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Ep. 9 - Una sentenza contro l'altra

Ep. 9 - Una sentenza contro l'altra

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Nel 2006 - dopo le elezioni politiche, cui partecipano due Dc (quella di Gianfranco Rotondi e quella di Giuseppe Pizza), senza lo scudo crociato conservato dall'Udc - due filoni delle battaglie legali iniziate tra il 2002 e il 2003 sull’uso del nome e del simbolo della Democrazia cristiana arrivano a sentenza davanti a due giudici diversi del Tribunale di Roma. Ma se in primavera la “sentenza Rizzo” favorisce l’Udc, giudicando confondibile e illegittimo l’uso dello scudo crociato da parte della Dc-Pizza, a settembre la “sentenza Manzo” dice tutt'altro: nota che per cambiare nome alla Democrazia cristiana occorreva un congresso, ma non c’è mai stato, per cui il passaggio al Partito popolare italiano avrebbe di fatto creato un nuovo partito, che non poteva disporre del patrimonio della Dc, segni distintivi inclusi.
Il secondo giudice, in effetti, dice solo che il Cdu non è titolare dello scudo crociato e non può impedire alla Democrazia cristiana guidata da Pizza di usarlo; si diffonde invece l’idea che quella Dc sia proprio quella storica (che in effetti nessuno ha mai sciolto) e che possa operare di nuovo, come titolare esclusiva del simbolo. Giuseppe Pizza conquista visibilità sui media e al “suo” XX congresso della Dc parla persino Romano Prodi, finendo per scatenare polemiche.
Tutte le registrazioni incluse nell'episodio sono tratte dall'archivio di Radio Radicale, tranne l'intervento di Roberto Calderoli il 16 marzo 2006 a Matrix.

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