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Storie di invisibilità

Storie di invisibilità

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このコンテンツについて

Oggi entriamo in uno dei temi più dolorosi e più taciuti di questo mestiere: le storie di invisibilità.

Racconti in cui le badanti non si sentono viste come persone, ma come presenze secondarie, silenziose, spesso date per scontate.

Sono storie che emergono con forza dalle vostre parole e che meritano di essere dette ad alta voce.

Molte lavoratrici descrivono situazioni in cui il loro valore umano e professionale viene ignorato: vengono trattate come “cameriere”, considerate “oggetti”, escluse dalle decisioni importanti sul lavoro.

C’è chi racconta che, anche quando prova a spiegare un bisogno o una difficoltà, nessuno ascolta.

In diversi messaggi, alcune badanti parlano apertamente di sentirsi trattate come “schiave”, senza rispetto né riconoscimento.

Dalle storie inviate emerge anche lo sfruttamento del tempo e del lavoro. Molte raccontano ore di riposo ignorate, giornate infinite senza pausa, lavoro extra dato per scontato. Alcune spiegano che, vivendo in casa, si aspettano da loro una disponibilità totale: mesi senza un giorno libero, carichi di lavoro che vanno ben oltre il loro ruolo, mansioni che riguardano l’intera famiglia.

Tra i vostri racconti c’è anche l’ombra dell’isolamento, dello stress e degli abusi.

C’è chi parla di notti intere senza dormire, chi gestisce aggressioni verbali o fisiche, chi si trova a svolgere compiti sanitari complessi senza alcun supporto. In alcuni casi, persino quando chiedono aiuto, vengono incolpate o lasciate sole, fino a raggiungere un limite emotivo e fisico difficile da sostenere.

E poi c’è il quadro più ampio: un sistema che troppo spesso rende invisibili le badanti.

Un sistema che, nonostante competenze e qualifiche, continua a vedere questo lavoro come qualcosa di sostituibile, non come una professione che richiede competenza, forza emotiva e dignità.

Ci sono famiglie splendide – lo sappiamo – ma il problema è culturale: l’idea che chi assiste debba essere sempre disponibile, sempre grata, sempre silenziosa.

Questa puntata nasce per dare voce a tutto questo. Per nominare ciò che viene nascosto. Per riconoscere emozioni ferite, rabbia, fatica, umiliazione. Per trasformare il dolore in parola, e la parola in dignità.

🎧 Se vuoi inviare la tua storia, un tema o una domanda, scrivici su WhatsApp al 351 682 98 28.

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