
Ep. 10 - Sospesi nel voto (e tra le carte bollate)
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このコンテンツについて
Un'ordinanza del Consiglio di Stato a sorpresa riammette provvisoriamente la Dc meno di due settimane prima del voto: per varie ore le elezioni rischiano seriamente di essere rinviate (come le regionali in Friuli Venezia Giulia di dieci anni prima), in un groviglio politico, giuridico e costituzionale. Dopo un colloquio con Berlusconi, Pizza prima rinuncia ad avere 30 giorni di campagna elettorale, poi ritira la liste "per il bene del paese": nel quarto governo Berlusconi, Pizza diventa sottosegretario all’istruzione.
Tra il 2009 e il 2010, in compenso, si definiscono i contenziosi che nel 2006 avevano portato a due sentenze contrastanti del tribunale di Roma in pochi mesi: nel 2009 la Corte d’appello conferma che il cambio di nome della Dc nel 1994 è stato deciso da organi incompetenti con atti “inesistenti”, che non possono fondare usi esclusivi dello scudo crociato per Cdu e Udc; neanche la Dc-Pizza, però, può impedire ad altri di usare il suo nome e il suo simbolo, non avendo dimostrato di essere la Democrazia cristiana “storica”. Il verdetto, che scontenta tutti, è confermato nel 2010 dalla Cassazione a sezioni unite: la sentenza, tra l’altro, precisa che le delibere che hanno rinominato la Dc come Partito popolare italiano, pur viziate, restano valide perché il Ppi – cioè la Democrazia cristiana, a dispetto del nuovo nome – non era parte del processo. Sembra la parola "Fine"; in realtà la storia è pronta a ripartire.
Tutte le registrazioni incluse nell'episodio sono tratte dall'archivio di Radio Radicale, tranne il servizio iniziale di SkyTg24 (2 aprile 2008), un breve estratto da Striscia la Notizia (3 aprile 2008) e un estratto della puntata di Porta a Porta del 3 aprile 2008 (comunque presente su Radio Radicale).