
Killer Tracks ep. 7 - La ballata interrotta di Elliott Smith
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Questa è una storia che parla piano. Come certe confessioni sussurrate alle tre di notte, con la bocca piena di fumo e le dita sporche di sangue e nostalgia.
Elliott Smith non ha mai urlato. Non ne aveva bisogno. Bastava la sua voce a brandelli, il suono secco delle corde acustiche, quel modo di scrivere canzoni che sembravano lettere d’addio anche quando parlavano d’amore.
Lo hanno chiamato il Simon & Garfunkel del post-grunge, il Nick Drake degli anni Novanta, l’ultimo cantautore maledetto. Ma lui se ne fregava delle etichette. O forse ci stava male. Fatto sta che mentre tutti volevano spaccare il mondo, lui si spaccava da dentro.
In questa puntata raccontiamo la ballata interrotta di Elliott Smith, morto a 34 anni con due coltellate al petto e una scia di canzoni da spezzare il cuore a chiunque ne abbia ancora uno. Parliamo della sua musica fragile e spietata, dell'Oscar mancato per colpa di una canadese con l'ugola di Titanic, di amori tossici, diagnosi incerte e stanze troppo silenziose.
Ma non è solo il racconto di una fine: è un viaggio tra quelli che lo hanno amato, quelli che lo hanno perso, quelli che ancora oggi lasciano messaggi sul muro di “Figure 8”.
E tra le righe, ci trovi anche un pezzo del tuo dolore.
Ascolta se ami i cantautori rotti, i dischi che sembrano coltelli e i fantasmi che suonano la chitarra nel retro della mente.
Non è una puntata. È una veglia.