La Dea è una, ma sullo sfondo di questa ambivalenza strutturale, si rifrange, si immilla in forme ambigue, contradditorie. Si riflette in questo anche la profonda varietà degli ambienti, dove le diverse figure e i diversi culti della Dea si sono sviluppati, dalla corte al villaggio, dalla città al suburbio, alla foresta, al campo di cremazione. Per il fedele hindu, però, che sia il contadino di un villaggio sperduto, o il sottile dottore di un āśram prestigioso, è evidente che la Dea sia una, manifestata in mille forme, in infinite forme, così come in infinite forme, contraddittorie anche, ambivalenti, equivoche, si manifesta la vita.
Giuliano Boccali è stato per oltre quarant’anni professore di Indologia e di Lingua e letteratura sanscrita (ordinario dal 1987) all’Università Ca’ Foscari di Venezia e alla Statale di Milano. Studioso in particolare di poesia e letterature della tradizione hindu ha pubblicato numerosi saggi e diverse traduzioni dei capolavori classici come Induismo (con Cinzia Pieruccini, 2008), Poesia d’amore indiana (2009), Suggestioni indiane (2009), Gitagovinda (2009), La storia di Śiva e Pārvatī: Kumārasambhava (2018), Il dio dalle frecce fiorite. Miti e leggende dell’amore in India (2022), Eros, passioni, emozioni nella civiltà dell’India (con Raffaele Torella e Małgorzata Sacha, 2023). Presidente onorario dell’Associazione Italiana di Studi Sanscriti, è collaboratore fisso del supplemento domenicale de “Il Sole 24 Ore” per la cultura e le religioni-filosofie dell’India.
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