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著者: UnicaRadio.it
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このコンテンツについて

Radio degli studenti universitari di Cagliari. Mission del media è raccontare il movimento culturale e la città nei suoi molteplici aspetti© Unica Radio 政治・政府 社会科学 音楽
エピソード
  • Alessandra Carucci: l’ingegneria per l’ambiente
    2025/12/24
    Ai microfoni di Unica Radio Alessandra Carucci ci racconta il suo percorso come docente di ingegneria ambientale e le ricerche innovative condotte presso l'Università di Cagliari per combattere l'inquinamento delle acque

    Alessandra Carucci descriveva come la passione per la scienza muoveva i suoi passi verso la tutela del territorio. Quando frequentava il liceo scientifico a Roma, le ragazze in classe erano poche, ma il suo talento per la matematica appariva subito evidente. Un professore di disegno le suggeriva allora di intraprendere la carriera di ingegnera. La ricercatrice seguiva quel consiglio e iniziava un percorso che la portava a diventare la prima preside donna della facoltà di ingegneria e architettura presso l’Università di Cagliari. Durante la sua carriera non incontrava ostacoli o pregiudizi significativi, pur lavorando in un ambiente in cui la presenza maschile prevaleva.

    La depurazione biologica delle acque

    Il nucleo della sua attività riguardava il trattamento delle acque reflue che provenivano dalle abitazioni e dalle industrie. Alessandra Carucci spiegava che depurare l’acqua era fondamentale per evitare l’inquinamento di mari, fiumi e laghi. Negli studi che conduceva, prediligeva i processi biologici perché sfruttavano i batteri e i microrganismi invece delle sostanze chimiche. Questi piccoli organismi utilizzavano lo sporco come fonte di nutrimento e pulivano la risorsa idrica in modo economico e naturale.

    L’innovazione tecnologica permetteva di selezionare batteri capaci di rimuovere l’azoto e il fosforo anche in assenza di ossigeno. Tale metodo riduceva drasticamente il consumo di energia, poiché non servivano più i compressori per soffiare aria nelle vasche di trattamento. Si trattava di una soluzione promettente per rendere i depuratori più sostenibili dal punto di vista economico.

    Il progetto PNRR e l'economia circolare

    La crisi climatica imponeva una gestione oculata delle risorse, specialmente in una regione come la Sardegna che soffriva per lunghi periodi di siccità. Per questo motivo, la docente coordinava un vasto progetto legato al PNRR che puntava sull’innovazione regionale. Il piano si divideva in vari rami che includevano la protezione delle coste, la tutela delle lagune e il monitoraggio dei siti minerari.

    Un aspetto centrale riguardava l'economia circolare, dove gli scarti dell'industria casearia e agricola diventavano nuove materie prime. I batteri trasformavano il siero di latte in bioplastiche biodegradabili o producevano biometano per generare energia pulita. Questo approccio eliminava i rifiuti e chiudeva il ciclo produttivo, riducendo l’impatto ambientale complessivo.

    Un consiglio per le nuove generazioni

    In conclusione, Alessandra Carucci rivolgeva un messaggio incoraggiante ai giovani studenti che dovevano scegliere il proprio futuro. Suggeriva di seguire sempre le passioni e di osservare con curiosità le molteplici possibilità che l’Università di Cagliari offriva. Sottolineava inoltre quanto l'interdisciplinarità fosse vitale: per salvare l’ambiente serviva la collaborazione tra ingegneri, biologi, geologi e botanici. Solo unendo le conoscenze si potevano affrontare con successo le sfide ecologiche del domani.

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    17 分
  • Piergiorgio Pulixi a Unica Radio: tra noir, sardegna e formazione culturale
    2025/12/23
    L’incontro con Piergiorgio Pulixi negli studi di Unica Radio diventava un momento di dialogo profondo tra letteratura, territorio e nuove generazioni.

    Durante la visita negli studi di Unica Radio, Piergiorgio Pulixi raccontava la scrittura come un mestiere che richiedeva rigore, disciplina e continuità. L’intervista rientra nella prima puntata di Social Podcast, il podcast di I Love Radio Prof, la web radio dell’istituto Primo Levi di Quartu Sant’Elena. Il progetto radiofonico prende forma da un’idea del professor Emanuele Impoco e si sviluppava come iniziativa corale che coinvolge studenti, docenti. La radio diventa quindi un laboratorio , con l’obiettivo di trasformare la comunicazione in uno strumento di cittadinanza attiva.

    Sardegna, distanza emotiva e narrazione delle periferie

    Nel dialogo con gli studenti, Piergiorgio Pulixi raccontava anche il suo rapporto profondo e complesso con la Sardegna. Spiegava che per narrare l’isola doveva prima allontanarsene. Solo guardandola da lontano riusciva a trovare la giusta distanza emotiva. Questo sguardo gli permetteva di raccontare luoghi come Sant’Elia a Cagliari o i paesi della Barbagia senza idealizzazioni. La sua scrittura esplorava le periferie, i margini sociali e i contrasti tra il cemento urbano e il mare luminoso. Ogni personaggio nasceva da lunghe riflessioni maturate durante camminate solitarie o viaggi legati alla promozione dei libri. La Sardegna diventava così uno spazio narrativo vivo, attraversato da tensioni, bellezza e ferite sociali.

    Noir, thriller e il dialogo con i lettori

    Durante l’incontro, Piergiorgio Pulixi approfondiva le differenze tra i generi della crime fiction. Spiegava che il giallo classico cercava sempre il colpevole, mentre il noir indagava le cause sociali e psicologiche del male. Il thriller puntava invece sulla suspense e su un ritmo serrato. Parlava con entusiasmo dei personaggi di Mara Rais ed Eva Croce, molto apprezzati anche all’estero. In Francia, le sue storie riscuotevano un grande successo. Lo scrittore raccontava che i titoli dei suoi libri spesso omaggiavano la musica italiana, creando un ponte tra linguaggi diversi.

    Content creator: la challenge dedicata a “stella di mare”

    L’incontro con Piergiorgio Pulixi si collega anche a una delle iniziative future. Per il prossimo anno scolastico, gli studenti si sfideranno in una challenge intitolata Content Creator. In questa challenge, i ragazzi dovranno recensire il romanzo dello scrittore intolato Stella di Mare

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    1 時間 5 分
  • Iosonouncane: musica come identità, sperimentazione e trasformazione
    2025/12/22
    Ospite di UniCa Radio, Iosonouncane riflette su nome, percorso artistico, sperimentazione, produzione e colonne sonore, raccontando una visione musicale libera, artigianale e in continua evoluzione.

    Iosonouncane è stato ospite oggi ai microfoni di UniCa Radio per un’intervista densa e sincera, capace di restituire il percorso umano e artistico di uno dei musicisti più lucidi e radicali della scena italiana contemporanea. Fin dalle prime battute, emerge una riflessione profonda sull’identità, sulla sperimentazione e sul senso stesso del fare musica oggi.

    Iosonouncane e il peso di un nome

    Il nome Iosonouncane nasce dall’unione tra il brano Io sono uno di Luigi Tenco e il suo cognome Incani. Una scelta legata a un momento preciso della vita dell’artista. Jacopo Incani racconta come oggi guardi a quel nome con una certa distanza critica. Non lo rinnega, ma lo riconosce come il frutto di un’urgenza giovanile. All’origine c’era l’idea di un disco sociale, ma rivolto verso sé stessi. Non un dito puntato all’esterno, bensì un atto di esposizione. La figura del “cane” diventava così una maschera per stare dentro le contraddizioni raccontate, senza sottrarsi.

    Dal gruppo al progetto solista

    Il progetto Iosonouncane prende forma nel 2008, dopo lo scioglimento degli Adharma. La strada solista non nasce da una scelta romantica, ma da una necessità concreta. Incani lavora con ciò che ha a disposizione. Tra questi strumenti c’è una groovebox Roland acquistata quasi per errore. Nei primi anni, la tecnologia influenza il suono. Col tempo, però, l’approccio cambia. Con DIE arriva una consapevolezza diversa. La scrittura non è più legata allo strumento, ma a un’idea musicale più ampia.

    Un’evoluzione senza rinnegare il passato

    Dal debutto con La macarena su Roma fino a IRA, il percorso appare frammentato solo in superficie. Iosonouncane rivendica ogni fase del suo lavoro. Anche i brani da cui oggi si sente lontano restano parte della sua storia. L’approccio resta artigianale, ma evolve. Scrivere oggi come nel 2010 sarebbe difficile. Suonare come allora, quasi impossibile. Eppure nulla viene escluso in astratto.

    Sperimentazione e forma canzone

    La sperimentazione, per Iosonouncane, non è un’etichetta. È una condizione necessaria dell’arte. Senza ricerca, i linguaggi si fermano. Anche il pop, da sempre, si nutre di esperienze nate ai margini. Dai Beatles ai Radiohead, la forma canzone è stata messa in discussione molte volte. Per questo Incani non vede una frattura netta tra canzone e destrutturazione. Il suo lavoro si colloca dentro un’idea ampia di pop, più vicina a quella degli anni Sessanta che alle definizioni attuali.

    Produzione e confronto con gli altri

    Oltre al lavoro solista, Iosonouncane produce altri artisti solo quando nasce un coinvolgimento emotivo totale. Collaborare significa condividere metodo, tempo e intensità. È un’esperienza diversa rispetto ai propri dischi, che restano il luogo di un’espressione totale. Ma è anche una grande occasione di crescita, umana e "artigianale".

    Musica per immagini e futuro

    Scrivere colonne sonore cambia radicalmente il processo creativo. La musica non cerca un “bello assoluto”. Deve funzionare sulle immagini. Il giudizio finale non spetta al compositore. È un lavoro di servizio, ma anche di grande arricchimento. Guardando al futuro, Iosonouncane non parla di ripartenze da zero. Non ci crede. Preferisce continuare a scrivere, a cercare, a trasformare ciò che già esiste.

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    14 分
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