• Omelia del VENERDI SANTO (PASSIONE DEL SIGNORE)

  • 2025/04/18
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Omelia del VENERDI SANTO (PASSIONE DEL SIGNORE)

  • サマリー

  • La riflessione del Venerdì Santo offre un'esegesi cristologica del racconto giovanneo della Passione, evidenziando le peculiarità teologiche del quarto Vangelo rispetto ai sinottici. L'omelia sviluppa una lettura che mette in luce la "regalità divina" di Cristo anche nell'ora della sua apparente sconfitta, un tema centrale nella teologia giovannea. Attraverso un'analisi attenta del testo, vengono identificati i punti salienti della narrazione di Giovanni: l'assenza dell'agonia nel Getsemani e delle tenebre sul Calvario; la sovrana dignità di Gesù che "si fa avanti" consapevolmente; il potere della sua auto-rivelazione ("Io sono") che fa cadere a terra i soldati, in un chiaro rimando all'auto-rivelazione divina dell'Esodo; il dialogo con Pilato incentrato sulla regalità e sulla verità; la coincidenza cronologica tra la crocifissione e l'immolazione degli agnelli pasquali nel Tempio; la sete di Gesù come simbolo del suo desiderio di compiere la volontà del Padre; e infine il "Tutto è compiuto" (tetelestai) interpretato non come grido di sconfitta ma come dichiarazione di compimento perfetto. Particolarmente significativa è l'esegesi del "sangue e acqua" sgorgati dal costato trafitto, letti in chiave sacramentale come origine dei sacramenti della Chiesa, seguendo una tradizione interpretativa che risale ai Padri della Chiesa. Questa lettura si inserisce nella più ampia teologia giovannea dei "segni" che rivelano la gloria divina proprio nel momento della massima umiliazione. L'omelia propone poi un'actualisatio attraverso una meditazione esistenziale sui personaggi della Passione, invitando a riconoscersi nelle diverse figure che orbitano attorno alla croce: Pietro, Pilato, la folla, ma anche Giovanni, le donne, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo. Questa riflessione si sviluppa in un esame di coscienza corporeo, incentrato sulle mani, gli occhi e il cuore, creando un ponte esperienziale tra il racconto evangelico e la vita quotidiana. L'interpretazione teologica culmina nella presentazione del mistero pasquale come paradosso salvifico dove la massima debolezza diventa massima potenza, la massima umiliazione si trasforma in massima gloria, e la morte si rivela sorgente di vita. Questa lettura si radica nella tradizione paolina del "chicco di grano" (Gv 12,24) e nella teologia giovannea dell'innalzamento, dove la croce è simultaneamente luogo di umiliazione e di glorificazione.
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あらすじ・解説

La riflessione del Venerdì Santo offre un'esegesi cristologica del racconto giovanneo della Passione, evidenziando le peculiarità teologiche del quarto Vangelo rispetto ai sinottici. L'omelia sviluppa una lettura che mette in luce la "regalità divina" di Cristo anche nell'ora della sua apparente sconfitta, un tema centrale nella teologia giovannea. Attraverso un'analisi attenta del testo, vengono identificati i punti salienti della narrazione di Giovanni: l'assenza dell'agonia nel Getsemani e delle tenebre sul Calvario; la sovrana dignità di Gesù che "si fa avanti" consapevolmente; il potere della sua auto-rivelazione ("Io sono") che fa cadere a terra i soldati, in un chiaro rimando all'auto-rivelazione divina dell'Esodo; il dialogo con Pilato incentrato sulla regalità e sulla verità; la coincidenza cronologica tra la crocifissione e l'immolazione degli agnelli pasquali nel Tempio; la sete di Gesù come simbolo del suo desiderio di compiere la volontà del Padre; e infine il "Tutto è compiuto" (tetelestai) interpretato non come grido di sconfitta ma come dichiarazione di compimento perfetto. Particolarmente significativa è l'esegesi del "sangue e acqua" sgorgati dal costato trafitto, letti in chiave sacramentale come origine dei sacramenti della Chiesa, seguendo una tradizione interpretativa che risale ai Padri della Chiesa. Questa lettura si inserisce nella più ampia teologia giovannea dei "segni" che rivelano la gloria divina proprio nel momento della massima umiliazione. L'omelia propone poi un'actualisatio attraverso una meditazione esistenziale sui personaggi della Passione, invitando a riconoscersi nelle diverse figure che orbitano attorno alla croce: Pietro, Pilato, la folla, ma anche Giovanni, le donne, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo. Questa riflessione si sviluppa in un esame di coscienza corporeo, incentrato sulle mani, gli occhi e il cuore, creando un ponte esperienziale tra il racconto evangelico e la vita quotidiana. L'interpretazione teologica culmina nella presentazione del mistero pasquale come paradosso salvifico dove la massima debolezza diventa massima potenza, la massima umiliazione si trasforma in massima gloria, e la morte si rivela sorgente di vita. Questa lettura si radica nella tradizione paolina del "chicco di grano" (Gv 12,24) e nella teologia giovannea dell'innalzamento, dove la croce è simultaneamente luogo di umiliazione e di glorificazione.

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