Ep. 82: Giuseppe Culicchia - Dalla provincia al cuore letterario di Torino
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Giuseppe Culicchia racconta la sua storia partendo dalle origini: figlio di un barbiere di Grosso Canavese e di un'operaia tessile, è cresciuto in un paesino senza librerie né biblioteche. Eppure, proprio in quel contesto apparentemente privo di stimoli culturali, è nata la sua passione per la lettura, alimentata da un padre che, pur non avendo molti soldi, ordinava volentieri i libri che il figlio desiderava.Il 15 dicembre 1976 segna uno spartiacque nella sua vita. Tornando a casa da scuola, appena undicenne, trovò la famiglia in lacrime: Walter Alasia, suo cugino e figura fraterna, era stato ucciso dopo essere entrato nelle Brigate Rosse. Quel giorno decise che avrebbe raccontato chi era Walter prima di diventare un brigatista. Ci avrebbe impiegato 45 anni.Il percorso verso la scrittura non fu semplice. Scoraggiato dall'iscriversi al liceo classico, frequentò ragioneria studiando materie che detestava. Ma proprio questo lo spinse a rifugiarsi ancora di più nella letteratura. La scoperta di Hemingway, attraverso una copia di "Fiesta" trovata in casa, fu una rivelazione: capì che la scrittura poteva restituire voci autentiche, trasformare personaggi in persone vere.La sua gavetta passa per i luoghi simbolo della cultura torinese: piccole librerie, il primo Salone del Libro del 1988 (dove incontrò Fernanda Pivano, pensando che quella mano aveva stretto quella di Hemingway), la Libreria Internazionale del Salone con i suoi orari massacranti ma che gli garantivano sempre mezza giornata per scrivere.L'incontro con Pier Vittorio Tondelli fu decisivo. Tondelli pubblicò cinque suoi racconti nell'antologia "Under 25-3" del 1990 e gli suggerì di scrivere un romanzo. Nacque così "Tutti giù per terra" (1994, Garzanti), il cui protagonista si chiamava Walter - unico modo che aveva all'epoca per ricordare il cugino.Il grande successo arrivò nel 2005 con "Torino è casa mia" (Laterza), nato dall'idea di raccontare la città come se fosse un appartamento. Il libro vendette 250.000 copie e divenne una guida per chi arrivava a Torino durante le Olimpiadi del 2006, scoprendo una città ben diversa dall'immaginario della "città-fabbrica."Dall'aprile 2025, Culicchia dirige la Fondazione Circolo dei lettori. La sua visione per il Circolo dei lettori e delle lettrici è chiara: non solo presentare novità editoriali, ma anche approfondire il catalogo e promuovere un "Dialogo Aperto", titolo della nuova stagione del Circolo In un'epoca di scontri e contrapposizioni, richiama le parole dell'arcivescovo Zuppi: "Dove cessa il dialogo inizia la barbarie." Uno dei primi cicli di incontri che ha ideato parte dal Novecento italiano: avanguardie artistiche, guerra civile, boom economico, terrorismo e stragi di mafia. Cinque momenti per riflettere sul presente attraverso il passato, quel "secolo breve che fatica a finire."Il primo ciclo di incontri che ha organizzato parte dal Novecento italiano: avanguardie artistiche, guerra civile, boom economico, terrorismo e stragi di mafia. Cinque momenti per riflettere sul presente attraverso il passato, quel "secolo breve che fatica a finire."Culicchia continua a scrivere, lavorando sempre con anticipo. Ha già consegnato diversi libri per i prossimi anni, scritti perché sentiva fossero necessari. Dal paese del Canavese dove ordinava libri attraverso una rivendita, al cuore della cultura torinese: un percorso che dimostra come la letteratura possa cambiare una vita.