検索キーワード： 第一次世界大戦

The Battle of Le Hamel on 4 July 1918 was an Allied triumph and strategically very important in the closing stages of WWI. A largely Australian force, commanded by the brilliant Sir John Monash, fought what has been described as the first modern battle - where infantry, tanks, artillery and planes operated together as a coordinated force. Monash planned every detail meticulously, with nothing left to chance. Peter FitzSimons brings this Allied triumph to life and tells this magnificent story as it should be told.

It is difficult to overemphasize the importance of the Battle of Verdun. For the French, it possesses a grim significance which endures to this day - the churned, furrowed earth of the battlefield still visible a century later a stark reminder of waste of life, strategic failure and tactical inadequacy on a monumental scale. For the German people, had it not been eclipsed by the shame and horror of Nazism and the Holocaust, it would doubtless carry equal importance.

Love history? Know your stuff with History in an Hour. In 1914 the world changed. Europe’s great powers were dragged, one by one, into a war by Serbian conflict which affected very few of them directly. At least it would resemble the short sharp battles of the previous century, many thought...

Conventional histories of the Great War have tended to focus on the terrible attritional battles of Ypres, of Arras and of the Somme. What they do not tell us is what life was like for the ordinary soldier, what mattered to him, and how he survived, both physically and mentally. Now for the first time, one of Britain's leading military historians, Richard van Emden tells the story of the Great War exclusively through the words and images of soldiers on the ground.

Love history? Know your stuff with History in an Hour. World War One brought with it the world’s first experience of Total War, involving all of the world’s great powers, polarized between the Triple Entente, lead by Britain, France and Russia, and the Central Powers, dominated by Germany...

Drawing on more than a half-century of research and teaching, Dennis Showalter presents a fresh perspective on the German Army during World War I. Showalter surveys an army at the heart of a national identity, driven by - yet also defeated by - warfare in the modern age, that struggled to capitalize on its victories, and ultimately forgot the lessons of its defeat.

From freezing infantrymen huddled in bloodied trenches on the front lines to intricate political maneuvering and tense strategy sessions in European capitals, noted historian John Toland tells of the unforgettable final year of the First World War. In this audiobook, participants on both sides, from enlisted men to generals and prime ministers to monarchs, vividly recount the battles, sensational events, and behind-the-scenes strategies that shaped the climactic, terrifying year.

El 28 de junio de 1919, los espejos del Palacio de Versalles se esforzaban por reproducir una escena estremecedora: el alto mando alemán con los rostros pálidos y las manos temblorosas, firmaban una paz que los sindicaba como los culpables de una guerra que se había iniciado cinco años antes y que, por la cantidad de muertos y países involucrados, no tenía precedentes en la historia.

L'ottavo volume di Breve storia della Prima Guerra Mondiale si concentra sul controverso intervento americano nella Grande Guerra: la politica estera statunitense era stata improntata all'isolazionismo e il presidente Woodrow Wilson aveva incentrato la campagna per le elezioni del 1916 tutta sulla pace.

Mentre il fronte occidentale era scosso dalle grandi e fiaccanti battaglie di logo-ramento, sul fronte meridionale Italia e Austria erano alla disperata ricerca di una vittoria che potesse risultare decisiva. Le battaglie dell'Isonzo furono per certi versi molto simili a quelle combattute sul fronte occidentale, in pratica una guerra di trincea. I combattimenti sul fronte italiano furono logoranti e caratterizzate da grosse perdite.

La battaglia di Verdun fu una delle più violente e sanguinose battaglie di tutto il fronte occidentale durante la Prima Guerra Mondiale: Nella grande offensiva tedesca del 1916 si videro contrapposti l’esercito tedesco, guidato dal capo di Stato Maggiore, generale Erich von Falkenhayn e l’esercito francese.

Dopo la battaglia della Marna, la Prima Guerra Mondiale perde definitivamente il suo slancio: i fronti sono veri e propri inferni di morte e devastazione, dove gli opposti schieramenti si affrontano senza riuscire a prevalere gli uni sugli altri. Ai combattimenti corpo a corpo, all’arma bianca e alla baionetta furono aggiunti nuovi strumenti di morte (gas asfissianti, sottomarini, mitragliatrici).

Il 1915 evidenzia in maniera definitiva come la guerra che si sta combattendo è destinata a coinvolgere diversi scenari geografici, molto più ampi rispetto a quelli che erano stati ipotizzati inizialmente. Al fronte occidentale e a quello orientale si aggiungeranno l’Africa e l’Oriente: lo scontro tra gli Imperi centrali e i Paesi alleati si sposterà dal Vecchio Continente verso nuovi territori.L’autentico primo conflitto totale dell’età moderna porterà a un decisivo cam-biamento: da un assetto politico eurocentrico si andrà verso una nuova era do-minata da superpotenze globali.

La battaglia della Marna segnò più che una sconfitta tedesca una sconfitta della strategia della Germania, che si ritrovò invischiata in un conflitto che ormai ave-va preso una piega ben diversa da quella immaginata inizialmente a Berlino. Il filosofo francese Henri Bergson intravide nella battaglia della Marna i segni di un miracolo già avvenuto: “La battaglia della Marna è stata vinta da Giovanna d’Arco”. Lo sentiva anche il nemico, che si era trovato d’improvviso di fronte ad un muro di pietra sorto dalla sera alla mattina.

La Grande Guerra è ormai alle porte: il 1914 è l'anno cruciale, le diverse forze sono pronte a schierarsi, mentre altre aspettano condizioni maggiormente favo-revoli, tra tensioni e rivalità che aumentano ogni giorno di più. Le prime battaglie - come quella della Kolubara, l'invasione della Galizia, o la battaglia dei Laghi Masuri - sono solo il preludio degli scontri cruenti e sangui-nosi che avranno luogo nella fase successiva.

Il più sanguinoso dei conflitti, la prima delle guerre globali fu anticipata da eventi nodali per la storia dell'Europa e del resto del mondo. Nel primo volume della "storia della Prima Guerra Mondiale" ripercorreremo il sistema di alleanze che si era instaurato nella comunità europea, le vicende e i fattori scatenanti come le guerre balcaniche e la crisi in Marocco che portarono al fatidico attentato di Sarajevo.

È un'Europa senza sonno, per dirla con Stefan Zweig, un'Europa che non ha dormito per cinque anni quella che si risveglia all'alba del 12 novembre 1918. L'armistizio firmato il giorno prima a Compiègne restituisce un mondo ignoto e in questo mondo i territori, con i loro mutati confini, giocano un ruolo fondamentale: popoli che erano di qua ora sono di là e viceversa, in un rimescolamento di lingue, di etnie, e quindi di abitudini e costumi, che non ha precedenti.

La tumulazione del milite ignoto, nel novembre 1921, è stata forse la più importante cerimonia nazionale dell'Italia unita. Le spoglie di uno degli oltre duecentomila soldati caduti e mai riconosciuti divennero - per tutti gli italiani - il simbolo stesso della Grande Guerra. Ma quella del milite ignoto non è soltanto una storia di anonimato simbolico. È la storia di un caduto triestino con un nome e un cognome: Antonio Bergamas. La sua vicenda è emblema di un destino condiviso non soltanto nella morte, ma anche nella vita.

Gli effetti devastanti della guerra non riguardano solo il fronte militare, ma anche il "fronte interno", il Paese tutto. La vita dei civili viene sconvolta, sotto il profilo materiale come sotto quello affettivo, per la lontananza o - peggio - per la perdita dei familiari. Protagoniste inaspettate di questa "guerra del quotidiano" le donne: suppliscono in campagna all'assenza degli uomini, entrano nelle nuove fabbriche, sono coinvolte nell'opera di assistenza.

Nella Grande Guerra l'Italia compie uno sforzo organizzativo, industriale e umano sbalorditivo per un Paese così debole. Nel mondo, però, di quegli anni tutti ricordano un unico episodio, un episodio il cui nome ha assunto un valore etimologico strettamente collegato all'umiliazione: Caporetto. Ma di questo non possiamo incolpare gli altri; in quell'occasione è emersa l'altra faccia dell'Italia, un Paese sospeso fra modernità e arretratezza. Inefficienza, retorica, irresponsabilità della classe dirigente: retaggi da cui forse non siamo mai riusciti a liberarci.