エピソード

  • Episodio 16 - Il grande vuoto, furore di sentimenti
    2025/04/08

    Trasformare il dolore in bellezza: ne saremo capaci? Lo spettacolo Il grande vuoto” prova a risolvere quest’interrogativo, preso a prestito da un’opera dellafumettista Giulia Scotti, riferendosi in particolare al senso dismarrimento che si prova quando un nostro caro, nello specifico la nostra madre, smarrisce via via i suoi ricordi, fino a non riconoscerti più. Un dramma a cui siamo tutti sensibili.

    “Il grande vuoto” è il terzo capitolo di una trilogia, battezzata “La trilogia del vento”, in cui la regista e autrice Fabiana Iacozzilli si è avventurata insieme alla dramaturg Linda Dalisi sui quesiti che ci poniamo quando si comincia a perdere la memoria e si vede più prossima la fine. Va in scena martedì 15 (e in replica mercoledì 16 aprile) alle 21 al Teatro Municipale di Casale Monferrato per un tour che proseguirà fino al 22 maggio. "Il centro del Grande Vuoto - dice la regista Fabiana Iacozzilli - è un po' una domanda sulla memoria, ovvero dove vanno a finire tutti i nostri ricordi, quei pezzi di vita che per molto tempo ci hanno abitati e che lentamente vanno in un luogo non ben definito. Ci siamo rese conto che in un modo o in un altro qualcosa di noi, una scheggia di noi rimane probabilmente fino alla fine". Come parti del monologo di Re Lear che la protagonista, una vecchia attrice malata di Alzheimer, continua a ripetere ossessivamente e che diventeranno lo strumento attraverso cui i figli riusciranno a entrare nel suo mondo.


    La copertina del podcast è di Modus Operandi

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    La musica di sottofondo del podcast è "Harley Davidson" di Beat Mekanik, sotto licenza Creative Commons 4.0, reperibile in Free Music Archive.






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  • Episodio 15 - Tre sorelle, fra sogni e ironia amara
    2025/03/26

    Restituire le contraddizioni dell’animo umano così come sono espresse in Tre sorelle di Čechov, un testo che racconta di sogni irraggiungibili e di desideri inespressi, con l’ironia amara della vita come sottofondo. Questo l’obiettivo di tre attrici della compagnia Stregatti - Assunta Floris, Giusy Barone e Simona Gandini - , partite da un lavoro alla ricerca di storie personali che potessero intrecciarsi con quelle delle sorelle Prozorov, protagoniste del dramma dello scrittore russo. L'allestimento coglie l’essenza del testo, condensando emozioni contrastanti come speranza e delusione, nostalgia e ribellione. Dice Giusy Barone: "Le dinamiche familiari sono le stesse dei tempi di Cechov: si litiga per i soldi, si litiga per le case, si litiga perché i comportamenti altrui ci danno fastidio, però alla fine c'è la tenerezza di una considerazione: che cosa ci rimane se non poi la famiglia come al solito?".

    Lo spettacolo va in scena venerdì 4 aprile, alle 21, al Teatro San Francesco di Alessandria per il segmento Off della stagione.


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  • Episodio 14 - Pignasecca e Pignaverde, avari o parsimoniosi?
    2025/03/21

    Cinquantamila spettatori in una sola stagione per uno spettacolo che voleva essere un omaggio a Gilberto Govi sono una buona ragione per allestirne un secondo. E così, dopo il clamoroso successo della commedia "I maneggi per maritare una figlia", Tullio Solenghi si rimette la maschera dell’attore simbolo della genovesità e veste nuovamente i panni di un padre che si preoccupa di trovare il marito giusto per la figlia. Ma questa volta il personaggio è molto diverso. ”Pignasecca e Pignaverde” è un altro cavallo di battaglia di Gilberto Govi - testo di Emerico Valentinetti -, che ruota attorno alla figura dell'avarissimo Felice Pastorino. Attento al patrimonio familiare, accumulato con sudore, Felice desidera che la figlia Amalia sposi il benestante cugino Alessandro, quarantenne di Sampierdarena, anche lui per lo meno parsimonioso. Le cose andranno diversamente. "Se lo Steva dei Maneggi era un bonaccione, un po' sottomesso alla moglie Giggia - dice Solenghi -, Felice è un avaro con dei lati assolutamente oscuri, che si sente padre padrone e vuole decidere chi sarà il futuro sposo della figlia. Poi emerge anche il lato umano e alla fine si arriva una soluzione di compromesso". "Pignasecca e Pignaverde" va in scena venerdì 28 marzo, alle 21, al Teatro Municipale di Casale Monferrato (AL). Lunga la lista delle repliche dello spettacolo, fra cui due al Teatro Sociale di Camogli (dove ha debuttato), al Carcano di Milano e al Comunale di Ferrara; in Piemonte sarà anche ad Alessandria e a Novi Ligure.

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  • Episodio 13 - Quel Miles un po' Falstaff
    2025/03/18

    Un incontro teatrale molto speciale, dove scenari che ciriportano all’antica Grecia si fondono con la vivacità della Commedia dell'Arte e risuonano perfino echi del teatro elisabettiano. E’ un particolare allestimento del Miles Gloriosus o “Il soldato fanfarone” che va in scena venerdì 21 marzo al Teatro San Francesco di Alessandria, per il segmento off della stagione organizzata con Piemonte dal Vivo. Plauto scrisse questa commedia fra la fine del III e l’inizio del secondo secolo avanti Cristo per ironizzare sulla fine spesso riservata a chi abbina prepotenza e vanagloria. Il regista Luca Zilovich ha lavorato sul testo, ispirandosi a figure contemporanee e facendo del Miles soprattutto un mistificatore della realtà. Gli attori recitano in toga, secondo le regole della "commedia palliata", ma indossano anche le maschere della Commedia dell'Arte. Le musiche di scena sono tarantelle e balli tradizionali del Nord e del Sud Italia che, dice il regista: "mi riportano a qualcosa di ancestrale e, nella mia sensibilità, stanno bene dentro una commedia antica, non potendo fare una ricostruzione precisa di come erano le musiche all'epoca".


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  • Episodio 12 - Raccontare l'Abisso
    2025/03/11

    Si avverte anche l’eredità dei cuntisti siciliani nella tecnica usata da Davide Enia per il suo premiatissimo spettacolo “L’Abisso”, trasposizione teatrale del romanzo “Appunti per un naufragio”, da lui dedicato al dramma delle migrazioni. Il cuntu è un’arte ottocentesca di narrare storie di genere epico-cavalleresco con speciale attenzione alla metrica, alla gestualità del corpo, alla mimica del viso. Un’arte ben nota al palermitano Enia: attore, drammaturgo, scrittore. “L’Abisso”, che approda sabato 15 marzo, alle 21, al Teatro Alessandrino di Alessandria, dopo essere stato rappresentato in oltre quindici nazioni, è figlio - come si è detto - di un romanzo, dove l’autore già premetteva come le nostre parole siano inadeguate a raccontare questa tragedia. Durante lunghe permanenze nell'arco di tre anni a Lampedusa, Enia ha parlato con abitanti, volontari, medici, guardia costiera, pescatori. E ne ha ricavato materiale per un intenso spettacolo di narrazione e di testimonianza, supportato dai suoni di chitarra e loop station di Giulio Barocchieri. "Sono stato l'ago che ha cucito tutto quanto assieme, ma la qualità della stoffa non proviene da me - dice Enia -. E' stato un lavoro collettivo, c'è una pluralità di voci, non è frutto della singola penna dell'artista illuminato".

    Il 9 maggio "L'Abisso" sarà al Teatro Palamostre di Udine per la stagione Contatto del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia.

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  • Episodio 11 - Fra' ovvero San Francesco, performer del Medio Evo
    2025/03/07

    Il Beatle del cattolicesimo, l'influencer medievale che creava prediche come folli opere d’arte, visionarie: così Giovanni Scifoni, attore che si muove in scioltezza fra tv e teatro, dipinge San Francesco in uno spettacolo che ha battezzato “Fra'-La superstar del Medio Evo”. E quel “Fra'” richiama il “Bro” americano, ovvero "fratello" nella lingua dei rappers. Lo spettacolo va in scena giovedì 13 marzo al Teatro Municipale di Casale Monferrato e il tour prosegue sino a fine aprile per tutta la Penisola, toccando Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro, Brindisi, per poi risalire a Belluno, Gorizia e con un'altra data in Piemonte, il 15 aprile ad Alba . Accompagnato da tre musici in tenuta da frate, Scifoni guida il pubblico in un viaggio - dove non mancano momenti di ironia e di comicità - nel mondo di un personaggio capace di comunicare il mistero di Dio con inarrivabile creatività.

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  • Episodio 10 - La Maria Brasca, tigre proletaria
    2025/02/27

    Uno sguardo sulla vita proletaria milanese di fine Anni Cinquanta. E poi l’emancipazione femminile, i contrasti fra individuo e società. E l’amore. C’è tutto questo ne “La Maria Brasca”, storia di un’operaia nata dalla fantasia di Giovanni Testori che sfida la morale dell’epoca con la sua passione e con feroce determinazione. Lo spettacolo, con la regia di Andrée Ruth Shammah, direttrice artistica del Teatro Parenti di Milano, va in scena a Casale Monferrato mercoledì 5 e giovedì 6 marzo. Protagonista è Marina Rocco, che ha ricevuto il testimone da Adriana Asti, interprete di Maria Brasca negli Anni 90. " La potenza che Maria Brasca ha di amare - dice Marina Rocco - , a dispetto di quello che le arriva dall'esterno, e di non rimanere mai nella tristezza, se non qualche secondo, e poi reagire con la più grande e meravigliosa vitalità, sono qualità che io vorrei". Prima a cimentarsi nel ruolo dell'operaia tessile dalla femminilità tigresca che rivendica il diritto alla libertà in amore fu un'altra grande del teatro italiano: Franca Valeri.


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  • Episodio 9 - Il Sior Todero di Goldoni, "paròn" beffato
    2025/02/18

    Somiglia un po' a Logan Roy, l’anziano e burbero magnate della serie televisiva "Succession", ma invece che a New York siamo nella Venezia del Settecento. In Sior Todero, protagonista della commedia di Goldoni, l'ossessione del potere è la stessa del personaggio della fiction. Per nulla al mondo vuole rinunciare al controllo sulla famiglia, ma i suoi piani vanno in fumo: le donne complottano contro di lui e alla fine la nipote avrà lo sposo che voleva. Per Franco Branciaroli, che interpreta il "Todero brontolòn" nell'allestimento di Paolo Valerio, "la vera protagonista è Marcolina: per Goldoni le donne sono esseri superiori". Lo spettacolo, con una decina d'attori, va in scena mercoledì 26 febbraio alle 21, al teatro Alessandrino di Alessandria.

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