エピソード

  • ٣٥ Filippo Seganos alla riscossa
    2025/10/31

    Filippo Seganos prova quindi a chiudere la tenda nella camera della moglie, e a spalancare le tende di ogni finestra del resto della casa, cercando di opporsi alla legge della natura da lui scelta in precedenza, ovvero il suo costante deperimento fisico e mentale. Ci riesce? Che domande! Impreca alla finestra, si contorce, ma niente: la ragazza intuisce i suoi stravolgimenti, e se la ride così bene da pensare che poi in fondo questo cretino di nascita non sia poi così antipatico. Nella vita di Filippo Seganos nulla è come avrebbe voluto, il figlio è quello che è ma soprattutto quello che non è, la moglie non se lo caga minimamente, ha sempre finto di essere colto ma a malapena sa l'italiano, le tabelline le ha dimenticate dopo la 5ª elementare, la laurea l'ha comprata in sconto al mercatino dell'usato, ed era così in sconto che se te la prendevi e te la portavi a casa ti davano pure dei soldi e ti dicevano "Auguri!". Tutto felice ha sempre pensato di essere perfetto, di avere potere, fama, un'intelligenza fuori dal comune... D'altronde è così intelligente da essersi creato la bara in anticipo, rimanendo ogni giorno il più fermo possibile, in modo da sperimentare anzitempo anche la putrefazione del suo corpo post mortem. Che poi, tra due giorni è la sua festa, la festa dei morti. Ma se si travestisse per Halloween, i bambini si divertirebbero o morirebbero sul colpo? Secondo me se incontrasse ogni persona vivente, nel giro di pochissimo sulla Terra regnerebbe il silenzio, ogni persona da lui incrociata perirebbe. Io mi sono salvata giusto perché mi s'è mostrato gradualmente. Sua moglie che deve rivederlo ogni mattina dovrebbe prendere un premio, come persona più coraggiosa al mondo. Vogliamo risolvere il cambiamento climatico velocemente? Basta che tutti incontrino Filippo Seganos per qualche secondo, anzi, basterebbe filmarlo e mandarlo a ogni essere umano cosciente. La morte dilagherebbe istantaneamente, la Terra riprenderebbe i suoi spazi, ma l'odore della putrefazione degli otto miliardi di corpi senza vita raggiungerebbe altri pianeti in maniera così forte da innescare un vero e proprio domino cosmico, gli altri universi accuserebbero il colpo. Le avventure distruttive e devastanti del mostro Filippo Seganos non finiscono qui.


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  • ٣٤ Il Brigadiere Bellini
    2025/10/24

    Lettera ad A. R.:


    Spesso hai peccato di presunzione, dimostrando superficialità e ignoranza, oggi vorrei raccontarti di quella volta in cui ci sei cascata in modo così clamoroso da ferirmi nel profondo; non l'ho fatto per tutto questo tempo, forse per non colpirti nel centro del petto, ma è arrivato il momento. Partirei con qualcosa di secondario per farti entrare nell'argomento. Sai che per te l'Apple Watch si chiama "iWatch", non credo tu abbia mai provato a pronunciarlo seriamente, altrimenti ti saresti accorta che "AIUUUOOOCH" è veramente inascoltabile. E no, non sono l'unica a indossarlo ogni giorno, ci sono più di 100 milioni di Apple Watch attivi al momento, è lo smartwatch più venduto al mondo, quindi non avresti potuto riconoscermi senza vedermi in volto solo perché indossavo un Apple Watch.


    Ti chiederai cosa mi ha ferita, ecco mi ha ferita che tu pensassi che il Brigadiere Bellini, alla quale hai recitato il copione scritto da tuo marito, obbligata da tuo marito, fosse di un grado incredibilmente alto. Te ne sei uscita che quella maledetta ignorante del Brigadiere Bellini fosse qualcosa di più di una donna delle pulizie di un appartamento comune, quando per dirla tutta sa solo sporcare il mondo con la sua ignoranza intanto che sogna di pulire lo schifo dei criminali come tuo marito. Ero di più alto grado io come Pilota Ufficiale dell'Aeronautica che il Brigadiere Bellini, che è poco più di un Appuntato dei Carabinieri, e non può nemmeno ambire a diventare Maresciallo. Te l'avrà detto tuo marito e tu chiaramente ci hai creduto a occhi chiusi. Per farti capire una volta per tutte, con vanto e ignoranza hai confuso il Brigadiere con il Generale di Brigata. I gradi dei Carabinieri sono: Ufficiali Generali, Ufficiali Superiori, Ufficiali Inferiori, Ufficiali Subalterni, Ispettori (Marescialli), Sovrintendenti (Brigadieri), Appuntati; tu hai portato il Brigadiere Bellini dal penultimo grado al primo! Avrai ritrovato la tua capacità di distinguere le bufale dalla verità? Lo spero tanto.


    Con affetto, Miriana.


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  • ٣٣ Filippo Seganos
    2025/10/17

    Cretini si nasce, non si diventa, e Filippo Seganos ne è la prova vivente. Dai, si fa per dire: è il vecchio più decrepito che io abbia mai incontrato. Come qualsiasi fermo esponente del patriarcato è gelosissimo e possessivo con sua moglie, ma sua moglie, per la sua gioia, è innamorata da circa 13 anni di una giovane bellissima, che le vuole tantissimo bene. Ogni volta che la ragazza della quale è innamorata sua moglie passeggia sotto casa, Filippo Seganos si imbestialisce, chiude tutte le tende murandosi vivo, e invece, nel frattempo, la moglie spalanca la tenda della sua stanza per il passaggio della sua fiamma.


    Ma c'è stato un giorno in cui Filippo Seganos si è veramente superato, la giovane ragazza per la quale sua moglie impazzisce stava banalmente camminando sul marciapiede davanti all'ingresso del suo box, e allora Filippo Seganos dovendo entrare nel box, con la macchina e sua moglie seduta sul posto del passeggero, pensa bene di fare un giro ulteriore attorno al palazzo, sperando che al suo ritorno la ragazza sia andata via, per negare alla moglie di guardare la ragazza... Peccato che nell'esatto istante dell'inizio del suo tentativo di fuga, la moglie si volta verso la ragazza e la guarda intensamente, e lo stesso fa la ragazza, perché è sempre affascinata da quella donna: si trattengono in questo sguardo infinito. Le due si ricordano indelebilmente ogni sguardo intenso che il marito ha provato a sottrargli, amandosi sempre più incondizionatamente a distanza, deridendo quel mostro in carne e ossa. Cretini si nasce, non si diventa, e Filippo Seganos ne è la prova morente.


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  • ٣٢ Cani e parrucchini
    2025/10/10

    Si dice che i cani sono come i padroni, ma mai avrei pensato che la mia cagnolina Briciola arrivasse a scoprire le mie preferenze nei confronti delle persone. Non riesco a digerire la presenza di questo signore del mio palazzo, è il classico milanese che non dà fastidio a nessuno, ma niente, a me risulta insopportabile. È talmente ligio al suo lavoro dell'ultimo cinquantennio, che mi fa venire l'orticaria: ogni mattina, con la sua valigetta, si reca con l'autobus nell'officina di un meccanico, e seppure abbia già quasi ottant'anni, nulla gli fa pensare di farla finita con questa routine. Trovo disgustevole la pretesa di sentirsi indispensabili all'infinito; per parlare nella sua lingua: ma muchela! La cosa divertente è che la mia cagnolina Briciola, per motivi solo inizialmente ignoti, pur essendo sempre amorevole con qualsiasi essere umano, con lui prendeva ogni volta la rincorsa da lontano per abbagliargli come se non ci fosse un domani: quel signore entrava nei radar e Briciola cominciava ad agitarsi insistentemente. Devo ammettere non capitasse solo con lui, ma anche con un altro signore proprio della mia scala. Meno insopportabile dell'inappuntabile ottantenne ligio di cui sopra, ma altrettanto fastidioso, con una campanella sempre attaccata alle chiavi, che pensavo fosse appunto, in questo caso, la motivazione dell'intenso abbaio e coinvolgimento di Briciola. Ma è giunto il momento della verità, cosa accomunava questi due signori, a parte che fossero per me uno più insopportabile dell'altro? Il parrucchino. Briciola, in qualche modo, si accorgeva che loro in testa non avessero i capelli, ma tipo un procione, allora gli abbaiava come se non ci fosse un domani... Capire questa cosa mi ha fatta rotolare dalle risate. Sarà che chi sceglie di adottare un procione... volevo dire l'uso del parrucchino, in generale, mi starà sempre alquanto antipatico? Sembra razzismo, ma forse è di più il razzismo da parte di questi signori nei confronti dei calvi.


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  • ٣١ Il dottor Giulivi, la psicologa Ramponi, e la setta degli uomini violenti
    2025/10/04

    Il dottor Giulivi gestisce la setta degli uomini violenti, e io, in quanto uomina violenta, sono entrata a farne parte. La psicologa Ramponi è la sua spalla destra, e si fonda su credenze esoteriche che esaltano la non conoscenza delle truffe da cui è composta la giustizia italiana. La setta degli uomini violenti si incontra ogni settimana, per fare un percorso psicologico fondato tanto quanto lo è la psicologia della Ramponi, colma di ignoranza sulle dinamiche di denunce false, inganni, gelosie, vendette. E poi, come si fa a pensare di capire la mente di qualcuno, e pretendere di indirizzarla sulla giusta strada, se la giusta strada sono in grado di riconoscerla solo pochissimi eletti esseri umani? Solo colui che scava dentro di sé e dentro alle cose con fatica, e con voglia di rivoluzionare ogni sua abitudine, può riconoscerla. Mi trovo fin da subito a parlare nel gruppo della setta, sentendomi come circondata da altre uomine di una bassezza così grande da farmi subito notare l'errore. Lì mi ci ha mandata Filippo Seganos, padre di Giorgio Seganos... Ed è proprio Filippo Seganos l'unico mostro violento e malato della storia. Non dico che per lui andare a frequentare un gruppo trattamentale ogni settimana servirebbe a qualcosa, almeno io da questo percorso gratuito ho estratto molti libri sullo studio della bassezza dell'essere umano generico, perché tra il dottor Giulivi, felice solo dopo aver scolato alcol, allegro per la sua panzona da vecchio sedentario con due gambe a stecco, e la psicologa Ramponi, che pur di guadagnare senza lavorare, riesce ad arrampicarsi sulle persone, come sulla neve quando è fresca, brutta come la fame dopo un digiuno di 40 giorni, la setta degli uomini violenti è in tutto e per tutto fuffa ordinata dal sistema dell'imbarazzante (in)giustizia italiana, una truffa legalizzata che non attua alcun lavoro vero per cercare i colpevoli effettivi. Filippo Seganos mi ha regalato altri libri da scrivere grazie al mio pass gratuito per la setta, ma mi dispiace di non essere andata in galera, ogni scrittore sogna questa grandissima svolta nella propria carriera!


    [Disclaimer: ogni riferimento è puramente casuale]


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  • ٣٠ Introduzione, quarta stagione ☾
    2025/09/26

    La quarta stagione di "Le Mille e una Novella" sta per cominciare, ancora una volta imprimerò la mia vita nelle parole, e le parole voleranno distinguendosi, impadronendosi della scena. Se atterreranno diverse o immutate non lo so, ma saranno sempre autentiche. Tante volte credo che impegnarmi non mi abbia ripagata, non avrei mai dovuto provare a organizzarmi per ottimizzare ogni aspetto di me... Quasi nessuno riconosce i miei sforzi. Viviamo in un mondo in cui contano solo i soldi, quindi devi lavorare il prima possibile, ottenere un lavoro con un ottimo stipendio, e finisce lì. Se poi non curi il tuo fisico nessuno deve permettersi di fartelo notare! Trovo che questo "body positive" sia un inno alla devastazione: dipingersi le unghie non sarà mai più importante di prendersi cura del proprio pensiero, dei propri organi, e dei propri muscoli.


    Sapete bene che non sarò mai il prodotto ideale di questa società, mi ribello a tutto quello che è sfacciatamente stupido, curo cosa mangio, non passo le giornate col didietro incollato a quella dannata sedia, approfondisco ogni argomento interessante, e pratico, che mi si presenta davanti nella quotidianità, non mi fermo alle apparenze, ho dei sogni smisurati, vorrei scuotere l'universo. Non ce la farò? Non importa, ma non sarò mai quella persona chiusa nei vizi, una fumatrice, una persona senza ambizioni di perfezione. Fate pure come volete, ma io non diventerò mai quell'elemento facile della collettività, che subisce questo schifoso meccanismo di guerre per soldi e potere. Il mio potere resterà sempre quello di apparire senza trucco, di vivere consapevolmente, analizzando sempre tutto di me, e impegnandomi a evolvere. Non c'è umiliazione più grande di vivere senza farlo veramente.


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  • ٢٩ La prima gara di nuoto Master
    2024/12/23

    È stato singolare ritrovarmi di nuovo in piscina per delle gare al sabato e alla domenica. Ma soprattutto non riuscivo più a capire se fossi ritornata indietro nel tempo, come quando nuotavo agonisticamente – l'avevo fatto fino a giugno del 2016 –, o se fossi solo andata in avanti con un grande balzo, e un vuoto lasciato nel mezzo. Mi sono ritrovata con pochi ragazzi e ragazze più giovani attorno, e molti signori e signore, non più esattamente giovani, accanto. Appena arrivata al Bocconi Sport Center ho sentito quella piccola ansia pre-gara, mi mancava. Nello spogliatoio mi sentivo carica per buttarmi ancora una volta in quest'avventura. Dopo uno scioglimento, uno smollo veloce nella piscina bollente, funzionale per tenere calda ogni fibra muscolare, ero già in ritardo per la prima gara. Quindi corro nello spogliatoio a cambiarmi il costume, per averlo asciutto, poi mi metto i pantaloncini, la maglietta, e la cuffia della squadra, e vado con gli occhialini e il cartellino FIN in mano alla camera di chiamata. Mi siedo, osservo, non riesco ancora a capire in quale parte della vita fossi effettivamente finita, se indietro o se avanti, come dicevo, e spero fin da subito di non ritrovarmi a competere con una sessantenne che avrebbe fatto il mio stesso tempo con disinvoltura, o addirittura mi avrebbe battuta gareggiando nella corsia affianco. Metto gli occhialini e vengo chiamata, la mia batteria è la numero 2, l'ultima è la numero 1, la più veloce. Tenevo a quei 50 metri dorso come ho sempre tenuto a ogni gara, sarebbe stato impensabile vedermi distratta o svogliata, ero concentrata, ero lì per fare del mio meglio. Corsia 5, proprio al centro dell'attenzione, e via, si parte. Non avevo fatto il tempo che speravo, ma avevo dato tutto. Dopo una polmonite bilaterale, che il mio corpo non può avere ancora assorbito completamente, dovevo comunque ritenermi soddisfatta. In pochi giorni, in ospedale, il valore dell'emoglobina era sceso drasticamente, da 13 g/dL a 9 g/dL, non erano passati nemmeno due mesi da quando ero tornata a casa e mi sentivo un vermiciattolo molle senz'anima; l'integratore di ferro avrebbe avuto bisogno di altri mesi per far riarrivare al valore minimo di 13 g/dL l'emoglobina: con circa 10,5 g/dL di emoglobina, essere lì a disputare una gara, dopo tutto quello che mi era successo, doveva solo farmi dire "complimenti Miriana, non molli mai, anzi, rilanci e basta". Così vado a fare qualche vasca di defaticamento, e mi ripreparo per andare in camera di chiamata per la seconda gara. Mi mancavano i 50 metri stile libero per quel giorno, poi di domenica, sempre di pomeriggio, avrei fatto i 100 metri dorso. Ero più contenta del tempo nei 50 m stile libero, e anche dopo i 100 m dorso del giorno successivo il messaggio era chiaro: il dorso andava allenato ancora molto, si nuota sempre troppo a stile libero in allenamento, e anche di questo si pagano le conseguenze. Però la vita ti premia quando meno te lo aspetti, avevo lottato tanto, e lei questo lo sapeva. Ero più contenta del tempo dei 50 m stile libero che dei 50 e dei 100 m dorso, l'ho detto, ma già sabato sera, dopo essermi lavata e preparata e aver raggiunto il mio ragazzo e i miei genitori, che mi aspettavano nella parte alta di questa lussuosa piscina, sono rimasta confusa per molti minuti, non mi sarei mai aspettata che mio padre stesse tenendo al collo una medaglia, una mia medaglia, perché l'avevo vinta, ma non nei 50 stile libero, bensì nei 50 dorso! Ero arrivata terza, anche con un bel margine dalla 4ª classificata. Ero contenta, non per il tempo effettuato, ma per quel segnale di speranza, di sorpresa e di stupore, che ancora una volta la vita si era sentita di offrire.


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  • ٢٨ Le spese processuali
    2024/12/13

    Il primo pulsante del citofono è il mio, ed è una condanna perché la postina preme sempre quello, sia per portare la posta a chiunque, sia per portare della posta a me. La verità è che se preme "piano" si sa che non è della posta per noi, ma se preme "pesantemente" allora si sa che è per noi! Un giorno era per noi, non era per mio padre, non era per mia madre, ma non stavo aspettando niente, perché era per me? Scendo, scambio due parole con la postina di fiducia, ormai è una di casa, mi chiede se va tutto bene, le rispondo che insomma, stavo per morire con la polmonite, quindi mi racconta che anche lei l'aveva fatta forte alla mia età, ma c'erano metodi di cura molto diversi e dovette continuare a curarsi per un anno intero. Firmo, mi dà la misteriosa busta che era stata spedita a me, comincio a sperare non sia una multa, la scarto mentre risalgo con l'ascensore, non capisco che cavolo ci fosse scritto su quei fogli, li riguardo dentro casa, trovo le parole chiave che mi chiariscono tutto: "spese processuali". Cerco la somma da pagare, in verità non voglio leggerla, ma purtroppo la trovo, è incomprensibilmente bassa, mi dico che sarà solo una rata di più rate... Leggo e rileggo, non si tratta di una rata, è proprio il totale, non avrei dovuto pagare altro. Comincio a ridere, a rotolarmi, non riesco a credere che il padre di Giorgio Seganos in alcuni anni abbia creato un processo di... 150€. Centocinquanta euro. Devo ben 15000 centesimi di euro allo Stato, perdindirindina! Era partita la musica, in mezzo alla camera c'ero io a ballare con le spese processuali in mano, pagate subito dopo. Avrei pagato di più se fossi passata col rosso al semaforo, ma il semaforo era verde, la pista tutta per me.


    [In coda "Crazy" di Gnarls Barkley]


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