エピソード

  • OLBOBLO - 8 - La soglia
    2025/10/08
    La Soglia è un’opera di Chiara Salin, nata a Rovereto nel 1990. L'opera è stata realizzata nel 2025 presso l’Accademia di Belle Arti di Verona e forma oggi parte della mostra OLBOBLO del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere - Università di Verona.

    La Soglia è un patchwork di stoffe, fili, fettucce e vestiti usati, assemblati e cuciti insieme. Un tessuto nero fa da sfondo alle varie applicazioni multicolore, tra cui spiccano giallo, celeste, bianco e rosso, di varie dimensioni e di vari materiali.

    L’arazzo è stato realizzato cercando di recuperare abiti usati, scelti per il loro valore simbolico e per la loro capacità di custodire tracce di vite, in modo tale da diventare una trama narrativa che rappresenta il limen tra mondi differenti. Accanto al suo significato poetico e concettuale, l’opera fa emergere il tema del riciclo e della sostenibilità ambientale, dimostrando come anche lo scarto possa rivivere in forme nuove.
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  • OLBOBLO - 7 - Echi
    2025/10/08
    Celeste Bombardieri è nata in provincia di Bergamo nel 2002 ed ha realizzato Echi nel 2025 presso l’Accademia di Belle Arti di Verona, ora esposta presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Verona in occasione della mostra OLBOBLO.

    Echi è una grande composizione di due metri per uno e venti, creata unendo fogli e materiali di diverse misure. Alcuni fogli sono lisci e sottili, altri sono più spessi, altri ancora presentano differenti texture. Attraverso la tecnica della collagrafia, in Echi sono stati rappresentati vari animali in migrazione. Si possono riconoscere quelli che volano: uccelli, pipistrelli e farfalle; quelli che attraversano il mare: sardine, balene e tartarughe; infine quelli che si spostano sulla terra: renne, elefanti ed esseri umani. Il tema centrale dell'opera è la migrazione, rappresentata non solo come fenomeno sociale ma come un processo naturale, antico e necessario per l'equilibrio del pianeta.

    Ogni foglio, ogni immagine ed ogni rilievo racconta una storia di viaggio, sopravvivenza e resistenza, intrecciando le esperienze del mondo animale a quelle umane. Echi vuole trasmettere così la percezione che il migrare è un fenomeno naturale, che vivere è un diritto e che conoscere è il primo passo per accogliere.
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  • OLBOBLO - 6 - Untitled
    2025/10/08
    Untitled è un’opera di Celeste Bombardieri, nata a Bergamo nel 2002. Untitled è stata realizzata nel 2025 presso l’Accademia di Belle Arti di Verona e forma oggi parte della mostra OLBOBLO, nel corridoio degli oblò che collega l’edificio ai Palazzi di Lingue e Lettere. Tra due caratteristiche finestre ad oblò è appeso un collage che riproduce una cartina del mondo.

    A prima vista, l'opera si presenta come un mondo intero, fragile e potente. Si tratta di una mappa che tesse continenti e mari con un mosaico di colori brillanti e vivaci, rosso, giallo, verde, blu, che si mescolano e creano giochi cromatici. L'impatto visivo è immediato e incantatore, trasmettendo un senso di armonia e leggerezza. Tuttavia, sotto questa bellezza superficiale si nasconde una verità più profonda e inquietante.

    L'intera cartina è realizzata con migliaia di granuli di plastica, un materiale che non è solo il mezzo dell'opera, ma anche il suo messaggio stesso. Il risultato è un'opera che non ha bisogno di parole, perché i suoi granuli raccontano una storia allo stesso tempo personale e universale, la storia del nostro mondo, scolpito e ridefinito dall'intervento umano. Untitled è una profonda riflessione sul nostro pianeta, luminoso in superficie, ma inciso e modificato dalla nostra presenza. Ci invita a osservare e sentire oltre la prima impressione, a cogliere le contraddizioni e a chiederci quale traccia vogliamo lasciare sulla Terra.
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  • OLBOBLO - 5 - Infiniti
    2025/10/08
    Infiniti è un’opera di Celeste Bombardieri, nata a Bergamo nel 2002. Infiniti è stata realizzata nel 2025 presso l’Accademia di Belle Arti di Verona e forma oggi parte della mostra OLBOBLO del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere - Università di Verona.

    La performance racconta l'incontro tra un corpo e una bara. Su muro bianco sono appesi due elementi: una grande fotografia di 100x180 cm e una video-installazione riprodotta da uno schermo che mostra l’artista in un simbolico incontro con una bara in uno specchio d’acqua.

    Nella prima parte del video, si vede un corpo inginocchiato davanti alla bara, intento a osservare il mare. Dopo un attimo di buio, caratterizzato dal suono continuo del mare, ci ritroviamo con il corpo in mezzo al mare che lascia andare la bara, affidandola all'acqua. È un gesto semplice ma potente, affidare al mare un simbolo di morte come rituale di memoria.

    Non ci sono movimenti bruschi, ma un'azione essenziale che concentra in sé tutto il peso del significato. Infiniti è un atto rituale che restituisce voce a storie invisibili, quelle delle persone rifugiate che hanno perso la vita attraversando il mare. È un omaggio silenzioso e collettivo, un segno che affida all'acqua il compito di ricordare e trasformare la perdita in memoria condivisa.
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  • OLBOBLO - 4 - Matrioska
    2025/10/08
    Matrioska è un’opera di Chiara Salin, nata a Rovereto nel 1990. Matrioska è stata realizzata nel 2025 dal maestro vetraio Tommaso Colesanti e forma oggi parte della mostra OLBOBLO del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere - Università di Verona.

    Matrioska è composta da due matrioske di vetro borosilicato soffiato poste all’interno di una vetrina di plexiglass ideata per l’occasione e raffigura due matrioske di vetro, simboli di due essenze umane che si incontrano in un dialogo intimo e senza opacità. La loro trasparenza diventa metafora di un’utopia relazionale: la possibilità di vedersi e leggersi reciprocamente oltre le superfici, attraversando difetti, fragilità e stratificazioni dell’identità.

    In questo incontro, la vulnerabilità non è debolezza, ma ponte di connessione autentica. Matrioska interroga il concetto di sincerità e apertura nei rapporti interpersonali, evocando un ideale di accoglienza e accettazione reciproca. Un’utopia forse irraggiungibile, ma non impossibile, se fondata sull’amore come principio originario.
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  • OLBOBLO - 3 - Bios
    2025/10/08
    Bios è un’opera di Chiara Salin, nata a Rovereto nel 1990. Bios è stata realizzata nel 2025 presso l’Accademia di Belle Arti di Verona e forma oggi parte della mostra OLBOBLO del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere - Università di Verona.

    L’opera, posta su un piedistallo di ferro battuto, è costituita da una radice levigata e lavorata, concepita per accogliere piccole composizioni di fiori, muschi, funghi e piantine realizzati in plastica di vario genere. “Là dove un tempo scorreva linfa, ora pulsa una nuova materia”. βίος, dal greco antico “vita”, è un termine che non indica semplicemente la vita come forza biologica (zoé), ma la forma di vita: quella che si struttura, si racconta e si modella attraverso i gesti, la cultura e la materia.

    Una vita che non è solo istinto, ma scelta, evoluzione, mutazione. È in questa chiave che l’opera propone una visione paradossale: un futuro in cui la plastica, materia immortale, non si limita a contaminare, ma si innesta nei processi vitali, diventando parte del vivente. Con tono provocatorio, l’opera invita a riflettere su una possibile “natura del futuro”, dove ciò che consideriamo inorganico trova un modo per diventare vivo, sfruttando le risorse della terra e modificando il concetto stesso di vita.
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  • OLBOBLO - 2 - Illustrazioni a Homo Emphaticus di Rebekka Kricheldorf
    2025/10/08
    Illustrazioni per Homo Empathicus di Rebekka Kricheldorf è un’opera di Federica Cortese, nata a Verona nel 2000, ed è stata realizzata nel 2024 presso l’Accademia di Belle Arti di Verona. L'opera forma oggi parte della mostra OLBOBLO del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere - Università di Verona.

    Le illustrazioni esplorano il testo teatrale Homo Emphaticus della scrittrice tedesca Rebekka Kricheldorf, andato in scena per la prima volta nel 2014.

    L’opera inscena una comunità di iper-empatici, esseri asessuati, animalisti, vegani, votati a un’esasperata political correctness e parlanti una nuova lingua, attraverso cui sono capaci di evitare qualsiasi discriminazione sociale, economica, estetica e di genere. Ma quando il reale, incarnato da due personaggi emblematici come Adamo ed Eva, irrompe sul palcoscenico si capisce che questa società apparentemente perfetta fallisce e si rivela, al pubblico, come uno dei mondi distopici descritti da Orwell o da Huxley.
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  • OLBOBLO - 1 - Le coperte di casa
    2025/10/08
    Le coperte di casa è un’opera di Selene Tenca, nata a Pavia nel 1996. Le coperte di casa è stata realizzata nel 2020 presso l’Accademia di Belle Arti di Verona e forma oggi parte della mostra OLBOBLO del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere - Università di Verona.

    Le coperte di casa racconta la rinascita dell’essere umano sulla Terra. L’individuo non è più definito da categorie identitarie tradizionali, ma riconosciuto come creatura appartenente a un ecosistema in equilibrio.

    Dopo un iniziale spaesamento, la creatura umana si riconosce specchiandosi nell’ambiente, che scopre essere la sua casa. L’opera mette in discussione l’egemonia distruttiva della nostra specie e del sistema economico che la sostiene. La sfera in movimento, inseparabile dalla creatura e dal contesto, diventa metafora di un mondo in cui tutte le forme di vita possiedono pari dignità e vivono in interdipendenza. Vegetale, animale, minerale e umano si incontrano in un orizzonte di reciprocità.
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