
C'è del bello nelle erbacce, ecco perché
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Fondamentali per sostenere la biodiversità, da ammirare in quanto a resilienza, dispensatrici di bellezza urbana dove spesso l'incuria delle persone e delle amministrazioni rende poco decorose le nostre strade, inseminatrici di vasi troppo vuoti, exploit di vita in angoli tristi, sprazzi fioriti nostro malgrado e in assenza di dedizione al verde: ode alle piante invadenti per la loro bellezza e utilità.
Per i giardinieri professionisti di ordine e geometria la parola invasive accende la furia diserbante: ma cosa hanno fatto di male mentuccia, portulaca e geranietto per citarne tre delle più comuni erbe spontanee? Niente se non colorare i nostri balconi e le vie, nonostante noi. E poi il papavero (bellissimo e poetico, magari si installasse), il cappero (una meraviglia di resistenza a tutto e infatti cresce negli anfratti di rocce, regalando fiori e profumi a muri antichi e magari storici come quelli che circondano il Quirinale a Roma), e poi ancora il tarassaco, la malva, la borragine e l'ortica. Loro spontaneamente crescono senza intervento umano, incrociando la loro bellezza fateci caso, di questi tempi è una rarità.
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