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サマリー
あらすじ・解説
La riflessione su Gv 8,1-11 – la pericope della donna adultera – offre un'esegesi profonda di uno dei brani più controversi e significativi del quarto Vangelo. Sebbene molti studiosi lo considerino un'interpolazione successiva (non presente nei manoscritti più antichi), il suo messaggio teologico resta di straordinaria rilevanza cristologica ed ecclesiologica. L'omelia analizza il gesto enigmatico di Gesù che scrive nella polvere, collegandolo alla tradizione profetica veterotestamentaria (Ger 17,13) dove i nomi dei trasgressori vengono "scritti nella polvere". Questo richiamo intertestuale sottolinea come Cristo si ponga nella linea di continuità e compimento della rivelazione profetica. La contrapposizione tra la Legge mosaica (Lv 20,10; Dt 22,22) che prevedeva la lapidazione e la risposta di Gesù ("Chi di voi è senza peccato...") viene interpretata non come abolizione della Torah, ma come sua ermeneutica profonda. L'omelia evidenzia come il Messia attui qui una "cristonomia" che supera l'antinomia tra legalismo farisaico e anomia libertina: la misericordia diventa il criterio ermeneutico della Legge stessa. Il testo omiletico sviluppa una cristologia della kenosis: Gesù che si china rappresenta il Logos che si abbassa alla condizione umana, rivelando un Dio che non giudica dall'alto, ma entra nella polvere dell'umanità ferita – eco della teologia dell'incarnazione giovannea (Gv 1,14). Particolarmente acuta è l'analisi del duplice movimento che si verifica nella pericope: gli accusatori che partono "dai più anziani" (probabile riferimento alla maggiore consapevolezza del peccato che viene con l'esperienza) e il progressivo isolamento che lascia in scena solo Gesù e la donna – immagine dell'incontro salvifico tra il peccatore e il suo Redentore. La frase conclusiva "Va' e d'ora in poi non peccare più" viene interpretata in chiave soteriologica: non mera assoluzione, ma chiamata alla conversione che nasce dall'incontro trasformante con la misericordia. L'omelia evidenzia come questa conclusione anticipi la teologia paolina della giustificazione: il perdono precede e rende possibile la conversione, non ne è la conseguenza. L'attualizzazione proposta nell'omelia collega questa esegesi alla cultura contemporanea, proponendo una via evangelica che supera sia il giudizio impietoso della "cancel culture" sia il relativismo morale che banalizza il peccato. In questo modo, il messaggio biblico viene riletto come proposta di un'antropologia cristiana integrale: misericordia e verità, accoglienza e responsabilità, perdono e chiamata al cambiamento. La pericope diventa così paradigma dell'agire ecclesiale e criterio per una pastorale autenticamente cristiana, in profonda sintonia con l'esortazione di Papa Francesco in Evangelii Gaudium a riscoprire la "gerarchia delle verità" dove la misericordia occupa il posto centrale nel kerigma.