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Il poliziotto Agostino a caccia di mostri - Parte 3
- Armisanti! Vite mafiose e morti ordinarie 9
- ナレーター: Gaetano Pecoraro
- 再生時間: 40 分
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あらすじ・解説
Le "Armisanti", letteralmente "Anime Sante", sono gli spiriti venerati da un'antica credenza popolare siciliana. Si pregavano i dannati, quelli che in vita avevano sparso sangue e sofferenza nel mondo.
Bernardo Provenzano, Tommaso Buscetta, Nino Madonia, Matteo Messina Denaro: anche i boss di Cosa Nostra possono essere "Armisanti". Secondo il vecchio culto, rimarranno per sempre intrappolati in mezzo a noi, nell'attesa di redenzione. Così come gli spiriti delle loro vittime che, invece, attendono giustizia.
Sono persone comuni, come tutti noi: un medico brillante, la commessa di una lavanderia, un poliziotto semplice e un direttore di hotel. Morti ordinarie in un gioco pericoloso fra Stato e Antistato. Attraverso gli occhi delle Armisanti, la mafia è tutta un'altra storia.
Il poliziotto Agostino a caccia di mostri - Parte 3
Dopo 31 anni il processo per la morte del poliziotto Agostino non si è ancora concluso. Il padre ottantenne, che non taglia la barba da quel tremendo giorno di agosto, in cui il figlio, la nuora e il loro bimbo non ancora nato vengono assassinati, si ricorda di uno strano personaggio che gli aveva fatto visita poco prima che Agostino morisse. "Era brutto e aveva la faccia tutta rovinata" - dice.
Anche gli uomini d'onore di Cosanostra iniziano a parlare di quest'uomo dal volto sfigurato e molti di loro, sempre più spesso, lo accusano dell'omicidio del poliziotto. La procura cerca di individuare il personaggio con la grossa cicatrice, ma per anni nei fascicoli viene indicato solo con un soprannome: "Faccia da mostro".
I collaboratori di giustizia lo coinvolgono nelle principali stragi italiane, anche in quella di via D'Amelio, in cui morì Paolo Borsellino. Quando si parla di depistaggi e omicidi di Stato, Faccia da Mostro è sempre presente. Ormai è chiaro a tutti che l'eccidio del poliziotto Agostino sia avvenuto per proteggere interessi molto più grandi.
La sua è una delle storie più nere della Repubblica e anche il capitolo finale di questo viaggio fra vite mafiose e morti ordinarie di tanti innocenti.