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Pianosa oggi, una speranza a per pochi
- Pianosa. L'isola del diavolo 7
- ナレーター: Silvia Giralucci
- 再生時間: 38 分
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あらすじ・解説
Pianosa, uno scoglio piatto di fronte all'isola d'Elba, nel mar Tirreno, è sempre stata "l'isola del diavolo", sin dai tempi dei romani: una prigione, un "altrove" dove mandare chi era sgradito. Nei suoi 150 anni di storia carceraria, ha attraversato gli snodi fondamentali della storia del nostro Paese: dalle sperimentazioni liberali di fine Ottocento, quando diventata la prima Colonia penale agricola in Italia, al fascismo, dall'antifascismo al contrasto delle emergenze di terrorismo e mafia.
Silvia Giralucci, giornalista, il cui papà fu vittima del primo omicidio delle Brigate Rosse, ci capita in vacanza e ne rimane affascinata. La storia di Pianosa la cattura ancora di più quando scopre che nella sezione di massima sicurezza sono stati detenuti anche alcuni degli assassini di suo padre, insieme ai vertici del terrorismo rosso, e in quelle stesse celle è stata poi imprigionata la cupola della mafia dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio. Il carcere duro lenisce il dolore delle vittime? A cosa serve davvero la pena? Che cosa succede alle persone dentro un carcere di massima sicurezza? Silvia Giralucci ritorna sugli interrogativi che l'assillano fin da bambina, e attraverso le voci di chi ha abitato Pianosa - da bambino, da detenuto, da agente, da guida turistica, da avvocato - racconta i segreti di un luogo sospeso tra inferno e paradiso, esplorando allo stesso tempo il nostro compli-cato rapporto con la pena.
Pianosa oggi è un gioiello del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, un paradiso per i turisti in visita gior-naliera o ospiti dell'hotel Milena, l'unica struttura turistica dell'isola, con appena 12 stanze. Ma un po' di carcere c'è ancora: un piccolo gruppo di detenuti collabora alla manutenzione dell'isola, lavora nell'azienda agricola sorta in quello era il pollaio più grande d'Europa, e lavora al ristorante e al bar con i turisti. È un modo di dare senso alla pena che potrebbe diventare un modello per far uscire i detenuti dal carcere migliori di come ci sono entrati. "Non buonismo, ma qualcosa che ci conviene", dice Silvia Giralucci che racconta le storie di due di questi detenuti e della responsabile della cooperativa Arnera sull'isola, Annamaria Funghi.