『È scherzo od è follia』のカバーアート

È scherzo od è follia

È scherzo od è follia

著者: Rete Toscana Classica
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このコンテンツについて

Questa è una breve storia delle risate in musica. Con questo intendiamo proprio il fenomeno delle risate (ah, ah, ah, ah!), non degli scherzi musicali o dell’umorismo. Il ridere è da sempre un qualcosa di ambiguamente umano, legato alla tecnica e all'intelligenza come alla follia e alla stupidità, al potere come alla disperata mancanza di potere, al trasporto erotico come al distacco razionale. In un tour de force di sei puntate, userò la storia della musica (dal 1560 al 1960 circa) come un archivio sonoro di rappresentazioni di risate, per interpretare poi volta per volta questo archivio in senso storico, filosofico, e politico. Attraverso la musica, e da ben prima dell’invenzione del fonografo, possiamo infatti ascoltare la risata in tutta la sua infinita complessità narrativa, sonora, psicologica, e politica, dalla risata madrigalesca alla risata isterica operistica, dalla risata della maschera teatrale alla crudeltà dissacrante di folle impazzite e automatizzate. Si esplicitano e dipanano, attraverso questa cascata di voci sghignazzanti, rapporti di potere incentrati su genere, razza, specie e classe, in bilico tra il dire e non dire, tra il grido e il nodo in gola, tra il favellare umano e le espressioni di tutto ciò che - in un modo o nell’altro - escludiamo dalla categoria del propriamente umano. Immagine: un particolare da The Laughing Audience di William Hogarth (1733), conservato al Metropolitan Art Museum di New York.© 2025 Rete Toscana Classica 音楽
エピソード
  • Uccellini, streghe, madrigali
    2025/04/28

    Si parla della lunga parentela della risata musicale – dal tardo medioevo ai madrigali cinquecenteschi e secenteschi, alle opere di Purcell – con effetti sonori animaleschi, fisiologici, e stregoneschi. Al culmine del rinascimento, la musica, insieme alle altre arti, diventa un mezzo per definire, tornire, ed esplorare il concetto di umano, un concetto in fieri tutt’oggi. La risata – che, come disse Rabelais chiosando Aristotele, “è propria dell’umano” – è uno degli elementi chiave della figura umana plasmata in musica.

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    1 時間
  • Ragionare o sragionare?
    2025/05/05

    Da Rameau a Mozart, con l’emergere di concezioni illuministe che privilegiano la ragione umana come fondamento della società civile, la risata comincia a essere rappresentata nell’opera come un fenomeno al limite tra ragione e sragionamento, tra il parlare bene e lo sparlare, tra l’uso proprio e improprio del pensiero e linguaggio. Dall’Aria della Follìa nel Platée, all’Aria della regina della notte de Il Flauto Magico, la follìa tende ad assumere sembianze femminee e ridenti, ma con versanti crescentemente violenti e spaventosi. Ma non finisce qui. In ambito teatrale, la risata significa anche il gioco, da parte dei personaggi, con la relazione tra sembianze ed essenze, e tra convenzione sociale e desiderio. Sia il Don Giovanni, con la sua riflessione sul libertino e i limiti morali e sociali della sua libertà, e ancor di più, il Così fan tutte, con le sue farse, i suoi esperimenti sociali, e i suoi costumi orientalisti, ci offrono la risata al momento preciso in cui qualcuno o qualcosa viene smascherato.

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    56 分
  • Isterie, umiliazioni, finzioni
    2025/05/12

    L’opera ottocentesca ha il suo modo particolare di affrontare la risata, che riprende e sviluppa i temi del teatro d’opera settecentesco. Ci sono risate di gruppo che servono, come nel Freischütz di Weber e nel Falstaff di Verdi a umiliare chi (come Don Giovanni, ma con esiti ben diversi) “desidera” troppo. Sempre in Verdi, poi, si sente l’eredità di Mozart nel tema della maschera e della tensione tra sembianze e realtà e tra convenzione e desiderio, ora elaborati con sottotoni più cupi, anche quando, tecnicamente, si ride. La maschera continua anche a essere uno strumento di gioco e di potere, come nel Fledermaus di Strauss, in cui la serva Adele si maschera da nobildonna per andare a un ballo sfarzoso. Nell’ambito tardo ottocentesco del verismo e dell’operetta, l’idea dello sragionare ridendo è spinta a estremi tragicomici, specie nei personaggi femminili. L’isterica e la bambola meccanica diventano – da La Navarraise di Massenet all’Olympia dei Contes d’Hoffmann di Offenbach – due volti della stessa figura misogina della donna priva (per natura e/o circostanza) di ragione.

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    49 分

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