
Conferenza Regionale Immigrazione
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La direttrice dottoressa Sitzia, ha portato un contributo prezioso alla conferenza, sottolineando il ruolo fondamentale delle istituzioni pubbliche e dei soggetti del terzo settore nell'affrontare il tema dell’immigrazione e dell’integrazione in Sardegna.
Dall’accoglienza alla coprogettazioneIn un dialogo tra istituzioni e terzo settore, emerge la distinzione tra l’accoglienza strutturata dei migranti – con i problemi evidenziati precedentemente dalla Garante – e l’integrazione dei cittadini stranieri già stabilmente presenti nel territorio regionale, spesso soggetti a vulnerabilità e precarietà. La dr.ssa Sitzia ha evidenziato che, grazie a una ricerca recente, è emerso uno “spaccato” positivo: in quindici anni i comuni hanno accumulato un bagaglio di esperienze solide, condivise da associazioni, enti locali, università e scuole.
Il concetto chiave proposto è quello di coprogrammazione e coprogettazione, strumenti che vanno oltre le semplici idee e si traducono in progetti amministrativi concreti. Sitzia ha insistito sulla necessità di collaborare, di “misurare” l’esperienza, riconoscere il valore acquisito e trasformarlo in sistemi strutturati che durino nel tempo.
Verso un approccio interassessorialeL’Italia rurale, in particolare la Sardegna, conta 28 comuni medio-grandi e decine di piccoli, costieri e interni, che hanno già maturato una alleanza istituzionale storica con l’ANCI e la Regione, collaborando con assessorati al lavoro, affari generali, politiche sociali, sanità e istruzione. La sfida è far evolvere la cabina di regia da settoriale a interassessoriale, in modo da integrare le procedure amministrative con gli investimenti allocati dalla Regione senza duplicazioni, ma con sinergie operative.
Durante la conferenza, sono stati descritti i primi risultati di questa trasformazione, con la firma di protocolli d'intesa tra l'ANCI e l’associazione dei comuni del Senegal. Questo salto in avanti segna un impegno concreto verso la cooperazione internazionale, finalizzata a creare una nuova consapevolezza politico-istituzionale tra gli amministratori locali, attraverso lo scambio di competenze e conoscenze.
Una comunità amministrativa integrataL'obiettivo delineato da Sizia è ambizioso: trasformare i “corridori umanitari” in strumenti di accoglienza paritaria, rafforzando l’emancipazione culturale e amministrativa. Solo così è possibile costruire una comunità partecipata, in cui le istituzioni e i cittadini collaborano per inclusione, sicurezza, opportunità e crescita collettiva.
Attraverso questo nuovo paradigma, la Sardegna può diventare un modello di integrazione ben strutturata, dove ogni processo è condiviso, ogni risorsa è valorizzata e ogni attore ha un ruolo attivo nella costruzione di un futuro più equo.