Dentro la mente di Donald Trump: è lo stesso costruttore newyorkese che torce il braccio ai suoi avversari per ottenere quello che vuole? La sua politica estera è un regolamento di conti, una richiesta di “retribution” verso un mondo che – secondo lui – ha preso troppo senza mai restituire. L’Europa? Parassita. Gli alleati? Inaffidabili. La visione è chiara: o paghi, o non ti difendo. Ma sotto le minacce e i dazi, c’è una battaglia culturale profonda che separa due mondi sempre più distanti. E questa volta, nessuno nella sua squadra proverà a fermarlo.
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