『A Nemi rivedo Aida da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti』のカバーアート

A Nemi rivedo Aida da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti

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このコンテンツについて

A Nemi rivedo Aida, che sta prendendo tratti bestiali per lo sforzo di perseverare, come nell'unico placamento, nella sua follia.
Nella casa di cura sono tutti pazzi, deformati, cateterizzati, maleodoranti, tutti i lati del poliedro dello sfacelo umano.
- Zitta tu ladra! Tu che mi hai rubato l'uovo! L'uovo che era mio! -
(Si avventa e la picchia, l'altra ha un tumore in testa, riceve i pugni senza reagire ripetendo ininterrottamente una sua cantilena).
- Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato. -
Lo prende anche per me il gelato? Panna e cioccolato!
-Tu sei una sfacciata! Non sai chi è questo signore ...
Aida si cambia, seduta nuda sul letto; ci vorrebbe la pietà di Rembrandt per disegnarne le deformità.
Ciascuno è lì sprofondato nella barriera inflessibile del proprio corpo che si sfaceva senza che niente saprà del suo finito; prigione dove si è condannati al buio, mentre sulle finestrine aperte sulla via una mano spietata ha messo una spessa grata.
In un'altra stanza una donna tossiva, gridava, rantolava: - Non posso urinare! Mi chiami qualcuno! - (invece non era vero aveva i tubi per il suo sollievo) - tutto a posto; fa sempre così ... -
Ma era prigioniera della sua mente, che gli dice non puoi urinare, e la follia è mille volte più forte di uno strumento meccanico.

Luoghi narranti narrati e citati: Nemi - Museo Anatomico Morelli Ospedale Forlanini di Roma - Acqui - Casale Monferrato - Palazzo Treville

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A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.

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