
Killer Tracks ep. 6 - GG Allin: live punk, die punk!
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C’è chi entra nella storia della musica per aver scritto un capolavoro.
Chi per aver creato un genere.
E poi c’è chi ci entra spaccando la porta a calci, nudo, urlando, sanguinante… e coperto di merda.
Questa è la storia di GG Allin, la scheggia impazzita più indecente che il punk americano abbia mai prodotto.
Uno che non voleva piacere, voleva schifare.
Che non suonava per vendere dischi, ma per vomitare addosso al pubblico e ricordargli che la musica era nata per ferire, non per coccolare.
In questo episodio, Deadbeat Raccoon butta nel cesso due delle sue regole:
Niente ironia sulle vittime? E chi ci riesce, se la vittima è lui stesso e ci avrebbe riso sopra.
Niente storie di overdose? A meno che quella morte non sia l’inizio di qualcosa di ancora più marcio, leggendario e irripetibile.
Perché GG Allin non era solo un tossico fuori di testa.
Era un manifesto vivente.
Una provocazione ambulante.
Un suicidio annunciato con microfono in mano e il cazzo di fuori.
Lo hanno chiamato artista, pazzo, molestatore, profeta, fallito, leggenda.
Ma una cosa è certa: non puoi ignorarlo.
Lo ami o lo odi, ma ti resta addosso come il tanfo di un concerto andato male.
Se siete pronti a sporcarvi, a ridere di cose di cui non si dovrebbe ridere, e ad ascoltare una discesa agli inferi fatta di punk, vomito e verità scomode, siete nel posto giusto.
E per accompagnare il tutto, trovate anche la playlist ufficiale!