
Restare o tornare nei borghi dell’Appennino distrutti dal terremoto del 2016 - Di Maria Piera Ceci
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II 24 agosto 2016, alle ore 3,36, una scossa di terremoto di magnitudo 6 colpì il cuore dell'Italia, quella zona incastrata fra Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo. 299 persero la vita: 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata, 11 a Accumoli. Si piansero i morti, poi per coloro che avevano perso la casa arrivò la sistemazione altrove, sulla costa, negli alberghi. Poi vennero le cosiddette casette, ma per molti ormai la vita era altrove. Molti borghi da quel 2016 hanno rischiato di rimanere deserti. Oggi investimenti sui trasporti, sulla digitalizzazione, aiuti alle imprese e alle start up, stanno facendo rivivere questi paesi dell’Appennino. Ed è questo che si vuole raccontare nel Festival della Restanza e della Tornanza che si svolge a Colli del Tronto, vicino San Benedetto del Tronto, nelle Marche. Ospiti Guido Castelli, commissario straordinario per la riparazione ei ricostruzione post sisma 2016, il direttore artistico del festival Stefano Zurlo e l’imprenditore Stefano Panichi, che costruisce arredi urbani con le macerie del terremoto.