エピソード

  • XIX giornata, 15 ottobre - La battaglia di Maida da «Colonna mobile in Calabria nell’anno 1852» di Horace Rilliet
    2025/09/30
    Lasciamo Amato presto e in un incantevole mattinata d'autunno; ci inoltriamo in sentieri fioriti e ombrosi attraverso la montagna.
    L'area pura e fresca che si respira rende il corpo più leggero e l'animo più aperto a tutte le sensazioni piacevoli che sveglia lo spettacolo della natura alle prime ore del giorno.
    Il delizioso sentiero dove marciamo con le sue siepi il biancospino, di gelsomino e di mirto sembra fatto apposta per disporre lo spirito alla beatitudine.
    Ci troviamo in un vero Eden.
    Gli odori più soavi riempiono l'aria, l'allodola fa risuonare i suoi gioiosi gorgheggi e i boschi echeggiano i concerti degli esseri pennuti.
    Talora si passa presso uno steccato che racchiude una casetta, seminascosta tra le folte siepi di bosso.
    Sulla soglia di casa una contadina dal viso fresco ci guarda passare; vicino a lei un pecoraio accarezza uno di quei bei cani dal pelo bianco e fitto, compagno inseparabile del pastore napoletano.

    Luoghi narranti narrati e citati: Amato - Marcellinara - Catanzaro - Vena di Maina - Maida - Strongoli - Cassano All’Ionio - Amantea - Cariati - Monteleone - Cotrone - Curinga

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    Nel diario dei trentaquattro giorni della spedizione, dalla partenza per mare da Napoli per Sapri il 27 settembre, al rientro a Napoli da Pizzo Calabro il 30 ottobre, Rilliet non si limita a descrivere i paesaggi e i costumi dei luoghi attraversati, ma ne riferisce gli avvenimenti storici, specialmente quelli a partire dal 1799, e ne osserva le relazioni sociali.Il volume altro non era che una sorta di “diario” che il suo autore aveva composto al seguito di Ferdinando II di Borbone, in viaggio nelle estreme propaggini del suo regno, tra il 27 settembre 1852 e il 30 ottobre seguente.

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    31 分
  • XVIII giornata, 14 ottobre - L'Amato e il Golfo di Sant'Eufemia da «Colonna mobile in Calabria nell’anno 1852»
    2025/09/29
    Amato è un grazioso paese che da lontano, tutto circondato da alberi e adornato da verdi colline fa un grazioso effetto.
    Salendo a est del paese, dal lato di Miglierina, situato a mezzo miglio da Amato, si gode di una vista magnifica e molto estesa.
    Dall'altro lato della valle, appena un quarto di lega in linea dritta, si trova Tiriolo, addossato alla massa imponente delle montagne che abbiamo percorso i primi giorni; esse discendono rapidamente a est, sino al Golfo di Squillace che limita l'orizzonte.
    A mezzogiorno il terreno si innalza e va a formare la catena delle montagne della Calabria Ulteriore, le cui protuberanze dolci e progressive hanno perso il carattere aspro e di selvaggia maestà della Sila.
    Ad Ovest infine, ai nostri piedi, Amato, più grazioso da vedere che da abitare, e più in là montagne e colline che s’abbassano gradatamente sino al corso del Lamato la cui vasta vallata si estende sino al Golfo di Sant'Eufemia, il mare blu e, all'orizzonte, il cono dello Stromboli col suo pennacchio di fumo.

    Luoghi narranti narrati e citati: Amato - Golfo di Sant'Eufemia

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    5 分
  • Le mani toccano il marmo nero da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    2025/09/29
    Le mani toccano il marmo nero che racchiude il Santo e si ritraggono magnetizzate come da un bagno mesmerico.
    La basilica del Santo a Padova è un fantastico, quasi gangetico Oriente.
    Cerimonia nuziale sfolgorante tra baroccate macabrissime e angelomani, che si bagnano nel sangue medievale.
    Molta teofagia in movimento e singolari effetti di piazza dove, in ordine, stiano succedendo più cose; potrebbe aver luogo anche una parata militare in costumi Conte-Duca di Olivares, Wallerstein, Bonaparte, insegne dopo insegne, e incessante consumo per via tattile del marmo antoniano.
    Fuori si cammina sui piccioni; la statua del Gattamelata ne è coperta come da un fogliame.
    Di fronte, Casa di Giuristi dove abitò Donatello.

    Luoghi narranti narrati e citati: Basilica di Sant’Antonio da Padova - Isola San Michele - Cimitero Protestante e Greco veneziani - Campo de le Gate - Casa di Ugo Foscolo - Piazza San Marco - Sinagoghe Askenazita e Sefardita di Cannaregio - Ghetto Ebraico di Venezia

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.

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    12 分
  • Nella nebbina dell'alba il Po da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    2025/09/27
    Nella nebbina dell'alba il Po coi girasoli sugli argini, qualche lenza che già pende sul nulla.
    Una suora; un vecchio in bicicletta.
    Il buddismo non spiritualizza la materia: vede come materiale tutto quel che si pretende spirituale, vuole raggiungere qualcosa che al di là di questa materia spirituale; si fa sentire ancora al di sotto del primo gradino, quando crede, misurando con la presunzione occidentale, di essere almeno a mezza scala. In duomo, la messa due punti più che mai lontana da Quel-che-è.

    Luoghi narranti narrati e citati: Sacro Monte di Crea - Santuario di Crea - Moncalvo - Casale - Vercelli - Il Paiolo di Vercelli - Via dei Pelipari - Basilica di Sant’Andrea - Casa di Montale - Cimitero di Torino - Cimitero Monumentale di Milano - Famedio - Padova - Venezia

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    19 分
  • XVII giornata, 13 ottobre - Golfo di Squillace da Tiriolo da «Colonna mobile in Calabria nell’anno 1852» di Horace Rilliet
    2025/09/26
    Siamo di nuovo in piedi, prima del giorno, tuttavia oggi, a quanto si dice, la strada non sarà lunga.
    Lasciamo i nostri malati a Tiriolo nel palazzo dell'intendente nelle cui vaste sale è stato installato un ospedaletto provvisorio.
    Vi conduco i miei pazienti che consegno a un vecchio ufficiale, incaricato di curare i malati.
    Raggiungo in seguito la colonna che nel frattempo era andata avanti e ritrovo nella retroguardia mio fratello Alfredo che comanda gli equipaggi del 4°.
    Facciamo la strada insieme, per conto nostro, mangiando un uva eccellente che i contadini occupati a lavorare nei vigneti, sulla costa della montagna, ci hanno voluto offrire.
    Siamo tre fratelli che facciamo questo viaggio nelle Calabrie e per la disposizione della marcia succede raramente che ci incontriamo.In effetti uno fa parte della prima compagnia dei Granatieri del 4° e si trova alla destra, l'altro che comanda la seconda compagnia del 13° è al centro, infine io, messo come chirurgo a sinistra della colonna che raccoglie gli infortunati che restano nella strada.In questo modo avremmo potuto fare il giro del mondo senza mai incontrarci, mantenendo scrupolosamente la stessa distanza tra di noi.

    Luoghi narranti narrati e citati: Golfo di Squillace - Tiriolo - Marcellinara

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  • XVI giornata, 12 ottobre da «Colonna mobile in Calabria nell’anno 1852» di Horace Rilliet
    2025/09/24
    Se questa volta abbiamo dormito da re, non abbiamo però dormito a lungo, in quanto già alle quattro la tromba ci sveglia e ci apprestiamo a fare la nostra toeletta, il meno regalmente possibile, alla luce flebile d’un moccolo da cui la cera cola sulle dita che la tengono e che cade e si spegne nei momenti più critici lasciandoci sbrogliare come possiamo.
    Per procurare dei mezzi di trasporto ai malati, si fa ricorso al sindaco che non si trova, si ricorre all'ufficiale postale che troviamo, ma che non trova niente.
    Ci sarebbe ancora l'ambulanza che sembra fatta per questo. È una specie di Omnibus.
    Ce n'è uno assegnato ad ogni brigata e il cui compito è di caricare i malati che cadono lungo la strada.
    Questo carro filantropico ha otto posti che sono occupati da un chirurgo d'ospedale, un amministratore, che si occupa delle spese eventuali, un infermiere, uno o due soldati del treno per guidare l'equipaggio, un curato per prodigare consolazione agli infermi, che si siedono dove trovano posto.

    Luoghi narranti narrati e citati: Soveria Mannelli - Cicala - Taverna - Tiriolo

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    40 分
  • A Nemi rivedo Aida da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    2025/09/24
    A Nemi rivedo Aida, che sta prendendo tratti bestiali per lo sforzo di perseverare, come nell'unico placamento, nella sua follia.
    Nella casa di cura sono tutti pazzi, deformati, cateterizzati, maleodoranti, tutti i lati del poliedro dello sfacelo umano.
    - Zitta tu ladra! Tu che mi hai rubato l'uovo! L'uovo che era mio! -
    (Si avventa e la picchia, l'altra ha un tumore in testa, riceve i pugni senza reagire ripetendo ininterrottamente una sua cantilena).
    - Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato. -
    Lo prende anche per me il gelato? Panna e cioccolato!
    -Tu sei una sfacciata! Non sai chi è questo signore ...
    Aida si cambia, seduta nuda sul letto; ci vorrebbe la pietà di Rembrandt per disegnarne le deformità.
    Ciascuno è lì sprofondato nella barriera inflessibile del proprio corpo che si sfaceva senza che niente saprà del suo finito; prigione dove si è condannati al buio, mentre sulle finestrine aperte sulla via una mano spietata ha messo una spessa grata.
    In un'altra stanza una donna tossiva, gridava, rantolava: - Non posso urinare! Mi chiami qualcuno! - (invece non era vero aveva i tubi per il suo sollievo) - tutto a posto; fa sempre così ... -
    Ma era prigioniera della sua mente, che gli dice non puoi urinare, e la follia è mille volte più forte di uno strumento meccanico.

    Luoghi narranti narrati e citati: Nemi - Museo Anatomico Morelli Ospedale Forlanini di Roma - Acqui - Casale Monferrato - Palazzo Treville

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.

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    17 分
  • Tutto è più decente, se le vie da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    2025/09/22
    Tutto è più decente, se le vie sono deserte, con qualche rara bicicletta che accenna alla vita senza rumore.
    Alle prime luci, il Ticino è visibile.
    Mi sono avvicinato all'acqua, c'era sul lido ghiaioso un pescatore, c'era un padrone di cani con una cagna e il suo cagnolo.
    Nel castello Cusani Visconti c'erano fino a tre anni fa bambini minorati con suore, poi la politica non ce li ha più voluti (il custode mi parla da una grata mentre la moglie spiana la pasta in cucina) adesso l'Ordine di Malta mantiene una famiglia fortunata di undici vietnamiti profughi del boat people, nel cortile brillano occhi a mandorla vivi e contenti.
    Deluso per la visita negata mi accoglie il buon odore di Dio di una chiesina guignoliana piena di pace con macchie di muffa e pitture gentili.
    Diceva il vecchio che c'è la fiera oggi a Pieve di Porto Morone; il Po è distante per andarci a piedi.
    Una lapide ricorda le stoltizie che diceva comiziando in questo luogo Felice Cavallotti nel 1893.
    Tutto piatto, insignificante, noioso.
    Nel bar entra un impressionante grassone con pancia enorme e molle, cappellone di paglia, voce tremenda, un notabile, ordina vino e pesce discutendo con due amici: - Perché quattro milioni e mezzo io non li faccio! E il sindaco ... -
    Una corriera finalmente mi porta a Pieve di Porto Morrone; vedo le torri della centrale Enel, laggiù, ma non passiamo il Po.
    Credevo di trovare la fiera, invece nessuna festa, il vuoto.
    Al bar Nazionale bevo un dito di birra tedesco e mi domando a chi può piacere questo bere il mondo?
    A un tavolo ci sono cinque giocatori di carte che sembrano in convulsioni tanto li agita e li appassiona il loro stolido gioco, davanti al teleschermo altri tre o quattro abbrutiti seguono un incontro di boxe, una vecchia decorosa legge il "Corriere", la padrona mangia del ghiaccio tritato, due tre mosche mangiano me, io sono costernato.

    Luoghi narranti narrati e citati: Castello Cusani Visconti - Pieve Porto Morone - Castel San Giovanni - Voghera - Pavia

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.

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