Il sistema Fiat sta cedendo: debito fuori controllo, inflazione che divora i risparmi e istituzioni che continuano a raccontare la favola della “stabilità”. In questo scenario, Bitcoin non è un’alternativa: è la diagnosi definitiva.
Le stesse istituzioni che per anni l’hanno insultato oggi lo inseguono non per fede, ma per sopravvivenza. È la resa dell’intero mondo finanziario.

Bitcoin non paga dividendi, non promette rendite: è il dividendo dell’implosione del sistema, il grafico che racconta, punto dopo punto, la sfiducia crescente verso banche centrali e governi. Mentre il denaro Fiat si scioglie come ghiaccio sotto il sole delle stampanti monetarie, Bitcoin rimane duro, trasparente, incorruttibile.

I suoi 21 milioni non fanno prigionieri.
Non si negozia con la matematica: la si rispetta.
E più il sistema tradizionale mente e si affossa, più Bitcoin diventa l’unico riferimento affidabile.

La domanda non è quanto valga Bitcoin, ma quanto costa al mondo continuare a fingere che il denaro Fiat abbia ancora valore. La rivoluzione non è Bitcoin. La rivoluzione è il crollo del sistema — e Bitcoin è lo specchio che riflette, senza pietà, ciò che sta accadendo.

Quando la tempesta finirà, chi avrà Bitcoin non sarà alla ricerca di un’ancora.
Avrà già la sua libertà in tasca.

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