
Quote di genere: la nuova era dei CDA Europei
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Sappiamo che l’Italia non ha ancora recepito formalmente questa direttiva, ma solo perché da tempo si ispira già all'antesignana Legge Golfo-Mosca, capostipite di tutte le normative sulla parità di genere e ormai parte integrante dell'alveo, oggi molto ampio, della legislazione di compliance normativa. Di fatto, quello che nel nostro Paese è stato inculcato per legge 13 anni fa, con buona pace dei refrattari alle quote rosa, diventa ora standard europeo, rafforzando un percorso che va in tutt’altra direzione rispetto a quello scelto recentemente dagli Stati Uniti (ne abbiamo parlato qui). Quello che mi interessava capire, ad ogni modo, è chi possa fare davvero la differenza quando, in azienda, bisogna lasciare spazio alle donne. I general counsel, da un lato, non si limitano più agli aspetti puramente legali, ma assumono spesso anche la responsabilità diretta delle iniziative di D&I, traducendo gli obblighi normativi in strategie aziendali effettive. Gli HR director, dal canto loro, hanno certamente un compito cruciale: non solo selezionano i candidati, ma creano percorsi di crescita professionale che potrebbero permettere anche alle donne di raggiungere posizioni apicali. E gli amministratori delegati? Sono loro che possono accelerare il cambiamento culturale, allocando risorse e stabilendo le priorità che riguardano il capitale umano.
Chi ha veramente un ruolo?
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