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Competenze, sovranità e open source: le carte dell’Europa nel gioco globale del digitale
- 2025/03/21
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サマリー
あらすじ・解説
E se la vera opportunità per le imprese europee, nella sfida tra Stati Uniti e Cina sul fronte digitale, fosse già nelle loro mani? Massimo Banzi, creatore di Arduino, intervistato ai microfoni di Radio Next, sostiene proprio questa tesi: nonostante la percezione comune, l'Europa non è affatto marginale nella competizione tecnologica globale. Certo, i grandi colossi digitali rimangono prevalentemente statunitensi, e i passi avanti compiuti dalla Cina appaiono sempre più rapidi e incisivi. Eppure, l’Europa mantiene un ruolo strategico fondamentale, spesso nascosto ai riflettori. Ad esempio, l'olandese ASML è leader mondiale nella produzione di apparecchiature indispensabili per realizzare microchip di ultima generazione.
Ma c'è di più. Banzi vede nella sovranità digitale una vera e propria leva strategica: «è necessario raggiungere una certa autonomia, avere le nostre infrastrutture e software», afferma con decisione. E la chiave per questa autonomia risiede nell’open source, che sta già profondamente modificando il mercato. Aziende come la francese Mistral o Hugging Face stanno emergendo come protagoniste nella corsa agli strumenti di intelligenza artificiale open, offrendo valide alternative ai modelli proprietari americani. E qui nasce una domanda cruciale: è possibile competere globalmente applicando regole specifiche solo per l’Europa?
Banzi sostiene che non solo è possibile, ma che questo rappresenta anche un’opportunità economica: adottare tecnologie open source in server europei significa creare valore, competenze e lavoro in Europa, mantenendo però una collaborazione globale aperta. Un modello già collaudato con successo, come dimostra l'ecosistema Wordpress, diffuso ovunque ma capace di adattarsi localmente alle esigenze normative e di mercato.
Di fronte a uno scenario internazionale sempre più turbolento, quindi, Banzi vede l’incertezza non come un ostacolo ma come uno stimolo positivo. «Il caos generato a livello globale ha fatto partire numerose iniziative europee che prima erano rimaste in secondo piano», spiega. Una visione che dovrebbe spingere le imprese europee a riflettere: e se proprio questo fosse il momento giusto per investire decisamente in una via europea al digitale?