Ciao e benvenuta/o a questo nuovo episodio.
Oggi voglio parlarti di qualcosa che tocca ciascuno di noi, anche se a volte facciamo fatica ad ammetterlo.
Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra cambiare: una partenza, la fine di una relazione, un trasferimento, o anche un figlio che lascia casa per un’esperienza all’estero.
Sono passaggi che portano con sé emozioni profonde, spesso difficili da nominare, ma che hanno il potere di farci sentire soli, persi, come se ci mancasse un pezzo di cuore.

Ecco, oggi voglio stare lì con te, in quello spazio fragile tra ciò che è stato e ciò che sarà.
Voglio parlarti dei lutti invisibili – quei dolori legati non tanto alla morte, ma alla distanza, alla trasformazione, alla perdita delle nostre certezze.
Ti guiderò in questo viaggio dentro le emozioni che accompagnano il cambiamento, per aiutarti a scoprire che anche nel dolore può nascere un seme di fiducia, di speranza.
Perché, anche quando sembra che una porta si chiuda per sempre, spesso, se guardiamo bene, un’altra si apre.

Se ti ritrovi in questo momento, se senti anche tu quel filo sottile del cambiamento, questo episodio è per te.

Pronta/o? Allora cominciamo insieme.

Se senti il bisogno di approfondire, restare in contatto o intraprendere un percorso insieme, mi trovi anche qui:📩 Email: erikazerbini.it@gmail.com🌐 Sito web: ⁠⁠⁠⁠⁠www.erikazerbini.it⁠

In questo episodio ti porto con me dentro storie affascinanti e toccanti: quelle dei bambini cosiddetti “selvaggi”, come Amala e Kamala, cresciute tra i lupi nella giungla indiana, o Victor, ritrovato nei boschi dell’Aveyron in Francia all’inizio del 1800. Storie che mettono in discussione tutto ciò che diamo per scontato sull’essere umani.

Cosa accade a un corpo, a una mente, a un cuore che cresce lontano dal linguaggio, dalla cultura, dalle relazioni umane? Queste vite “altre” ci interrogano profondamente: quanto del nostro essere è naturale, quanto è costruito? Cosa resterebbe di noi senza la società che ci ha formati?

Attraverso queste storie – tratte da un testo dell’antropologo David Le Breton – ci addentriamo nei territori della linguistica, delle emozioni, della mente, della plasticità del cervello e del nostro bisogno di significato.

Un viaggio tra domande senza risposte certe, ma con una certezza: siamo molto più di quanto ci hanno insegnato. E possiamo sempre esplorare nuovi modi di essere e sentire.

Se anche tu senti il bisogno di togliere, ogni tanto, i paraocchi e guardarti intorno con occhi nuovi, questa puntata è per te.

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In questa puntata riflettiamo su come la nostra società ci chieda costantemente di misurare, confrontare, dare un valore al dolore e alla perdita. Ma davvero si può mettere su una scala la sofferenza? Davvero un lutto vale più o meno di un altro in base al tempo, all'età, alla visibilità?

Attraverso parole sincere e domande scomode, mettiamo in discussione il modo in cui ci è stato insegnato a vivere (e pesare) il dolore. Parliamo di verità soggettive, della necessità di non giudicare né giudicarci, e dell'importanza di essere accolti senza doverci giustificare.

Un invito ad ascoltare, a sentirsi visti e riconosciuti, anche (e soprattutto) quando il dolore è invisibile agli occhi degli altri. Perché ogni vita ha valore, anche solo per un secondo, e ogni emozione merita di esistere.

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