エピソード

  • Puntata del 06/11/2025
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  • Accordo Ue su target clima, -90% di emissioni nocive al 2040 con flessibilità
    2025/11/05

    I ministri dell'Ambiente dell'Ue hanno raggiunto a Bruxelles un accordo sul clima che fissa l'obiettivo di ridurre del 90% le emissioni rispetto ai livelli del 1990 entro il 2040. Dopo 24 ore di trattative, solo Slovacchia, Ungheria e Polonia si sono opposte, mentre Belgio e Bulgaria si sono astenuti. L'Italia, inizialmente contraria, ha sostenuto il compromesso finale. La proposta della Commissione europea rappresenta una tappa intermedia verso la neutralità climatica del 2050. È stata introdotta la possibilità per gli Stati membri di utilizzare crediti internazionali fino al 5% per compensare le emissioni, una misura fortemente voluta dall'Italia, mentre Germania, Spagna e Paesi nordici spingevano per il limite al 3%. Questi crediti, legati a progetti ambientali come riforestazione o investimenti in rinnovabili, dovranno essere di alta qualità. È inoltre previsto che dal 2030 si possa valutare l'uso di un ulteriore 5% di crediti domestici. Rinviata infine al 2028 l'estensione del sistema Ets 2 al trasporto stradale e al riscaldamento degli edifici. Su richiesta italiana, il testo riconosce il ruolo dei biocarburanti e dei carburanti a basse emissioni nella decarbonizzazione dei trasporti, come confermato dal commissario europeo al Clima, Wopke Hoekstra. Ne parliamo con Adriana Cerretelli, editorialista Il Sole 24 Ore Bruxelles.

    La manifattura resiste ai dazi, in calo ma verso ripresa

    Il 2025 sarà un anno di transizione per la manifattura italiana, con un calo del fatturato deflazionato dell'1%, meno marcato rispetto al -2,6% medio del biennio precedente. Il fatturato nominale resterà elevato, a 1.120 miliardi di euro. La debolezza dell'industria è comune anche ad altri Paesi europei, in particolare la Germania. Nel biennio 2026-2027 è attesa una ripresa moderata (+1% medio annuo) grazie al miglioramento della domanda europea, al rientro dell'inflazione e alla ripartenza tedesca. I settori più dinamici nel 2025 saranno la farmaceutica (+3%), l'elettrotecnica (+1,7%) e alimentare e bevande (+1,1%), mentre moda (-3,5%) e autoveicoli e moto (-9%) resteranno in difficoltà. Dal 2026, la crescita sarà trainata dai comparti legati alla doppia transizione digitale ed ecologica: elettronica e meccanica (+2,2%), autoveicoli (+2%), elettrotecnica (+1,9%), largo consumo (+1,7%), farmaceutica (+1,5%) e alimentare (+0,7%). Anche il sistema moda tornerà lievemente positivo (+0,4%). Secondo De Felice, il sistema manifatturiero italiano mostra capacità di adattamento e potenziale di ripresa in un contesto di forte cambiamento. Interviene Gregorio De Felice, capo economista e responsabile Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

    Cerved, Made in Italy vale quasi metà dell'export nazionale

    Le imprese del made in Italy, circa 76 mila, hanno generato nel 2023 ricavi per 637 miliardi di euro e occupato quasi 2 milioni di persone, con una crescita del 4,3% rispetto al 2014, superiore al +3,7% dell'intera manifattura. Secondo il Monitor Cerved, che analizza i settori chiave come agroalimentare, moda, arredo, meccanica, trasporti e farmaceutica, queste aziende mostrano solidità patrimoniale e finanziaria e una forte vocazione all'export. Pur rappresentando solo il 7,8% delle società di capitali italiane, generano il 47,2% dell'export nazionale, pari a 200 miliardi di euro nel 2023. La crescita dovrebbe proseguire con un leggero aumento dei ricavi (+0,2%) nel 2025 e un +1,7% nel 2026. Tuttavia, la sfida principale sarà mantenere la competitività in un contesto segnato da dazi americani e tensioni geopolitiche. Lo studio evidenzia l'importanza di investimenti in innovazione, sostenibilità e diversificazione dei mercati, puntando su India, Sud-Est asiatico e Africa. «La capacità innovativa delle imprese sarà decisiva per restare competitive», sottolinea il ceo di Cerved, Luca Peyrano. Passa nei nostri studi Regina Corradini D'Arienzo, amministratore delegato e direttore generale di SIMEST.

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  • Manovra, Confindustria: vere urgenze risorse da Pnrr e costo energia
    2025/11/04

    Nella seconda giornata di audizioni sulla Manovra si sono confrontati sindacati, associazioni d'impresa e organizzazioni agricole. La Cgil parla di "ritorno dell'austerità", mentre la Cisl valuta positivamente il risanamento dei conti ma critica rottamazione e pensioni. Confindustria sottolinea come le vere urgenze siano l'attuazione del Pnrr e il costo dell'energia, temi chiave per la competitività. Dal fronte sanità, Nino Cartabellotta (Fondazione Gimbe) denuncia un definanziamento strutturale del Servizio sanitario nazionale, con un gap cumulato di 17,5 miliardi nel 2023-26. Sul fronte sociale, il Forum del Terzo Settore apprezza alcune misure ma denuncia risorse ancora insufficienti per combattere la povertà assoluta. Lo Svimez richiama la necessità di superare il criterio della spesa storica e finanziare adeguatamente i Lep per ridurre i divari territoriali. Il commento è di Alberto Orioli, Il Sole 24 Ore.

    Green economy, per l'Italia una foto in bianco e nero

    La Relazione sullo Stato della Green Economy 2025, presentata a Ecomondo, mostra un'Italia in bilico tra luci e ombre: emissioni di gas serra in calo troppo lento, consumi energetici in aumento, forte dipendenza dall'estero e consumo di suolo ancora elevato. L'Italia scivola dal terzo al quinto posto nella classifica europea, mentre Danimarca, Austria e Olanda guidano la transizione verde. Restano punti di forza la produzione di energia da rinnovabili (49% del totale) e il primato europeo nell'economia circolare, con un sistema di riciclo e riuso tra i migliori d'Europa. Tuttavia, la tendenza generale è di rallentamento, con progressi tra i più bassi d'Europa negli ultimi dieci anni. Ne parliamo con Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia.

    Mercato dell'auto in stallo, la componentistica cerca alternative a Stellantis

    Il mercato auto italiano resta debole: a ottobre le immatricolazioni calano dello 0,6% e nel periodo gennaio-ottobre segnano -2,7% rispetto al 2024, con volumi ancora inferiori del 20% rispetto al pre-Covid. Le proiezioni indicano 1,5 milioni di immatricolazioni nel 2025 (-3,6% sul 2024). Gli incentivi elettrici, esauriti in poche ore, potranno dare solo un contributo limitato. Stellantis va in controtendenza e recupera volumi grazie a Fiat, Citroën, Lancia e Alfa Romeo, ma la produzione in Italia resta in forte calo: sotto il mezzo milione di veicoli nel 2024 (-36,8%) e in ulteriore discesa nel 2025. La componentistica italiana - 2.100 imprese, 55,5 miliardi di ricavi e 168mila addetti - teme per il futuro e chiede garanzie sugli impegni industriali del gruppo e nuove strategie per sostenere la filiera nazionale. Approfondiamo il tema con Edoardo Pavesio, Presidente di Sila Group.

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  • Puntata del 03/11/2025
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  • Puntata del 31/10/2025
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  • Istat: Pil stazionario nel terzo trimestre, +0,4% su anno
    2025/10/30

    Nel terzo trimestre 2025 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente e in crescita dello 0,4% su base annua, secondo le stime preliminari dell'Istat. Dopo il -0,1% del secondo trimestre e il +0,3% del primo, la crescita zero non modifica la stima acquisita per l'anno, pari allo 0,5%, in linea con le previsioni del governo. L'aumento del valore aggiunto nell'agricoltura è stato compensato dal calo dell'industria e dalla stabilità dei servizi. Dal lato della domanda, contributo negativo della componente interna e positivo di quella estera netta. Affrontiamo il tema con Carlo Altomonte, Associate Dean e Direttore PNRR Lab, SDA Bocconi, e membro CD Fondazione M&M

    La Bce lascia i tassi fermi al 2%, come da attese

    La Bce, riunita a Firenze, ha mantenuto invariati i tassi: 2% sui depositi, 2,15% sui rifinanziamenti principali e 2,40% sui prestiti marginali. L'inflazione resta vicina al target del 2% e le prospettive restano stabili, sebbene il contesto globale resti incerto per le tensioni geopolitiche e commerciali. Lagarde ha sottolineato che l'economia continua a mostrare resilienza grazie al mercato del lavoro e alla solidità dei bilanci privati. La crescita dello 0,2% nell'area euro nel terzo trimestre è risultata leggermente sopra le attese. La presidente ha inoltre annunciato l'avvio della nuova fase dell'euro digitale, che garantirà privacy, sicurezza e competitività nei pagamenti. Il commento è affidato a Donato Masciandaro, docente politiche monetarie Università Bocconi

    Borse Ue restano in rosso dopo nulla di fatto Bce. A Wall Street giù Meta e Microsoft

    I listini europei chiudono in calo dopo la decisione della Bce di lasciare i tassi invariati e in una settimana intensa per le trimestrali e le banche centrali globali. A Wall Street pesano le vendite su Meta (-11,8%) e Microsoft, penalizzate dalle previsioni di maggiori investimenti in IA, mentre Alphabet sale grazie ai ricavi pubblicitari. In Europa, la crescita del Pil del terzo trimestre è risultata leggermente superiore alle attese (+0,2% nell'eurozona, +0,3% nell'Ue), trainata da Francia e Spagna. A Piazza Affari bene Campari e Tenaris, male Prysmian e Stellantis (-10,1%), colpita dai dubbi sul futuro outlook e dalle incertezze legate alla crisi dei semiconduttori. Affrontiamo il tema con Martina Soligo, Radiocor

    Vertice Usa-Cina, Trump: «Taglio ai dazi e accordo sulle terre rare»

    Donald Trump e Xi Jinping si sono incontrati a Busan raggiungendo un accordo per dimezzare i dazi statunitensi sui prodotti cinesi e rilanciare le esportazioni di soia americana, terre rare e controlli sul fentanyl. Trump ha inoltre annunciato la ripresa dei test sulle armi nucleari, sostenendo di voler mantenere il primato militare Usa. Pechino sospenderà per un anno i limiti all'export di alcune terre rare, sebbene restino in vigore restrizioni introdotte in aprile. L'intesa avrà ripercussioni dirette sull'Unione Europea, come sottolineato dal commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic. Ne parliamo con Marco Masciaga, Il Sole 24 Ore, New Delhi

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  • Corre l'export made in Italy: balzo degli Usa (+34%) grazie alle commesse di navi. Ma l'import è al 76,8%
    2025/10/29

    A settembre l'export extra-Ue dell'Italia cresce del 9,9% grazie soprattutto alle commesse navali e al forte aumento delle vendite verso gli Stati Uniti (+34,4%), trainate da forniture una tantum e, in misura minore, dai prodotti farmaceutici. L'import dagli Usa cresce però ancora di più, +76,8%, contribuendo alla riduzione dell'avanzo commerciale che nei primi nove mesi dell'anno scende a 35,1 miliardi di euro contro i 45,4 del 2024. Crescono le esportazioni di energia, beni strumentali e di consumo non durevoli, mentre calano i beni durevoli. In aumento anche le vendite verso paesi OPEC, Giappone e Svizzera, mentre arretrano Russia, Turchia, Regno Unito e Mercosur. L'Italia conferma la propria vitalità nei mercati extra-Ue, ma resta esposta al rincaro delle importazioni e al rischio di squilibri commerciali con i principali partner. Il commento è di Matteo Zoppas - presidente ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane

    Ue stretta tra Cina e Usa

    Sul fronte della guerra commerciale si respira un rinnovato ottimismo dopo l'annuncio dell'accordo quadro Usa-Cina, che dovrebbe essere formalizzato da Trump e Xi Jinping giovedì in Corea del Sud. Tuttavia, l'Unione Europea resta in posizione scomoda tra Washington, che pretende lealtà, e Pechino, partner commerciale fondamentale soprattutto per Germania, Francia e Italia. Proprio giovedì, mentre Trump e Xi si incontreranno, una delegazione cinese sarà a Bruxelles per discutere con la Commissione europea delle restrizioni sulle terre rare, materie prime di cui la Cina controlla il 60% dell'estrazione e il 90% della lavorazione. Le tensioni diplomatiche sono crescenti: il ministro degli Esteri tedesco Wadephul ha cancellato il viaggio in Cina dopo che Pechino ha annullato gran parte degli incontri previsti, segnale del deterioramento dei rapporti nonostante l'interscambio bilaterale resti elevato. Al summit Ue, Macron ha invocato l'uso dello strumento anti-coercizione per rispondere alla pressione cinese, mentre von der Leyen ha annunciato a Berlino il piano RESourceEU, destinato a garantire all'Europa l'accesso a fonti alternative di materie prime strategiche per difesa, automotive, aerospazio e AI. Ne parliamo con Adriana Cerretelli, Il Sole 24 Ore Bruxelles

    Auto Ue, "mancano chip, stop della produzione imminente"

    L'industria automobilistica europea rischia un imminente blocco produttivo per la carenza di microchip, dopo il divieto cinese di esportare i semiconduttori Nexperia. L'Acea, associazione dei costruttori europei, denuncia che le scorte stanno per esaurirsi e che alcune case prevedono già fermi alle linee di assemblaggio. I chip più colpiti sono quelli semplici, indispensabili per le centraline dei sistemi elettrici. Trovare fornitori alternativi richiederà mesi, mentre gli effetti sull'industria potrebbero manifestarsi in pochi giorni. L'Acea chiede una soluzione diplomatica urgente, e il commissario europeo Sefcovic è in contatto continuo con Pechino per sbloccare la situazione. Da Bruxelles, il ministro Adolfo Urso rilancia la proposta di un Chips Act 2 per rafforzare l'autonomia strategica europea e proteggere le filiere industriali dal rischio di interruzioni. Il commento è di Gian Primo Quagliano, Direttore Generale Centro Studi Promotor

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  • Dividendi, modifiche in vista: soglia al 5% ed escluse le quotate
    2025/10/28

    Il Governo sta valutando modifiche alla norma sulla tassazione dei dividendi prevista in manovra, che aumenta l'imposizione sugli utili distribuiti per partecipazioni inferiori al 10%. Tra le ipotesi allo studio figurano l'esclusione delle società quotate da Piazza Affari, l'abbassamento della soglia dal 10% al 5% e l'introduzione di un vincolo di mantenimento delle quote per almeno un anno. L'articolo 18 della legge di bilancio, al centro delle polemiche, dovrebbe essere rivisto in Parlamento, con l'obiettivo di garantire coperture alternative ai 2,86 miliardi di maggiori entrate previsti in tre anni. La misura nasce per recepire la sentenza della Corte di giustizia UE che ha condannato l'Italia a un rimborso miliardario alle banche. Confrontando le regole europee, il Mef ha notato che la soglia di partecipazione per beneficiare dell'esenzione oscilla altrove tra il 5% e il 10%, e ora valuta di allinearsi ai livelli più bassi. Escludere le quotate mira anche a non penalizzare il mercato dei capitali, già in difficoltà e oggetto di riforma con il nuovo Testo unico della finanza. Ne parliamo con Stefano Firpo, direttore generale di Assonime.

    Amazon, oggi l'annuncio ufficiale dei primi 14.000 esuberi

    Amazon ha ufficializzato un taglio di 14.000 posti di lavoro, concentrato nella struttura amministrativa e non tra operai o addetti alle consegne. La misura punta a ridurre la burocrazia e a reinvestire in settori strategici come intelligenza artificiale e automazione.
    Secondo indiscrezioni, l'azienda mira a sostituire oltre mezzo milione di lavoratori con robot e sistemi di AI entro il 2033, riducendo i costi e aumentando l'efficienza. Oggi Amazon impiega 1,55 milioni di persone nel mondo, di cui 19.000 in Italia, e continua a registrare risultati economici record nonostante i tagli.
    Il caso rappresenta un segnale del cambiamento profondo portato dall'intelligenza artificiale, che non si limita a sostituire mansioni, ma sta ridefinendo la natura stessa del lavoro umano. Il commento è di Guido Di Fraia, Fondatore di IULM AI Lab e membro del board innovazione di IULM con delega all'AI

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