エピソード

  • America Week - Episodio 16
    2025/04/24
    NEW YORK (ITALPRESS) - A pochi giorni dal traguardo simbolico dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca, Donald Trump sembra aver trasformato il potere esecutivo in uno slalom speciale di decisioni, smentite, minacce e tentativi di marce indietro quando è ormai dall'ultimo zig zag prima del precipizio. Un giorno impone dazi, il giorno dopo li sospende. Un'ora annuncia il licenziamento del capo della FED Jerome Powell, quella dopo giura di "non averlo mai detto". Sembra di assistere non a una presidenza, ma a una serie TV che non ha ancora deciso se vuol essere comica o tragica. Wall Street? Sulle montagne russe. I mercati globali col dollaro in caduta libera? Stretti tra panico e speranza, in base all'umore di Trump su Truth Social. Le università americane? Nel mirino di un presidente che accusa Harvard di "antisemitismo" e "tradimento culturale" e alla quale non resta che denunciare l'inquilino della Casa Bianca per oltraggio alla Costituzione. La Corte Suprema? Costretta sabato notte a fermare il tentativo di Trump di continuare a deportare cittadini venezuelani usando... una legge di guerra del 1798!
    Benvenuti nell'Età del Caos. Altro che Età dell'Oro.
    xo9/mgg/gsl (video di Stefano Vaccara)
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    5 分
  • America Week - Episodio 15
    2025/04/18
    NEW YORK (ITALPRESS) - Giorgia Meloni ha lasciato la Casa Bianca dopo il suo primo incontro ufficiale con Donald Trump. “Un confronto leale e costruttivo”, ha scritto in un post social da Washington. Ma quell’incontro è avvenuto mentre, intorno, la democrazia americana mostrava le sue crepe più profonde.
    Meloni è venuta a trattare su dazi e NATO. Ma si è trovata nel mezzo di un vero assedio istituzionale: la Casa Bianca è sotto attacco giudiziario, sfida apertamente la Federal Reserve, minaccia Harvard, simbolo dell’accademia mondiale, e viene pure denunciata dallo Stato economicamente più potente d’America: la California.
    fsc/gtr
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    6 分
  • America Week - Episodio 14
    2025/04/11
    NEW YORK (ITALPRESS) - Il 2 aprile 2025, il Presidente Donald Trump aveva proclamato il suo “Liberation Day”, annunciando tariffe generalizzate su quasi tutte le importazioni. Un 10% fisso, ma con eccezioni esplosive: 34% alla Cina, 46% al Vietnam, 20% all’Unione Europea. Una guerra commerciale globale, dichiarata in un giorno solo. La reazione dei mercati è stata istantanea. Wall Street è crollata: S&P giù del 4,8%, Nasdaq a -6%, 2,5 trilioni di dollari bruciati in pochi giorni. Ma non è finita lì. Anche il mercato dei titoli di Stato americani - i famosi Treasury Bonds - ha cominciato a tremare. Gli investitori hanno iniziato a vendere in massa. I rendimenti sono schizzati in alto. Tradotto: il mondo stava perdendo fiducia nella solidità economica degli Stati Uniti.
    E così, solo sette giorni dopo, il 9 aprile, Trump ha fatto una clamorosa marcia indietro: sospensione per 90 giorni delle tariffe - tranne alla Cina, le cui tariffe sono salite al 125%.
    Come interpretare questa politica del rompo tutto con i dazi ma ora non posso? Ci sono almeno quattro letture.
    xo9/fsc/gsl
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    6 分
  • America Week - Episodio 13
    2025/04/04
    NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Il 2 aprile, dal Giardino delle Rose della Casa Bianca, Donald Trump ha annunciato una nuova raffica di dazi sulle importazioni da una lunghissima lista di paesi, come Cina, Corea del Sud, Viet-Nam, Canada e soprattutto l’Unione Europea. Li ha chiamati “dazi di liberazione”, proclamando ufficialmente il Liberation Day. Ma la reazione dei mercati è stata immediata e devastante: Wall Street ha perso oltre 1.300 miliardi di dollari in due giorni. Gli indici hanno chiuso con cali record, in quella che molti analisti hanno definito una delle peggiori risposte di mercato a un annuncio presidenziale nella storia moderna. CNBC ha commentato: “Peggio del peggior scenario previsto”. Nonostante il crollo, Trump ha confermato di voler andare avanti, rilanciando sui social il concetto che “i dazi sono giustizia economica” e promettendo ulteriori misure. Per molti osservatori, siamo davanti a una testardaggine ideologica che ignora i segnali dell'economia reale. Secondo la maggior parte degli economisti, le convinzioni su cui si basa questa politica sono errate e pericolose.
    xo9/fsc/gtr
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    7 分
  • America Week - Episodio 12
    2025/04/04
    NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Il 2 aprile, dal Giardino delle Rose della Casa Bianca, Donald Trump ha annunciato una nuova raffica di dazi sulle importazioni da una lunghissima lista di paesi, come Cina, Corea del Sud, Viet-Nam, Canada e soprattutto l’Unione Europea. Li ha chiamati “dazi di liberazione”, proclamando ufficialmente il Liberation Day. Ma la reazione dei mercati è stata immediata e devastante: Wall Street ha perso oltre 1.300 miliardi di dollari in due giorni. Gli indici hanno chiuso con cali record, in quella che molti analisti hanno definito una delle peggiori risposte di mercato a un annuncio presidenziale nella storia moderna. CNBC ha commentato: “Peggio del peggior scenario previsto”.
    Nonostante il crollo, Trump ha confermato di voler andare avanti, rilanciando sui social il concetto che “i dazi sono giustizia economica” e promettendo ulteriori misure. Per molti osservatori, siamo davanti a una testardaggine ideologica che ignora i segnali dell'economia reale.
    Secondo la maggior parte degli economisti, le convinzioni su cui si basa questa politica sono errate e pericolose.
    xo9/fsc/gtr
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    7 分
  • America Week - Episodio 12
    2025/03/28
    NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - In pochi giorni, l’amministrazione Trump è piombata in un nuovo vortice di caos istituzionale: informazioni militari classificate lasciate fuori controllo e senza responsabilità, attacchi alla magistratura, proteste universitarie e libertà di pensiero represse, tensioni con l’ONU e una guerra commerciale rinforzata con dazi sulle auto straniere.
    Tutto è esploso il 13 marzo, quando il Consigliere per la Sicurezza Michael Waltz ha creato una chat su Signal per coordinare un attacco contro i ribelli Houthi in Yemen. Tra i partecipanti: il vicepresidente J.D. Vance, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, il Segretario di Stato Marco Rubio, il direttore della CIA John Ratcliffe, la direttrice dell’intelligence Tulsi Gabbard e altri membri del gabinetto. Ma Waltz, incredibilmente, ha incluso anche Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic.
    Ignari della presenza del giornalista, i funzionari hanno discusso liberamente dettagli operativi, con Hegseth in particolare che ha condiviso target, armamenti e tempistiche. Goldberg ha pubblicato parte della conversazione, omettendo ciò che riteneva “top secret”. Ma quando l’amministrazione ha cercato di screditarlo, sostenendo che la chat non contenesse materiale classificato, The Atlantic ha pubblicato nuovi estratti, smentendo la Casa Bianca.
    L’uso di un’app commerciale per un’operazione sensibile ha fatto esplodere la polemica. Senatori di entrambi i partiti parlano ora di “gestione arrogante e caotica” della sicurezza nazionale. E il paradosso non sfugge: gli stessi che attaccarono Hillary Clinton per email private, oggi minimizzano un errore ben più grave.
    Il Congresso ha convocato in audizione, a porte chiuse, figure centrali come Kash Patel, John Ratcliffe e Tulsi Gabbard. I toni sono stati tesi. Waltz è al centro della bufera, ma è soprattutto Hegseth, che ha postato le informazioni più delicate, ad essere considerato il vero responsabile. I messaggi rivelavano dettagli dell’attacco fino a due ore prima dell’azione, mettendo a rischio la vita di piloti americani.
    Ora, su Hegseth pende anche una denuncia legale da parte di una ONG, per aver violato le norme federali sull’uso di canali non protetti. Il giudice sorteggiato per il caso? James Boasberg, lo stesso che ha bloccato le deportazioni dei venezuelani.
    Intanto, i tribunali federali hanno bloccato gli ordini esecutivi di Trump sulle deportazioni immediate di migranti senza udienza. Trump ha reagito accusando i giudici di sabotaggio. Ma a dar man forte alla Casa Bianca è stato lo Speaker Mike Johnson, che ha detto: “Il Congresso controlla i fondi dei tribunali. Se continuano così, possiamo chiudere interi distretti”.
    Una minaccia senza precedenti all’indipendenza della magistratura, che ha scatenato l’allarme anche tra giuristi conservatori. Sempre più voci parlano di una crisi costituzionale imminente.
    Ma la tensione non si ferma a Washington. Alla Tufts University, una studentessa turca, Rumeysa Ozturk, è stata arrestata da agenti in borghese, dopo che mesi fa sul giornale dell'università aveva firmato un articolo che attaccava la politica israeliana a Gaza considerandola “genocida”. Le autorità parlano di “retorica antisemita”, ma testimoni e avvocati smentiscono. Le proteste si sono estese a Columbia, Stanford e Chicago, dove sono stati fermati altri studenti.
    Organizzazioni civili parlano di violazione del Primo Emendamento e denunciano un clima da repressione autoritaria.

    sat/gsl
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  • America Week - Episodio 11
    2025/03/21
    NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Negli ultimi giorni, l'amministrazione Trump ha scatenato una vera e propria battaglia su più fronti, facendo tremare le istituzioni americane. Dallo scontro senza precedenti con la magistratura alla chiusura di emittenti storiche come Voice of America, passando per attacchi alle università e la risposta alle proteste contro Elon Musk, la Casa Bianca sta ridefinendo i confini del potere. Il tutto mentre il mondo osserva con il fiato sospeso i suoi colloqui con Putin e Zelensky. Il presidente ha lanciato una crociata contro i giudici federali che hanno bloccato le sue politiche, chiedendone l’impeachment in un attacco senza precedenti all’indipendenza della magistratura. Il bersaglio principale? James Boasberg, il giudice che ha bloccato la deportazione di presunti membri di gang venezuelane, decisa dalla Casa Bianca con il controverso Alien Enemies Act del 1798. Trump lo ha definito un "radicale di sinistra" non eletto da nessuno, minacciando di spazzare via quei giudici che ostacolano la sua agenda. Ma qui è arrivata la risposta più potente della settimana: il presidente della Corte Suprema, John Roberts, ha spezzato il silenzio e ha attaccato Trump con parole durissime. "L’impeachment non è una soluzione alle sentenze sgradite," ha dichiarato Roberts, ribadendo che negli Stati Uniti esiste un processo di appello per queste decisioni, ricordando anche al presidente che i giudici federali sono nominati a vita e non eletti - come quelli della Corte Suprema - proprio per non poterli condizionare politicamente. Uno scontro frontale tra poteri dello Stato che per ora vede Trump agire con prudenza rispetto alla “tirata d’orecchie” ricevuta dal più importante giudice della Corte Suprema, ma che se andasse avanti potrebbe provocare un terremoto istituzionale mai visto prima nella storia degli Stati Uniti. Negli stessi giorni, l'amministrazione Trump si è trovata a gestire una crescente ondata di proteste contro Elon Musk, oggi a capo del DOGE, il Dipartimento per l’Efficienza Governativa. Manifestazioni violente hanno preso di mira la sua Tesla, con attacchi incendiari ai concessionari dell’azienda di automobili in diverse città. L’Attorney General Pam Bondi ha reagito senza mezzi termini: gli atti vandalici contro Tesla saranno trattati come “terrorismo interno”. Ma può davvero il governo equiparare atti di vandalismo alla minaccia terroristica? Se la libertà accademica aveva già subito colpi sotto questa amministrazione, l’ultima settimana ha segnato un’escalation. Badar Khan Suri, un ricercatore della Georgetown University munito di visto e di nazionalità indiana, è stato arrestato dalle autorità federali con l’accusa di diffondere propaganda pro-Hamas. Per il suo avvocato è una persecuzione politica, e il vero motivo del suo arresto è la moglie palestinese. Questo caso ha sollevato un’ondata di indignazione nel mondo accademico, con professori e studenti che parlano di una caccia alle streghe in stile McCarthy. Il rischio? Un clima di paura che potrebbe soffocare il dibattito libero nelle università americane.
    In cinque giorni, Trump ha dichiarato guerra alla magistratura, stretto il pugno contro accademici e manifestanti, chiuso storiche emittenti e provato a imporre il peso della sua amministrazione nella politica globale.
    Alcuni pensano che sta smantellando il “deep state”, lo “stato profondo”, altri vedono in questi eventi un pericoloso assalto alla democrazia americana.

    xo9/gtr/sat
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  • America Week - Episodio 10
    2025/03/14
    NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Con Wall Street in picchiata la Casa Bianca di Trump sembra un Castello di Carta. La presidenza di Donald è sempre stata un ottovolante, ma questa settimana il tracciato punta dritto verso un burrone. In soli cinque giorni, le sue decisioni erratiche hanno scosso Wall Street, allarmato gli alleati e persino diviso il suo partito. Se i dazi non sono una tattica, ma la strategia di lungo termine di Trump per “Make America Great Again”, cosa succederà quando l’inflazione salirà e il potere d’acquisto degli americani crollerà?
    Trump ha sempre vantato il suo ruolo nel mantenere l’economia forte, ma ora la sua guerra dei dazi sta facendo crollare la fiducia di Wall Street.
    L’ultima impennata delle tariffe su acciaio e alluminio canadesi - fino al 50% - ha gettato nel panico gli investitori. L’S&P 500 è già sceso oltre il 10% dal suo massimo, e dietro le quinte i CEO delle grandi aziende preparano una ribellione.
    "Se il mercato crolla oltre il 20%, inizieranno ad attaccare pubblicamente Trump", ha rivelato una fonte al Wall Street Journal. Se l’economia affonda, anche il più grande argomento elettorale di Trump potrebbe trasformarsi nella sua rovina.
    Intanto mentre le azioni Tesla precipitano, Trump cerca disperatamente di salvare Musk. Il Dipartimento dell’Efficienza (DOGE), affidato a Elon Musk, è sotto accusa per licenziamenti selvaggi, tagli senza criterio e un piano per privatizzare la previdenza sociale. Trump interviene? No, anzi. Si fa filmare mentre compra una Tesla alla Casa Bianca.
    Minaccia anche azioni contro chi specula su Tesla e chi protesta contro Musk. Ma i mercati non si controllano con le minacce. La fiducia in Musk sta evaporando.

    xo9/gsl/sat
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