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Del nen prodigi del franquisme al moviment pacifista i el Black Power: un recorregut literari sobre les persones que van ser sacrificades per salvar una causa iniciada pel poder als seus països. Dos homes de mons oposats s’enfronten davant d’un tauler d’escacs: un va ser peó del franquisme, l’altre ho serà de la guerra freda. El peó recorre les vides de nombrosos «peons» lliurats a una causa política, a l’Espanya franquista o als Estats Units de Kennedy.

Paola Mastrocola e Luca Ricolfi per la prima volta insieme in un libro per denunciare a due voci il paradossale e tragico abbaglio della scuola democratica, che, nata per salvare i più deboli, oggi di fatto ne annega le speranze. Due voci, di cui una lancia un’ipotesi e l’altra la raccoglie, provandola con la forza dei dati, testandola con modelli matematici e arrivando alla conferma. Sì, è così: una scuola facile e di bassa qualità allarga il solco fra ceti alti e ceti bassi. Un disastro, di cui rendere conto e chiedere scusa, ai ragazzi e alle loro famiglie.

Não há governo que pare de pé quando o governante provoca uma grave crise econômica. Nos últimos dois anos, o Brasil passou por uma recessão severa, com um rombo inédito nas contas públicas. Depois de mais de vinte anos, a inflação voltou a visitar o patamar de dois dígitos. Em agosto de 2016, quando o Congresso afastou definitivamente a presidente Dilma Rousseff, o desemprego abatia mais de 12 milhões de brasileiros.

Unser Finanzsystem ist ihre Geldmaschine, unsere Arbeit ist ihr Spielball, unser Land ist ihr Rohstofflager, unsere Gesundheit sind ihre Patente, unsere Umweltschäden sind ihr Profit: Die Milliardäre der Welt bekommen immer mehr Geld und immer mehr Macht – und dies auf fundamental veränderte Weise. Zu den Superreichen gehören zunehmend Menschen, die kein Produkt erfunden, kein Start-up zum Großkonzern geführt haben, sondern die schlicht mit viel Geld immer mehr Geld scheffeln.

Edmar Lisboa Bacha revisita a trajetória acadêmica e profissional que o levou até o mais bem-sucedido projeto de estabilização econômica do Brasil.

Autor do impactante O capital no século XXI, Thomas Piketty revolucionou para sempre o pensamento econômico contemporâneo. Em Às urnas, cidadãos!, ele analisa de modo incisivo assuntos de extrema relevância para a economia mundial, como as dívidas nacionais, a redistribuição de recursos e a fragmentação do bloco europeu.

Angus Deaton afirma que vivemos melhor hoje do que em qualquer outro período da história. As pessoas são mais saudáveis, mais ricas e a expectativa de vida continua aumentando. Paradoxalmente, o fato de tantos indivíduos terem conseguido escapar da pobreza também gerou desigualdades; e a disparidade entre países desenvolvidos e em desenvolvimento se estreitou, mas não desapareceu.

A economia da desigualdade demonstra que o antagonismo esquerda/direita do debate político não discorda necessariamente em suas noções de justiça social, mas sim nos mecanismos econômicos que produzem a desigualdade e em como minorá-la. Em edição atualizada, o audiolivro é mais uma valiosa aula de Piketty sobre a natureza da distribuição de renda e o cenário econômico mundial.

Loin d’être le remède miracle aux crises auxquelles nous faisons face, la croissance économique en est la cause première. Derrière ce phénomène mystérieux qui déchaine les passions, il y a tout un système économique qu’il est urgent de transformer. Dans cet essai d’économie accessible à tous, Timothée Parrique vient déconstruire l’une des plus grandes mythologies contemporaines : la poursuite de la croissance.

Is the United States disintegrating?Don Watson offers a report from the United States that catches the madness and theatre of an election like no other.

¿Qué le sucede a la izquierda actual? ¿Por qué parece más preocupada por cuestiones como el ecologismo (un falso ecologismo) o un feminismo que es todo menos igualdad en vez de por los problemas que sufre una clase trabajadora cada vez más asfixiada? Este ensayo histórico y manifiesto político explica por qué amplias mayorías sociales están apostando cada vez más por opciones de derecha radical en diferentes países occidentales, especialmente en Europa, en detrimento de una izquierda perdida en su propia indefinición y entregada a los intereses de las grandes corporaciones.

Alla fine degli anni Sessanta, Italia, Francia, Germania occidentale e Gran Bretagna – Paesi già colpiti dal terrorismo interno – si trovarono a far fronte a una nuova minaccia: le organizzazioni armate, nate in Medio Oriente, che internazionalizzarono la propria lotta, esportando il terrorismo in Europa. Raggiunsero il loro obiettivo? Generarono il caos internazionale? O invece i Paesi europei riuscirono, almeno temporaneamente, a disarmare i terroristi, includendoli nel sistema delle relazioni internazionali?

È giunto il momento di smontare uno dei luoghi comuni più duraturo della storia repubblicana, ovvero quello secondo il quale il fascismo è morto e sepolto da fine aprile 1945. Già nel secondo dopoguerra, infatti, la dottrina della continuità dello Stato riportò ai vertici di prefetture e polizia personaggi di schietta fede fascista. Poi si è permessa la ricostituzione di un partito fascista come il Movimento sociale italiano che, tra manganello e doppiopetto, ha avuto un ruolo negli scontri di piazza e ha contribuito perfino all’elezione di presidenti della Repubblica (da Antonio Segni a Giovanni Leone).

Dai tempi delle guerre persiane, Oriente e Occidente sono fratelli coltelli, amici e nemici, sogno e incubo. "L’Oriente è l’Oriente, l’Occidente è l’Occidente: e nessuno potrà mai accordarli", dichiara Rudyard Kipling al tempo della fondazione dell’impero britannico d’India. Sulla base dei troppi malintesi generati dal loro confronto sono emersi anche "ismi" ideologici, tanto accaniti tra loro quanto ambigui: orientalismo e occidentalismo, avvolti nel dilatare delle loro contraddizioni. Già Oswald Spengler aveva decretato il "tramonto dell’Occidente".

Nel 1964 Norberto Bobbio decide di dedicare le sue lezioni di filosofia del diritto al tema della guerra e della pace. Un tema – non nuovo nella riflessione dei giuristi e dei politologi ma poco frequentato nei corsi universitari – che a Bobbio pare meritevole di essere trattato, non solo perché adatto a una ricostruzione storica e teorica di ampio respiro ma soprattutto perché reso urgente dal pericolo della guerra atomica, nel pieno della crisi dei missili di Cuba.

Stiamo lasciando volontariamente aperte le porte della nostra civiltà ai barbari, dimenticando le nostre radici greche e romane? O forse siamo noi i barbari, quando utilizziamo il nostro passato per giustificare il peggio della nostra civiltà? Ecco un piccolo "libro nero" sull’uso politico dell’antichità, che ci aiuta a comprendere cosa c’è di vivo e cosa c’è di morto nel nostro legame con i Greci e i Romani. L’insegnamento dei classici greci e latini è certo un antidoto efficace alla barbarie dei nostri tempi. Giusto?

La marcia del neofascismo italiano verso l’atlantismo più radicale incominciò subito dopo la stipula del patto politico-militare tra gli Stati Uniti e il governo franchista spagnolo. Questo confortevole contesto, collaudato da oltre settant’anni, spiega la naturalezza con cui gli eredi del Movimento sociale italiano (MSI), mutate le denominazioni, giunsero tempestivamente a far parte del governo italiano sin dai primi anni Novanta e, nei mesi scorsi, al vertice di esso.

È stata definita una "tempesta perfetta" quella che si è abbattuta sull’Occidente. La guerra, la crisi energetica e l’emergenza climatica hanno sconvolto le nostre vite quotidiane. Per la prima volta nella memoria recente, tra profezie di scaffali vuoti al supermercato e rischio di carestia globale, è sembrata addirittura minacciata la disponibilità di cibo sulle nostre tavole. Ma le cose sono andate sul serio come ci hanno raccontato i media? Che ruolo ha avuto la speculazione finanziaria? E la politica, quali interessi sta tutelando?

Per la prima volta un ex fabbricante di armi, che nella sua carriera ha progettato e venduto due milioni e mezzo di mine antiuomo, racconta senza reticenze le due vite che ha vissuto: da fabbricante di strumenti bellici a operatore umanitario. È la storia vera di Vito Alfieri Fontana che per oltre vent’anni, alla guida dell’azienda di famiglia, ha progettato e prodotto mine vendendole in diversi Paesi del mondo.

Che cos’hanno in comune una rivolta di pescatori corsi in un mare colorato di rosso, un volantino piegato in quattro trovato nella tasca di una giacca, un circuito elettrico nascosto da un controsoffitto, una telefonata nel cuore della notte e un testo poetico usato nel posto sbagliato? L’inizio di una storia. O di più storie, individuali e collettive, ma sempre con due protagonisti in comune: l’ex magistrato Gian Carlo Caselli e l’Italia.