エピソード

  • Satira pollica
    2025/09/13
    Cover art photo provided by Yevhenii Dubrovskyi on Unsplash: https://unsplash.com/@dbr0vskyi?utm_source=spreaker&utm_medium=referral
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  • Musica e politica
    7 分
  • Slogan politici
    9 分
  • Colori e politica (la bandiera belga)
    2025/07/27
    Ecco la puntata dedicata ai colori.UNA BANDIERA BELGA O QUATTRO BANDIERE BELGHE?E quindi partiamo da un pittore, Emile Vermeersch e in particolare dal dipinto che raffigura la sarta Marie Abts intenta a dare la prima bandiera belga della storia a Eduard Ducpétiaux, il giornalista che l'aveva ideata insieme al politico Lucien Jottrand. Il quadro risale al 1926 e si trova nel Regio Museo dell’Esercito e di Storia Militare di Bruxelles, ma naturalmente possiamo vederlo anche sul Web.Notiamo che la bandiera belga è a strisce orizzontali e non a bande verticali, come la conosciamo.La rivoluzione del 1830 e quella del 1789Infatti, i suoi creatori l'avevano disegnata così. Però, anche quella del Regno dei Paesi Bassi era ed è a strisce orizzontali. E i belgi nel 1830 si erano ribellati proprio contro il Regno dei Paesi Bassi e avevano proclamato l'indipendenza. La loro bandiera non poteva essere troppo simile a quella del nemico. Allora, l'anno dopo, il governo provvisorio ha deciso questa modifica. Un atto di rottura.Inoltre, l'orientamento verticale potrebbe essere un omaggio alla Francia, che insieme al Regno Unito sostenne la causa belga. Inoltre, non dimentichiamo che in Vallonia parlano in francese, pur nella variante locale.Invece, è certo il riferimento agli Stati Uniti Belgi e alla cosiddetta rivoluzione del Brabante del 1789 che scoppiò nei Paesi Bassi austriaci contro Vienna. Fallì, ma gettò le basi per quella del 1830.La bandiera belga ha un'origine araldica I rivoluzionari del 1789 adottarono una bandiera a strisce orizzontali rossa nera e gialla. Questi erano i colori del Ducato del Brabante: campo nero con un leone rampante giallo. Il rosso corrisponde alla lingua e agli artigli.Galli, leoni, giallo e rossoLa bandiera delle Fiandre è molto simile, solo che il giallo e il rosso si sono scambiati di posto. Inoltre, la forma del leone è diversa.Troviamo il giallo e il rosso anche nella bandiera della Vallonia, che raffigura un gallo rosso in campo giallo.Secondo alcuni, il gallo è un segno dell'affinità culturale con la Francia.Semiotica Il sito bandiere-nazionali.com ha scritto: «Questi colori significano "forza" (nero), "saggezza" (giallo) e "coraggio" (rosso)».Invece, il vessillo della rivoluzione del 1830 era rosso, giallo e nero. E non rosso, nero, giallo come, appunto, quello del 1789.L'ERRORE NELLA BANDIEERA BELGAIl sito di informazione miseajour.be ha fatto notare che il Belgio è l'unico Stato in cui la bandiera non rispetta la costituzione. Infatti, la carta dice che l'ordine dei colori e' rosso giallo e nero. Ma quello effettivo è nero, giallo e rosso.L'articolo è il 193, che stabilisce anche che il motto nazionale è L'unione fa la forza.DISTRUTTOIl laboratorio di Marie Abts si trovava a Bruxelles in rue du marché aux herbes 85. Lo hanno demolito nel 1862.L'IMPORTANZA DEL BRABANTEIl Brabante vallone ha nel proprio stemma sia il leone sia il gallo.BruxellesQuesta provincia è nata nel 1985 dalla scissione del Brabante in Brabante vallone e in Brabante fiammingo. Quest'ultimo circonda completamente la regione di Bruxelles capitale. Non è un elemento secondario: Bruxelles è anche la capitale (anzi il capoluogo) della comunità fiamminga, pur non essendo nelle delle Fiandre. In caso di una divisione del Belgio (ogni tanto se ne parla) a chi andrebbe? Perché il sito turistico della vallonia promuove anche Bruxelles.Infine, non dimenchiamo che fino al 2012 c'è stata la questione del BHV. BHV sta per Bruxelles-Hale-Vilvoorde, una circoscrizione che metteva insieme una città ufficialmente bilingue come la capitale e una zona in cui si parla fiammingo e in cui si possono eleggere solo candidati fiamminghiCuriosità I confini del Ducato del Brabante comprendevano anche l'attuale provincia di Anversa e il Brabante settentrionale, che però fa parte dei Paesi Bassi. Nel Brabante settentrionale c'è Baarle Nassau, che confina in modo strano con Baarle Herzog, exclave belga. Vi invito ad approfondire.MusicaL'inno nazionale belga si chiama La Brabançonne, aggettivo che significas proprio brabantinio.FESTEQualche giorno fa era il 21 luglio, festa nazionale belga. Si celebra l'incoronazione del primo re, Leopoldo primo dei Coburgo Sassonia. Filippo, l'attuale sovrano, fa parte di questa famiglia.OroInvece, quella della comunità fiamminga cade l'11 luglio, quando si celebra la vittoria della battaglia degli speroni d'oro, che si combatté a Kortrijk nel 1302. I fiamminghi sconfissero le truppe del re francese Filippo il Bello.E poi depredarono le salme portando via appunto gli speroni d'oro e altri tipi di trofeo.Qui sconfiniamo nel naming: il fatto che sia presente la parola oro (che è anche un colore) è significativo. L'oro evoca successo e ricchezza, ma nel linguaggio giornalistico può assumere un'accezione negativa perché fa pensare a corruzione, a sprechi o a privilegi e spesso si riferisce alla politica. Per esempio, lo scandalo delle carceri d'oro, che ...
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  • Cibo e politica
    2025/07/13
    Lo so, avevo annunciato una puntata sui colori, ma un episodio mi ha fatto cambiare idea.

    ESEMPI DEL RAPPORTO TRA CIBO E POLITICA

    L’altra mattina ho aperto Threads (il mio social preferito) e ho visto la foto di una ragazza che mangiava una piadina. Nella didascalia, c’era scritto che non si può andare in Emilia senza mangiare una piadina crudo, squacquerone e rucola. I commentatori le hanno fatto notare che la piadina non è emiliana, ma romagnola.

    Ed esistono dei movimenti che vorrebbero la creazione della regione Romagna, staccata dall’Emilia.

    Il cibo, lo sappiamo, può essere molto identitario. Può essere una sorta di bandiera di un territorio più o meno esteso.

    Idem i termini che li indicano: pensiamo alla diatriba brioche cornetto. O al fatto che al Nord braciola sia una cosa e al Sud un’altra. Nel primo caso, una sorta di bistecca e nel secondo degli involtini cotti nel sugo. O ai vari tipi di pizza.

    Paradossalmente, la pizza è sia un emblema nazionale sia un segno delle identità regionali. Ma il cibo può essere anche una bandiera politica. Chi si ricorda lo slogan della Lega No al cous cous Sì alla polenta? È vero, era la lega bossiana e possiamo vederlo anche come un segno d’identità territoriale,

    LA PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA

    Alberto Grandi insegna storia del cibo all’università di Parma. Ha scritto un libro. Doi (denominazione di origine inventata), che è anche il nome del podcast che conduce insieme a Daniele Soffiati. Insieme hanno scritto il saggio La cucina italiana non esiste.

    Il concetto di fondo è: molti piatti che reputiamo carichi di tradizione sono in realtà molto recenti. È stato inventato un passato ed è stato inventato dopo la fine del boom economico, durante una crisi economica molto forte quando il futuro ha iniziato a fare paura. In una puntata, hanno ricordato la pastasciutta antifascista, pasta in bianco offerta in piazza da Alcide Cervi per festeggiare la caduta di Mussolini.

    La pastasciutta antifascista è tuttora una tradizione della sinistra italiana. Alcide era il padre dei sette fratelli Cervi, uccisi dai nazifascisti e ricordati dalla canzone dei Gang La pianura dei sette fratelli.

    La casa dei Cervi adesso è un museo e ogni anno propone la pastasciutta antifascista. Ma perché sarebbe antifascista? Mussolini cercò di disincentivarne il consumo. Un po’ perché, come spiega Alberto Grandi, la pasta come la conosciamo oggi è un prodotto che arriva dagli Stati Uniti, quindi era visto come un cibo straniero.

    Un po’ perché voleva rendere l’Italia autosufficiente nella produzione del grano. La famosa battaglia del grano, appunto. È chiaro che un consumo massiccio di pasta ostacolava questo progetto. Inoltre, secondo i futuristi la pasta rammollisce.

    TERRIORIALE?

    Quando è andato ospite di Tintoria, Grandi ha fatto notare che molti piatti identitari sono in realtà varianti locali di cibi transnazionali.
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  • Font e potenti (storie di protagonisti della Battaglia di Pavia)
    2025/06/30
    Sono andato a vedere la mostra multimediale sui cinquecento anni della battaglia di Pavia. Mi interessava per vari motivi. EFFETTI SUL DUCATO DI MILANOInnanzitutto, perché mi piace la storia di Milano, soprattutto quella del periodo visconteo e sforzesco. E la battaglia di Pavia segna un po' la fine di questo periodo.È vero che Francesco II Sforza morirà dieci anni dopo, ma era duca solo di facciata. Al suo posto, salirà sul trono meneghino proprio Carlo V, che discendeva da Verde Visconti, figlia di Bernabò. Verde Visconti era anche l'antenata di Maria Teresa d’Austria e del foglio Giuseppe II. Verri in Storia di Milano ha scritto che questo legittimava e il loro titolo di Duca di Milano. MULTIMEDIALE Il secondo motivo per cui mi interessava era il fatto che fosse multimediale. Soprattutto perché quest'anno ho tenuto un corso di comunicazione multimediale. LA PALICEIl terzo era la storia di un nobile francese morto proprio in questa battaglia ed è anche quello per cui sto facendo questa puntata. Questo nobile si chiamava Jacques de Chabanne Monsiueur De La Palice. Molti anni fa lessi una sua biografia. Nonostante il suo valore indiscusso, è passato la storia perché volontariamente ha dato origine a termine lapalissiano.Spiego il significato per i pochi che non lo conoscono. Una cosa talmente evidente che non sarebbe neanche necessario dirla. EpitaffioTutto nasce da una frase secondo cui un quarto d'ora prima di morire era ancora in vita. Ma come sei arrivati da un nobile valoroso morto in combattimento sinonimo di ovvio molto ovvio? Secondo l’etimologia più accreditata, verrebbe dall’epitaffio che scrissero i suoi soldati. Hélas! la Palice est mort, il est mort devant Pavie ; Hélas ! s'il n'estoit pas mort, il seroit encore en vie. In italiano, ahimé, la Palice è morto, è morto a Pavia, se non fosse morto, sarebbe ancora in vita. Ovvio. Anzi, ovvissimo. FontMa perché lo fecero? Dobbiamo considerare che in francese invidia e in vita hanno un suono molto simile. Invidia si dice envie e in vita si dice en vie. Inoltre, la grafia della F era molto simile a quella della S lunga.La canzoncinaPertanto, c’era scritto: “Se non fosse morto, farebbe ancora invidia. Più di un secolo dopo Bernard de La Monnoye,.un accademico di Francia, colpito da questa ovvietà buffa (anzi, dal travisamento della realtà) scrisse una canzoncina,l che ebbe molto successo, ma poi fu dimenticata. Nell’ottocento, Edmond de Goncourt, scrittore e pubblicista, non solo la recuperò, ma in ventò anche la parola lapalissadeVi leggo qualche strofa. Viaggiava volentieri, scorrazzava per tutto il reame e quando era a Poitiers, non era certo a Vendôme! Morì di venerdì, l'ultimo giorno della sua età, Se fosse morto il sabato, sarebbe vissuto di più. 15 minutiChiudo con il verso più celebre. Un quarto d'ora prima di morire, era ancora vivo. Nel 1525, la stampa a caratteri mobili, quella di Gutenberg, aveva meno di un secolo.PROTESTANTESIMO E LANZICHENECCHINel 1525, la stampa a caratteri mobili, quella di Gutenberg, aveva meno di un secolo. Questa invenzione favorì la diffusione del protestantesimo. Questa invenzione favorì la diffusione del protestantesimo.Il primo libro stampato è stato la Bibbia. Il font utilizzato fu il Gotico Texture, ideato da Peter Schöffer, che volle imitare un tipo di scrittura a mano che a quei tempi era molto diffuso. Peter Schöffer era un collaboratore di Gutenberg.La diffusione del protestantesimo ebbe molte ripercussioni sulla vita e sulla politica dell’Europa del XVI e XVII secolo. Ma non solo. Soprattutto per i contrasti con il cattolicesimo. Una curiosità: la maggior parte dei lanzichenecchi era protestante, ma combatterono anche per il cattolico Carlo V. Nella battaglia di Pavia li troviamo sia con lui sia con il re di Francia Francesco I, altro sovrano cattolico. Come mai? Erano soldati mercenari provenienti dall’area tedesca. Però, in quell’evento i lanzichenecchi che combattevano per l’Impero, che aveva una matrice germanica abbastanza marcata, consideravano dei traditori quelli che combattevano per i francesi. FRANCESCO IComunque, allora la politica era anche una questione tra sovrani e tra nobili. Alla fine vinse Carlo V e Francesco venne fatto prigioniero. Zuppa paveseSi racconta che venne portato a Cascina Repentita e la contadina improvvisò un piatto fatto con uova, formaggio grattugiato, brodo e pane. La zuppa alla pavese sarebbe nata in questo modo e in occasione di questo anniversario molti ristoranti la stanno proponendo. Le fonti storiche coeve non confermano la leggenda. In senso lato, mangiare questo piatto può rendere l’esperienza della visita a Pavia non solo multimediale ma anche sinestetica. Credo che multimedialità e sinestesia abbiano delle attinenze perché entrambe coinvolgono più sensi. Ancora un paio di cose su Francesco. GaramondIl sovrano promosse la creazione di nuovi ...
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  • Perché il garofano era il simbolo del Partito Socialista craxiano?
    2025/06/22
    Mentre stavo decidendo di quale simbolo parlare, mi è venuta in mente una cosa che mi avevano raccontato qualche mese prima, in un quartiere dell’hinterland milanese.

    Ho fatto anche qualche ricerca. Ed ecco la storia del garofano craxiano, creato da Filippo Panseca.
    Una storia che tocca altre vicende politiche degli anni '70. E non solo.

    Dentro c’è anche un piccolo what if: che cosa sarebbe successo se, quella sera, quell’oste non avesse…?
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