dirette via internet e persino un accordo con l'antica rivale Microsoft. Nel 1998, Jobs lancia l'iMac, un computer rivoluzionario, dal design brillante di Jonathan Ive. Non costoso, dai colori vivaci e traslucido, l'iMac conquista il settore educativo e il mercato domestico, diventando il più venduto in America nell'autunno del '98. Come disse Ive, l'obiettivo era creare qualcosa di "accessibile, alla portata di tutti, quasi familiare". L'iMac e prodotti come l'iBook e il G3 (lanciato nel 1993) segnano la fine dell'anonima "scatola grigia" e influenzano stilisticamente il design di molti altri prodotti, tra cui lampade da lavoro e accessori da scrivania.

    Con un impegno costante verso l'eccellenza e l'innovazione, Apple continua a ridefinire il mercato del personal computer. Restate con noi per scoprire altre storie di come la tecnologia ha plasmato il nostro mondo!

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    8 分
  • EP.6 EMILIO AMBASZ Carriera e Opere
    2025/07/07

    Benvenuti a un episodio dedicato a Emilio Ambasz, una figura leggendaria nel panorama del design e dell'architettura contemporanea. Nato nel 1943 a Resistencia, Argentina, Ambasz ha forgiato una carriera che spazia dall'insegnamento alla curatela, dalla progettazione all'innovazione metodologica.

    Il suo percorso accademico lo ha visto studiare architettura all'università di Princeton, dove in seguito è tornato anche come docente, oltre a insegnare presso la Hochschule für Gestaltung di Ulm e altre prestigiose università americane. La sua impronta nel mondo accademico è stata profonda, non solo attraverso l'insegnamento ma anche come cofondatore nel 1967 del visionario Institute of Architecture and Urban Studies di New York.

    Dal 1970 al 1976, Ambasz ha ricoperto il ruolo di Curator of Design al Museum of Modern Art (MoMA) di New York, un periodo in cui ha organizzato la rivoluzionaria esposizione "Italy: The New Domestic Landscape - Achievements and Problems of Italian Design" nel 1972, un evento che ha ridefinito la comprensione del design italiano.

    La sua attività professionale si è concretizzata nell'apertura di due studi a suo nome a New York: Emilio Ambasz & Associates nel 1977 e l'Emilio Ambasz Design Group nel 1981. Tra il 1981 e il 1985, ha anche presieduto l'Architectural League. Dal 1980, ha ricoperto il ruolo di capo consulente designer per Cummins Engine Co., dimostrando la sua versatilità e leadership.

    Ambasz è celebrato per i suoi design acclamati, che includono:

    • Sistemi di sedute innovativi come il Ver-5 tetra (1977, in collaborazione con Giancarlo Piretti), Dorsal (1981) e il premiato Qualis (1991), che ha ricevuto un Compasso d'Oro.
    • Serie di luci distintive, tra cui quelle per Logotec (1981), la lampada Polyphemus (1985), nominata per il Compasso d'Oro e l'IDSA, e il sistema d'illuminazione modulare Soffio, vincitore dell'Industrial Design Excellence Award.

    Anche i suoi progetti architettonici sono emblematici della sua visione:

    • Il Center for Applied Computer Research and Programming a Las Promesas, Messico (1975).
    • L'Art Museum di Grand Rapids, Michigan (1975).
    • Il Museum of American Folk Art di New York (1980).
    • Il San Antonio Botanical Garden Conservatory, Texas (1982). Ha anche vinto un primo premio e una medaglia d'oro per il concorso per progettare l'Expo 1992 di Siviglia.

    Ma ciò che distingue Emilio Ambasz è la sua filosofia progettuale. Egli afferma che il principio metodologico alla base del suo lavoro è "la ricerca di principi fondamentali e di soluzioni che possano fungere da prototipi o guide", applicabili a problemi specifici. Crede fermamente che il design non debba limitarsi a soddisfare esigenze funzionali, ma debba assumere una "forma poetica" per rispondere ai nostri bisogni più profondi e metafisici. Le sue opere mirano a essere un ponte tra passato e futuro, conferendo "forma poetica alle istanze pragmatiche".

    Preparatevi a immergervi nel mondo di un maestro che ha saputo fondere pragmatismo e poesia, creando oggetti e spazi che non solo funzionano, ma emozionano e ispirano.

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    6 分
  • EP.5 ALFA ROMEO
    2025/07/04

    Ciao a tutti e benvenuti al nostro viaggio nella storia di un'icona dell'automobilismo italiano! Oggi parliamo di Alfa Romeo, un nome che evoca passione, velocità e design inconfondibile.

    Fondata nel 1910 a Milano, nel quartiere del Portello, con il nome originale ALFA (Anonima Lombarda Fabbrica di Automobili), l'azienda ereditò la Società Italiana Automobili Darracq. Da subito, scelse di legare la sua identità alla città di Milano, adottando come marchio la croce rossa e il drago dei Visconti. La prima vettura a uscire dalle officine fu la 24 HP Torpedo del 1910, seguita a breve dalla 40/60 HP Corsa del 1913, capace di toccare i 147 km/h. Un momento chiave fu l'arrivo dell'imprenditore napoletano Nicola Romeo, che non solo aggiunse il suo cognome al nome dell'azienda, ma ne incrementò significativamente la produzione. L'innovazione era già nel DNA, come dimostra la 40/60 HP Aerodynamica del 1914, con le sue velocità "impensabili" per l'epoca.

    Il percorso verso la produzione su larga scala vide protagonista la RL (1922-23), descritta come il primo capolavoro, celebre anche nella sua versione da corsa, la Targa Florio, che conquistò i podi in Sicilia, attirando l'attenzione globale. Fu in questa fase che designer come Vittorio Jano diedero vita a vetture leggendarie, tra cui la Pe, che valse il primo titolo mondiale ad Alfa Romeo. Il nome del marchio si legò indissolubilmente alle corse nei primi anni '30, con la 8C-2300 che trionfò a Le Mans nel 1931 e 1934.

    Nonostante un momento di grande successo, l'azienda fu nazionalizzata nel 1933. Questa fase portò a un focus sulla produzione di veicoli di uso comune, pur mantenendo viva la tradizione di auto sportive eleganti e di alta qualità. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Alfa Romeo si distinse con vetture stradali superlative come la 6C 2500 Super Sport del 1947, un capolavoro di aerodinamica, bellezza e stabilità.

    Gli anni '50 videro un adattamento alle nuove esigenze del mercato: l'azienda scelse di produrre automobili di buone prestazioni a prezzi accessibili, pur non rinunciando al suo spirito sportivo. Sotto la direzione di Orazio Satta, l'industrializzazione avanzò, portando alla nascita di icone come la Giulietta Sprint (1954) di Bertone e la Giulietta Spider (1955) di Pininfarina. La Giulietta, con il suo motore da 1300 cc, dimostrò la capacità di Alfa Romeo di concentrare tecnologia ad alte prestazioni in dimensioni contenute.

    Il decennio successivo ci regalò la Giulia (1962) e, nel 1966, la Duetto di Pininfarina, un modello la cui silhouette affusolata è rimasta in produzione per quasi trent'anni. Gli anni '70 videro l'arrivo della Alfasud (1971), progettata da Giorgetto Giugiaro, che aumentò notevolmente la quota di mercato.

    Fino al 1986, Alfa Romeo rimase sotto il controllo statale attraverso l'IRI. Oggi, parte del gruppo Stellantis dal 2021, continua a celebrare il suo leggendario passato sportivo con modelli dal forte DNA come l'Alfa 4C, ispirata alla 8C Competizione e alla storica 33 Stradale, e i più recenti Tonale, Stelvio, Junior e Giulia, proiettando un'estetica potente e un legame indissolubile con la sua gloriosa storia. Un viaggio attraverso l'ingegneria e la passione italiana, che continua a far sognare!

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    7 分
  • EP.4 ALESSI Storia e Design
    2025/06/30

    Ciao e benvenuti al nostro podcast sulla storia del design! Oggi esploriamo il percorso di un'azienda italiana iconica, sinonimo di innovazione e bellezza: Alessi.

    Fondata nel 1921 a Omegna, Novara, da Giovanni Alessi, l'azienda nacque inizialmente come FAO (Fratelli Alessi Omegna), un'officina specializzata nella lavorazione di ottone e alpacca. Fin dai suoi albori, si distinse per la sua vocazione all'innovazione e alla sperimentazione. Già nel 1929, la produzione si era focalizzata su raffinati articoli da ristorazione e da tavola, realizzati in ottone placcato nickel o argento.

    Intorno al 1935, Carlo Alessi, figlio del fondatore, assunse il ruolo di primo designer dell'azienda. Sotto la sua guida, l'attività passò da una lavorazione puramente artigianale a una vera e propria produzione industriale. Un esempio emblematico di questa transizione è il celebre servizio da caffè Bombé, ideato da Carlo nel 1945 – anno in cui divenne anche direttore generale – e prodotto in quattro diversi formati, incarnando un design dal carattere squisitamente industriale.

    Nello stesso 1945, un altro membro della famiglia, Ettore Alessi, si unì all'azienda, portando la sua expertise nella pressione a freddo del metallo. Questa competenza fu cruciale per l'adozione dell'acciaio inox pressato, un cambiamento dettato dalla scarsa disponibilità di alpacca e ottone nel dopoguerra. A partire dal 1955 circa, Alessi aprì le porte alla collaborazione con designer esterni di rilievo, come Luigi Massoni. Molti oggetti, dal design decisamente avanguardistico, furono prodotti in serie, raggiungendo successi straordinari: pensate, del solo shaker per cocktail Modello n. 870 di Massoni, ne furono venduti ben un milione e mezzo di esemplari.

    Verso la fine degli anni '70, con Carlo Alessi alla presidenza, l'azienda intraprese una nuova direzione, offrendo serie limitate di oggetti firmati da architetti e designer di fama internazionale, tra cui spiccano nomi come Ettore Sottsass e Richard Sapper. Il 1983 fu un anno chiave: Alessi registrò il nuovo marchio Alessi Officina, dedicato a prodotti dal design sperimentale, in qualche modo svincolati dalle rigidità della produzione industriale. Nello stesso anno, Alberto Alessi, figlio di Carlo, lanciò il rivoluzionario progetto Tea & Coffee Piazza. Per questa iniziativa, undici architetti progettarono oggetti in edizione limitata, creando vere e proprie "architetture in miniatura". Questo progetto, nato anche con intenti pubblicitari, portò ad Alessi un significativo riconoscimento internazionale, affermandola come esponente di punta del Post-Modernismo nel contesto delle arti decorative degli anni '80.

    Gli anni '90 videro l'introduzione di ulteriori linee distintive. Ricordiamo la serie Twergi, con oggetti domestici in legno disegnati da maestri come Ettore Sottsass e Andrea Branzi. Ma non solo: Alessi propose anche una serie di oggetti in plastica economici e al contempo di grande stile, frutto della collaborazione con designer come Stefano Giovannoni e Alessandro Mendini. Queste creazioni incarnano al meglio la visione di Alberto Alessi, per il quale "Il design è una disciplina creativa globale con una matrice strettamente artistica e poetica e non solo uno dei tanti strumenti al servizio del marketing e della tecnologia per migliorare i metodi di produzione e aumentare le vendite". Un pensiero che sottolinea la profonda dimensione artistica e poetica insita in ogni oggetto Alessi.

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    5 分
  • EP.3 AIRSTREAM: Icona Americana su Ruote
    2025/06/27

    Ciao! Benvenuti all'episodio di oggi, dove esploriamo la storia affascinante di un'icona americana su ruote! Scoprirete come il sogno di Wally Byam, nato negli anni '20, abbia dato vita a un fenomeno globale.

    Nel 1934, a Los Angeles, prese forma la Airstream, un nome scelto perché i suoi trailer viaggiavano "come lungo una corrente d'aria". L'ispirazione per questo progetto rivoluzionario venne a Byam dopo che i lettori della sua rivista DIY trovarono impraticabili i suoi disegni. Fu così che decise di creare personalmente una roulotte che fosse davvero funzionale, arrivando a progettare la prima in cui ci si potesse stare in piedi, abbassando il pavimento tra le ruote e alzando il tetto.

    La vera innovazione arrivò con l'applicazione di tecniche derivate direttamente dall'industria aeronautica, come le strutture rivettate in alluminio monoscocca e lo streamlining. Questo approccio portò alla nascita del celebre Clipper nel 1936, costruito seguendo principi aeronautici all'avanguardia.

    Nonostante fosse la Grande Depressione degli anni '30, i trailer di Byam conobbero un successo incredibile, con la domanda che superava l'offerta, nonostante il prezzo non fosse esattamente economico. Sebbene la Seconda Guerra Mondiale abbia interrotto bruscamente la produzione a causa delle restrizioni sull'alluminio, Byam non si fermò, lavorando in una fabbrica di aerei e raccogliendo nuove idee.

    Il dopoguerra segnò una rinascita trionfale per Airstream, che nel 1952 vide l'apertura di nuovi impianti in Ohio e California per soddisfare una domanda crescente. Il luccicante Airstream divenne allora il simbolo per eccellenza del Sogno Americano, incarnando lo spirito di libertà e avventura, proprio come i carri dei pionieri, ma in una futuristica forma d'alluminio.

    Alla morte di Byam nel 1962, il suo spirito avventuroso continuò a vivere attraverso una fondazione e il "Wally Byam Caravan Club, International", che oggi conta circa 19.000 membri con i loro trailer e case mobili. L'eleganza di questi veicoli ha generato un vero e proprio fanatismo tra gli appassionati.

    Come diceva lo stesso Byam, l'Airstream è la personificazione di "un eterno sforzo per inseguire lo spirito avventuroso che porta a seguire l'arcobaleno fino alla fine... ed è così che i sogni legati al viaggiare diventano realtà". Unisciti a noi per scoprire come un progetto su carta sia diventato un fenomeno internazionale, un vero e proprio inno alla strada e alla libertà!

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  • EP.2 A&E Design: Design Svedese con Influenze Italiane
    2025/06/23

    Ciao a tutti e benvenuti al nostro podcast di design! Oggi vi portiamo nel cuore della Svezia per scoprire uno degli studi più influenti e innovativi del panorama scandinavo: A&E Design.

    Fondata a Stoccolma nel 1968 da Tom Ahlström (1943) e Hans Ehrich (1942), entrambi con una formazione in design e metallurgia conseguita alla Konstfackskolan di Stoccolma, A&E Design ha fin da subito mostrato una spiccata propensione per l'innovazione. Lo studio si è distinto per la sua ricerca approfondita sull'applicazione delle plastiche e si è specializzato nel design per disabili. Tra i loro contributi più significativi, hanno sviluppato prodotti essenziali per anziani e persone con handicap, come una speciale sedia a rotelle per trasportare i pazienti alla doccia, pratiche sedie da bagno e braccioli con fermo per il bagno. Ma la loro visione ergonomica non si è fermata qui, estendendosi a utensili per Anza e spazzole lavapiatti per Jordan.

    Ciò che rende A&E Design un vero pioniere è la sua filosofia: sono rinomati per lo sviluppo di prodotti innovativi e la creazione di modelli meticolosi. Dedicano una parte significativa del loro lavoro, circa il 20%, allo sviluppo di prodotti propri, perseguendo costantemente la ricerca di un "equilibrio ottimale tra estetica, funzionalità e mercato". Nel 1982, Ahlström ed Ehrich hanno ulteriormente ampliato il loro orizzonte fondando InterDesign, un altro studio che si concentra sulla realizzazione di modelli all'interno delle proprie officine, spaziando dai manichini a prototipi perfettamente funzionali.

    Nonostante A&E Design sia uno studio di punta del design scandinavo, è affascinante notare come molti dei loro prodotti presentino attributi spesso associati al design italiano. I fondatori, infatti, ammettono apertamente l'influenza di designer italiani, in particolare di Joe Colombo, e hanno mantenuto stretti contatti con Milano e la rinomata rivista di design Domus. Questa fusione di culture ha permesso loro di creare un linguaggio di design unico, che unisce la funzionalità nordica all'eleganza mediterranea.

    Il loro impegno e la loro maestria sono stati ampiamente riconosciuti a livello internazionale: vantano ben 14 Excellent Swedish Design Awards e hanno ricevuto tre premi Red Dot per la più alta qualità nel design (Highest Design Quality). Un vero viaggio nel design che unisce innovazione, funzionalità e un tocco internazionale!

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