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A Woman of No Importance is a play by Irish playwright Oscar Wilde. The play premièred on 19 April 1893 at London's Haymarket Theatre. It is a testimony of Wilde's wit and his brand of dark comedy. It looks in particular at English upper class society and has been reproduced on stages in Europe and North America since his death in 1900. (Summary by Wikipedia) Cast:Lord Illingworth: Peter BishopSir John Pontefract: Ernst PattynamaLord Alfred Rufford: Bob GonzalezMr. Kelvil, M.P.: Nigel BoydellThe Ven. Archdeacon Daubeny, D.D. : Martin GeesonGerald Arbuthnot: mbFarquhar, Butler: Delmar H ...

The American Minister and his family have bought the English stately home Canterville Chase, complete with the ghost of Sir Simon de Canterville - blood-stains, clanking chains and all. But these modern Americans will have no truck with ghostly goings-on, and set out to beat the spectre at his own game. (Summary by David Barnes)

This 1906 collection of memories of Oscar Wilde is by friends. Wilde said that his genius was his life; only his talent was in his works. (Summary by david wales)

Ma bada d'esser breve e circonciso, perché i poveri lettori non abbiano a stancarsi troppo andando oltre la quarta pagina. Poi siediti e aspetta. Ah, e rammentati di firmarti con uno seudon... con un pseudononim... con uno pneumat... sì, insomma, con un nickname, ecco, adesso non mi veniva.

"Ho portato dentro di me questo libro per undici anni, prima di darlo alle stampe, ed evidenziare storture, contraddizioni e incertezze sull'omicidio di Ester Pasqualoni, amica, confidente e persona universalmente stimata, avvenuto in un parcheggio laterale di Sant'Omero (Teramo). Spero che questo testo, ormai libero, la raggiunga e la abbracci dovunque ella sia.,"(L'Autore)

A look at the year 1891 through literature and non-fiction essays first published that year, including works by Mary E Wilkins, Sir Arthur Conan Doyle, Sara Orne Jewett, and Oscar Wilde. (Summary by BellonaTimes)

L'essenza dell'Abruzzo è declinata in questa novella nei suoi peculiari aspetti culturali. Lo sguardo attento e compiaciuto di Valerio Di Stefano ci accompagna attraverso le viuzze di un paesino dove la vita scorre ancora lenta, tra i profumi e i sapori di una terra "forte e gentile" come i suoi abitanti. "Lo schiaffatone" si differenzia completamente dalle precedenti narrazioni, mantenendo però il solito marchio di fabbrica: un'ironia inconfondibile e sottile che, in queste pagine, diventa bonaria ed empatica.

Le penne nascono lisce e solo lisce. A Napoli c'è la tradizione, che ormai ha assunto caratteristiche di vera e propria venerazione, dello zito. Lo zito è un formato di pasta lunga di forma circolare con un grosso buco in mezzo. Quando lo si spezza in due o più segmenti e lo si manda a svenire nell'acqua bollente salata, lo zito produce dei frammenti di pasta piccolissimi che non si buttano via, nossignori, che lo spreco è peccato mortale, e poi è bello stare ancora quei cinque-dieci minuti a tavola per ripescarli nel condimento.

Sòglion dire, i livornesi, di lor stessi medesimi, che "a Livorno un ci s'avrà nulla, ma siamo tanto ignoranti!" E hanno ragion da vendere, costretti come sono a guardare il mare dagli scogli puntuti e malmessi della loro costa, unica consolazione per un popolo afflitto e miserevole. Rapidi all'ira, lenti al comprendonio, bestemmiator feroci de' santi e delle madonne d'ogn'ispecie, i livornesi son soprattutto poveri.

The Voice in the Desert, beyond a skillfully written novel, is also a series of notes masterfully expressed by the amazing pen of Valerio di Stefano. Valerio, already author of several books, all of literary and philanthropic inspiration, is also a philologist, skill perfectly shown in this work. A work that is capable of completely immersing us in the illusory and, at times, oniric universe of Don Fiorentino, a parish priest of an unknown village who has a great passion: the classics of Italian and foreign literature.

Il suo nome era Salvatore Chiappa, tortaio, ma soprattutto livornese. Tutti lo conoscevano come "Gagarin". Da cosa venisse il soprannome con cui la gente di Livorno e, conseguentemente e per traslato, del mondo intero, lo identificava è cosa interessante ma del tutto ignota.

"Ho portato dentro di me questo libro per undici anni, prima di darlo alle stampe, ed evidenziare storture, contraddizioni e incertezze sull'omicidio di Ester Pasqualoni, amica, confidente e persona universalmente stimata, avvenuto in un parcheggio laterale di Sant'Omero (Teramo). Spero che questo testo, ormai libero, la raggiunga e la abbracci dovunque ella sia.,"