Episodio 16 - Il grande vuoto, furore di sentimenti
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Trasformare il dolore in bellezza: ne saremo capaci? Lo spettacolo Il grande vuoto” prova a risolvere quest’interrogativo, preso a prestito da un’opera dellafumettista Giulia Scotti, riferendosi in particolare al senso dismarrimento che si prova quando un nostro caro, nello specifico la nostra madre, smarrisce via via i suoi ricordi, fino a non riconoscerti più. Un dramma a cui siamo tutti sensibili.
“Il grande vuoto” è il terzo capitolo di una trilogia, battezzata “La trilogia del vento”, in cui la regista e autrice Fabiana Iacozzilli si è avventurata insieme alla dramaturg Linda Dalisi sui quesiti che ci poniamo quando si comincia a perdere la memoria e si vede più prossima la fine. Va in scena martedì 15 (e in replica mercoledì 16 aprile) alle 21 al Teatro Municipale di Casale Monferrato per un tour che proseguirà fino al 22 maggio. "Il centro del Grande Vuoto - dice la regista Fabiana Iacozzilli - è un po' una domanda sulla memoria, ovvero dove vanno a finire tutti i nostri ricordi, quei pezzi di vita che per molto tempo ci hanno abitati e che lentamente vanno in un luogo non ben definito. Ci siamo rese conto che in un modo o in un altro qualcosa di noi, una scheggia di noi rimane probabilmente fino alla fine". Come parti del monologo di Re Lear che la protagonista, una vecchia attrice malata di Alzheimer, continua a ripetere ossessivamente e che diventeranno lo strumento attraverso cui i figli riusciranno a entrare nel suo mondo.
La copertina del podcast è di Modus Operandi
Crediti:
La musica di sottofondo del podcast è "Harley Davidson" di Beat Mekanik, sotto licenza Creative Commons 4.0, reperibile in Free Music Archive.