Il commissario Mario Botteghi ha un passato oscuro e burrascoso. Per questo, quando si risveglia sdraiato sull’asfalto, con la pistola ancora fumante e un cadavere di lì a pochi passi, capisce subito che qualcuno sta cercando di incastrarlo. Nell’attesa di trovare una strategia da attuare, conviene nascondersi per le strade addormentate di Livorno, ricalibrare le forze e fare mente locale. Forse andare a impelagarsi nella politica corrotta della sua città, nella storia indigesta di un losco traffico di clandestini, non è stata una grande idea. Magari aveva ragione il suo vecchio collaboratore Cecchi, ex poliziotto e ora investigatore privato: sì, magari Botteghi doveva solo starsene al proprio posto... Con lo stile incalzante che lo ha consacrato, Collaveri ci trascina con sé nei meandri industriali del porto di Livorno, fra storie che sarebbe meglio non raccontare e racconti che farebbero meglio a non passare alla storia...

Diego Collaveri nasce a Livorno nel 1976. È attivo da anni nell’ambito della musica e del cinema, collaborando negli anni Novanta con EMI Music (in qualità di chitarrista e arrangiatore), poi esordendo col primo cortometraggio nel 2002. A partire dal 2000 inizia a farsi conoscere anche come poeta, prendendo parte a vari concorsi, affiancandovi intanto i primi esperimenti nell’ambito della narrativa. Dopo aver pubblicato I casi dell’ispettore Quetti (2010) alcuni racconti brevi, incentrati sullo stesso personaggio, compaiono sul settimanale Cronaca Vera (2013). Nel corso del successivo decennio, quindi, dà alle stampe vari romanzi, dei quali si possono citare Il signor Boganov e la città innevata (LaPiccolaVolante Edizioni, 2011), La riconquista di Eden (La Mela Avvelenata, 2013) e la serie incentrata sul commissario Botteghi, inaugurata a partire dal 2015.