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ANSA L'impero dei Segni

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著者: ANSA Voice
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このコンテンツについて

Uomini, situazioni, eventi interpretati alla luce della loro comunicazione: il primo discorso di Carlo III, il successo di Banksy, la gestualità di Josè Mourinho. Un approfondimento condotto attraverso interviste ad un esperto di comunicazione.ANSA 政治・政府 社会科学
エピソード
  • Quanto ci piace essere premiati
    2025/10/25
    ANSA - di Massimo Sebastiani e Alberto De Martini. Ottobre è stato il mese dei Nobel, che sono 'il' premio per eccellenza. Ma vengono dati premi continuamente: dai più importanti e oggettivi perché dipendono da un cronometro (per esempio le medaglie d'oro alle Olimpiadi ogni quattro anni) agli Oscar a quelli dei festival del cinema (dove è una giuria di umani che cambiano ogni anno a giudicare chi merita di più) ai riconoscimeni più piccoli e locali (compreso il nostro Strega) per i quali però si spera come per un Nobel. Cosa c'è nel premio, anche quando siamo consapevoli del suo valoe relativo - e potremmo dire umano, troppo umano - che ci cattura così tanto. E perché alcuni celebri protagonisti (da Marlon Brando a Bob Dylan) non li hanno ritirati? Ne parliamo nella nuova puntata de L'impero dei segni con Alberto De Martini. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    37 分
  • Armani, il sovrano che vorremmo
    2025/09/13
    ANSA - di Massimo Sebastiani e Alberto De Martini.
    Cosa ha spinto decine di migliaia di persone a rendere omaggio alla salma di uno stilista di moda? Dietro l’affetto e il trasporto per Giorgio Armani c’è molto di più della moda (di cui forse non importa molto a tanti di quegli italiani che hanno fatto la fila alla camera ardente). Armani ha rappresentato qualcosa di profondo che gli italiani desidererebbero essere e lo ha espresso con grande coerenza tra vita, creazione e lavoro. C’entrano molto, fra l’altro, il nostro Rinascimento, Richard Gere, il ‘greige’ – il non colore creato da lui – e la cultura del ‘meno’. Ne parliamo con Alberto De Martini, esperto di comunicazione.
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    27 分
  • Zio Pippo, c’è ancora qualcosa da dire su Baudo e la tv
    2025/09/06
    ANSA - di Massimo Sebastiani e Alberto De Martini. A tre settimane dalla sua scomparsa e dopo le pagine e pagine a lui dedicate, speciali, talk, ricordi di ogni tipo, c’è ancora qualcosa da dire su Pippo Baudo e la tv di ieri e di oggi? In cosa è consistita la (paradossale) forza di Baudo tra gli anni ’80 e ’90? Qual è stata la sua caratteristica? Con Alberto De Martini, ceo di Conic, saggista ed esperto di comunicazione, proviamo a capire perché la caratteristica più rilevante di Baudo era, come direbbero i più giovani – che infatti non sono mai stati il suo pubblico – il suo essere ‘cringe’. In un contesto di assoluta professionalità e capacità di condurre in porto qualsiasi impresa televisiva (da Sanremo a Fantastico e Domenica In), Baudo suscitava sempre imbarazzo: non era ‘spalla’ (come Corrado), non era autore (come Arbore), non era raffinato (come Tortora) e in realtà non ne sapeva così poco come Mike Bongiorno. Forsela descrizione più calzante, che spiega molto, l’ha data Sabrina Impacciatore in un post dopo la sua morte chiamandolo ‘zio’. Capiamo perché. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    30 分
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