
Alessia Dulbecco a Cagliari con “Il piacere sovversivo”, tra educazione, desiderio e libertà
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Durante LesBeach 2025, in corso a Cagliari dal 28 al 31 agosto, la pedagogista e consulente Alessia Dulbecco ha presentato Il piacere sovversivo. Breve storia della masturbazione, un libro che affronta il rapporto tra corpo, piacere e libertà. L’opera nasce come ampliamento di un articolo pubblicato su una rivista culturale e si trasforma in un testo che scardina tabù antichi, mettendo in luce come l’educazione, la società e le istituzioni abbiano storicamente condizionato la percezione del piacere.
Con un approccio accessibile, l’autrice racconta come miti e pregiudizi, come quello secondo cui la masturbazione danneggerebbe la vista, abbiano radici nel Settecento ma siano sopravvissuti nel tempo, influenzando generazioni intere. Il libro si propone come strumento educativo e politico, capace di stimolare nuove riflessioni sul rapporto con il corpo e sulla possibilità di vivere il piacere come parte integrante della libertà individuale.
Dal tabù alla pedagogia: il piacere come strumento di emancipazioneSecondo Alessia Dulbecco, affrontare la sessualità in chiave educativa significa restituire dignità a un aspetto della vita troppo spesso relegato ai margini. La cultura della performance, che privilegia produttività e razionalità, ha infatti contribuito a mettere in secondo piano la dimensione corporea e affettiva. Questo silenzio educativo ha avuto conseguenze importanti, in particolare sul concetto di consenso, che richiede un vero e proprio processo di apprendimento sociale.
Il piacere, sostiene l’autrice, non deve essere interpretato come un rischio o una deviazione, ma come una risorsa per comprendere se stessi e costruire relazioni sane. Parlare di piacere oggi significa rompere con l’idea che il corpo sia un terreno da disciplinare e restituirgli invece valore come luogo di ascolto, desiderio e libertà.
Un messaggio alle nuove generazioni e un invito al dialogoIl libro di Dulbecco guarda anche alle nuove generazioni, considerate più consapevoli e meno inclini a ripetere i modelli educativi repressivi del passato. La pedagogista incoraggia i giovani a fidarsi della propria sensibilità, senza lasciarsi schiacciare dalle logiche adulte fondate sulla produttività e sulla paura del corpo.
L’esperienza di Dulbecco nei centri antiviolenza e nel lavoro pedagogico ha influenzato profondamente la sua scrittura, trasformando Il piacere sovversivo in uno strumento di riflessione collettiva. Non a caso, la sua presentazione a Cagliari ha assunto i toni di un dialogo aperto, più che di una semplice esposizione, con l’obiettivo di stimolare il confronto e arricchire il pubblico attraverso lo scambio di idee e prospettive.