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Killer Tracks - true crime musicale

Killer Tracks - true crime musicale

著者: Deadbeat Raccoon
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このコンテンツについて

Killer Tracks è il podcast dove la musica incontra il crimine, e il risultato non è mai una hit radiofonica. Io sono Deadbeat Raccoon, il procione DJ che rovista nei cassonetti e ti porto a spasso tra omicidi, sparizioni, dischi maledetti e storie che nessuno vuole raccontare. Niente gossip, solo verità sporche, documenti dimenticati, teorie borderline e artisti finiti male. Ogni episodio è una traccia da seguire, ogni caso un riff tagliato col coltello. Se cerchi pace, cambia canale. Qui il silenzio fa più paura del rumore.Deadbeat Raccoon
エピソード
  • Ep. 8: Altamont - il funerale della Summer of Love
    2025/06/25

    Altamont non è solo il nome di un autodromo malmesso in mezzo al nulla.
    È il luogo dove il sogno hippie è stato sepolto sotto bottiglie rotte, pugni, coltelli… e una chitarra stonata.

    6 dicembre 1969. I Rolling Stones organizzano un concerto gratuito per chiudere in bellezza il tour americano. Doveva essere la risposta West Coast a Woodstock.
    Ma il palco fa schifo, l’impianto audio pure, i Grateful Dead scappano prima di suonare, e la sicurezza è affidata agli Hell’s Angels pagati in birra.

    Cosa potrebbe mai andare storto?

    Nel caos, tra droghe tagliate male, tensioni razziali e acido che cola dagli occhi, Meredith Hunter — 18 anni, nero, armato di pistola — viene accoltellato a morte davanti al palco, mentre gli Stones suonano Under My Thumb.

    E no, non è una leggenda metropolitana: c’è tutto filmato in diretta.
    Il suo omicidio, l’indifferenza generale, il fallimento totale di un’ideologia fatta di fiori e slogan.

    In questa puntata:

    • Chi erano davvero gli Hell’s Angels e perché nessuno li ha mai voluti come buttafuori sobri.

    • Come si è passati dalla Summer of Love al bagno di sangue sotto un palco.

    • I silenzi degli Stones, le immagini di Gimme Shelter e le domande che ancora bruciano.

    • Il processo, le omissioni e il valore di una vita nera negli Stati Uniti del '69.

    • E alla fine, un saluto a chi ha creduto che la musica potesse salvarci da noi stessi.

      Ascolta l’episodio, poi guarda le immagini.
      Senti la chitarra scordata, guarda il sangue sul terreno.
      E prova a dirmi che il rock è solo intrattenimento.

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    30 分
  • Killer Tracks ep. 7 - La ballata interrotta di Elliott Smith
    2025/06/14

    Questa è una storia che parla piano. Come certe confessioni sussurrate alle tre di notte, con la bocca piena di fumo e le dita sporche di sangue e nostalgia.
    Elliott Smith non ha mai urlato. Non ne aveva bisogno. Bastava la sua voce a brandelli, il suono secco delle corde acustiche, quel modo di scrivere canzoni che sembravano lettere d’addio anche quando parlavano d’amore.

    Lo hanno chiamato il Simon & Garfunkel del post-grunge, il Nick Drake degli anni Novanta, l’ultimo cantautore maledetto. Ma lui se ne fregava delle etichette. O forse ci stava male. Fatto sta che mentre tutti volevano spaccare il mondo, lui si spaccava da dentro.

    In questa puntata raccontiamo la ballata interrotta di Elliott Smith, morto a 34 anni con due coltellate al petto e una scia di canzoni da spezzare il cuore a chiunque ne abbia ancora uno. Parliamo della sua musica fragile e spietata, dell'Oscar mancato per colpa di una canadese con l'ugola di Titanic, di amori tossici, diagnosi incerte e stanze troppo silenziose.

    Ma non è solo il racconto di una fine: è un viaggio tra quelli che lo hanno amato, quelli che lo hanno perso, quelli che ancora oggi lasciano messaggi sul muro di “Figure 8”.
    E tra le righe, ci trovi anche un pezzo del tuo dolore.

    Ascolta se ami i cantautori rotti, i dischi che sembrano coltelli e i fantasmi che suonano la chitarra nel retro della mente.
    Non è una puntata. È una veglia.

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    29 分
  • Killer Tracks ep. 6 - GG Allin: live punk, die punk!
    2025/06/01

    C’è chi entra nella storia della musica per aver scritto un capolavoro.
    Chi per aver creato un genere.
    E poi c’è chi ci entra spaccando la porta a calci, nudo, urlando, sanguinante… e coperto di merda.

    Questa è la storia di GG Allin, la scheggia impazzita più indecente che il punk americano abbia mai prodotto.
    Uno che non voleva piacere, voleva schifare.
    Che non suonava per vendere dischi, ma per vomitare addosso al pubblico e ricordargli che la musica era nata per ferire, non per coccolare.

    In questo episodio, Deadbeat Raccoon butta nel cesso due delle sue regole:

    • Niente ironia sulle vittime? E chi ci riesce, se la vittima è lui stesso e ci avrebbe riso sopra.

    • Niente storie di overdose? A meno che quella morte non sia l’inizio di qualcosa di ancora più marcio, leggendario e irripetibile.

    Perché GG Allin non era solo un tossico fuori di testa.
    Era un manifesto vivente.
    Una provocazione ambulante.
    Un suicidio annunciato con microfono in mano e il cazzo di fuori.

    Lo hanno chiamato artista, pazzo, molestatore, profeta, fallito, leggenda.
    Ma una cosa è certa: non puoi ignorarlo.
    Lo ami o lo odi, ma ti resta addosso come il tanfo di un concerto andato male.

    Se siete pronti a sporcarvi, a ridere di cose di cui non si dovrebbe ridere, e ad ascoltare una discesa agli inferi fatta di punk, vomito e verità scomode, siete nel posto giusto.

    E per accompagnare il tutto, trovate anche la playlist ufficiale!

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    31 分

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